Confusioni mediatiche di una crisi che avanza

A partire dalla crisi del 2008 l’economia ha assunto un peso importante nel quotidiano; andando a incidere nelle vicende personali di ognuno, per via degli effetti negativi sull’occupazione, sul costo della vita e sui risparmi.

Ma anche per la presenza costante nel dibattito e nell’informazione, attraverso i diversi mezzi di comunicazione. Questi ultimi hanno tramesso al grande pubblico l’immagine di un’economia quasi “esoterica”: di comprensione soltanto per gli addetti ai lavori. Infatti, certi termini tecnici, quali “spread”, “BTP”, “Bound”, “rischio Paese” sono entrati nelle nostre case solo come parole, lasciando però fuori dalla porta il loro significato e dunque la capacità di comprendere che cosa stia accadendo.

Ad avviso di chi scrive si è assistito a una mancata costruzione di un linguaggio “popolare” medio in grado di spiegare la crisi e i suoi effetti. Qualcuno, certo, vi è forse riuscito.

Da un lato chi intendeva non informare, però far comprendere, magari a fini elettoralistici, la portata negativa della crisi. Dall’altro hanno informato, ma precludendosi la comprensione da parte di un vasto segmento dell’opinione pubblica, i quotidiani economici, come “Il Sole 24 Ore”, letti da un pubblico di addetti ai lavori, dotati di un’adeguata cultura economica.

Il dovere di trasparenza dovrebbe caratterizzare ogni ambito del lavoro giornalistico e avanzare l’obbligo di una chiarezza, richiesta tanto ai mezzi di comunicazione cosiddetti generalisti, quanto a quelli tematici. Venendo meno tale orizzonte, buona parte dell’opinione pubblica è stata resa estranea, rispetto alle nuove dinamiche, che si stavano generando in ambito finanziario.

DAI Impresa ritiene che per promuovere al meglio il valore dell’impresa sia necessario un lavoro informativo, che compie ogni giorno grazie al suo giornale, alle sue rubriche e alle sue collaborazioni.

In tale contesto l’informazione viene a costruirsi nell’incontro tra persone ed esperienze, risultando di conseguenza immediata e scevra da quei tecnicismi fumosi che spesso denotano il mondo dell’economia.

Un recente esempio: il tavolo di Alternanza Scuola – Lavoro, realizzato a inizio marzo e che si ripeterà il prossimo 20 aprile. Nell’appuntamento si è voluto far mettere in contatto differenti realtà di questi due mondi, insieme ancora a istituzioni territoriali, per sviluppare una progettualità condivisa.

Marco Paganelli

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Articolo pubblicato il 10/04/2017