010 L’Ospedale del Corpo Militare CRI nell’inferno del Katanga

Il libro di Marcello G. Novello, è recensito da Alessandro Mella

Chi si è avvicinato allo studio della storia militare attraverso il modellismo od il collezionismo fu, tra gli anni ’80 e ’90, spesso influenzato da una forma mentis altamente limitante.


Si finiva quasi per vedere nell’anno 1945 un limite da non valicare. Non per interesse o paura, ma per limitazione mentale quasi come se tutto quanto accaduto dopo non fosse ugualmente tragico, importante e decisivo per i destini del pianeta.


Ma la Storia non finiva nel 1945. Anzi, proseguiva con la sua marcia inarrestabile. Da qualche anno, finalmente e doverosamente, la storiografia ha preso ad interessarsi meglio, e di più, dei fatti accaduti al tempo della guerra fredda e nel periodo che seguì la seconda guerra mondiale.


Lo dimostra il bel volume, edito dalle edizioni Marvia, opera del ricercatore e scrittore Marcello G. Novello e dedicato all’opera del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana in Katanga ai tempi delle sanguinose guerre etniche che seguirono l’indipendenza del Congo.


Una svolta a cui il Belgio non dedicò, de facto, le sufficienti attenzioni e premure senza curarsi a sufficienza di come si sarebbe delineata la vita di un popolo che non aveva mai conosciuto realmente la libertà.


Fatalmente, ne nacquero violenze di ogni genere e molto fu il sangue che scorse in quelle terre. Sangue versato anche, indirettamente, nel quadro dello scontro sempre più ampio e pericoloso tra le due potenze di quel tempo: gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica.


Nel mezzo vi erano le Nazioni Unite e la loro difficoltosa opera finalizzata ad impedire un colossale e devastante conflitto nucleare planetario. Nel Congo, molti fecero i propri interessi, la fazioni si massacrarono e non esitando a massacrare gli occidentali che ancora vi si trovavano ed anche gli operatori di pace.


Il libro ne offre un ampio e documentato resoconto. In quel contesto, come già accaduto in Corea una decina di anni prima, la Croce Rossa Italiana scelse di mandare il proprio personale militare per installarvi un ospedale da campo. Un’impresa pericolosa, in qualche modo quasi folle, eppure condotta a termine con successo lungo mesi di impegno superiore ad ogni elogio.


Un impegno raccontato da pagine di ardimento inimmaginabili e documentato dal Novello con l’uso di tutte le fonti possibili. Fonti consultate e cercate lungo un percorso della ricerca non comune, che ha richiesto l’impiego di tutti i mezzi comunicativi disponibili e di infiniti sacrifici personali.


Testimonianze, documenti, articoli, immagini e testi capaci di portare il lettore direttamente nella sala operatoria del capitano Cipolat. Leggendo, pare quasi di sentire il fischio sinistro delle pallottole varcare le pagine e coinvolgere chi legge.


L’autore, non nuovo a testi accattivanti, e su temi difficili e non frequentemente studiati, restituisce memoria ai valorosi militi CRI e soprattutto ai caduti in quell’operazione che fu realmente di pace.


Una pace costruita tra fiumi di sangue, esplosioni, violenza e difficoltà innumerevoli. Chiunque si interessi di sanità e storia militare non può non leggere questo libro che inorgoglisce soprattutto coloro i quali, portandone oggi le insegne, hanno l’onere e l’onore di tenere vive e ben alte le insegne ed i valori della Croce Rossa Italiana.


Più di duecento pagine di glorie vere, sobrie e modeste come sono quelle degli eroi reali, per raccontare quei giorni di fuoco. Ad arricchire l’opera, già di proprio assai prestigiosa, concorrono molte foto inedite del caporale Siro Pierini ed uno studio accurato sulle uniformi ed equipaggiamenti del personale impiegato in Katanga.


Lodevoli anche il preciso e snello inquadramento storico dei fatti nonché la brillante prefazione del generale Lupini, Ispettore Nazionale del Corpo Militare CRI.


Nella biblioteca del cultore di storia militare, 010 non può davvero mancare. Buona lettura!

Alessandro Mella

 

L’opera può essere richiesta direttamente all’autore, all’indirizzo:

rism_redazione01@yahoo.com

oppure all'Editore tramite il sito

www.marvia.it

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Articolo pubblicato il 11/04/2017