Jean-Luc Mélenchon cresce nei sondaggi. La paura della Francia per un ballottaggio con Marine Le Pen.

L'avanzata del candidato di sinistra fa tremare Macron.

Più cresce nei sondaggi (gli ultimi lo danno tra il 18% e il 19%), più i mercati mandano segnali negativi. Ma l'astro del "comunista" Jean-Luc Mélenchon non cessa di brillare e inizia a impensierire gli altri candidati alla presidenza della Francia che si sfideranno al primo turno previsto per domenica 23 aprile. Tanto che nei media inizia a non essere escluso a priori un ballottaggio per l'Eliseo che avrebbe del clamoroso: il rosso Mélenchon contro la nera Marine Le Pen. Un incubo per i partiti tradizionali e per il favorito centrista Emmanuel Macron.

Davanti a questo scenario il presidente francese, Francois Hollande, ha rotto il silenzio: secondo il quotidiano Le Monde moltiplicherà gli appelli contro il pericolo "populista". In particolare, ha scritto il giornale, nell'ipotesi di un ballottaggio tra il candidato della sinistra alternativa e la candidata del Front National.

Uno scenario, questo, che intimorisce anche i mercati con l'innalzamento dei tassi sul debito pubblico francese. Senza spingersi fino a chiedere un voto per il candidato di En Marche, Macron, il capo dello Stato sembra invece scaricare in modo definitivo il candidato socialista (almeno sulla carta compagno di partito) Benoit

Il presidente deplora che nella campagna presidenziale "l'emotività" stia prevalendo sulla "ragione" e le questioni di fondo. "Dietro alle semplificazioni, alle falsificazioni, c'è un pericolo, quello di guardare allo spettacolo del tribuno politico piuttosto che al contenuto del suo testo", dice riferendosi a Mélenchon, le cui capacità oratorie stregano la Francia.

Tra i francesi "può esistere la tentazione di abbattere i favoriti dello scrutinio", dicono all'Eliseo, spiegando in questo modo la spettacolare impennata nei sondaggi del candidato della France Insoumise (18-19%) che preoccupa i mercati al pari della Le Pen.

In privato, Hollande avverte che "questa campagna sa di marcio". Il suo timore è appunto un secondo turno tra i due candidati degli estremi. A una domanda su Macron, il presidente dice di non averlo scoraggiato quando lui gli annunciò di voler creare un proprio movimento politico. "Considero che la politica abbia bisogno di rinnovamento", ha detto, ritenendo la scommessa di Macron "audace".

Almeno prima del primo turno, Hollande non intende in alcun modo schierarsi a suo favore, anche perché - osservano i commentatori in tv - non è affatto certo che un appoggio del presidente possa giovare al candidato di En Marche. "Il presidente sa che chiedere di votare per Macron al primo turno potrebbe rivelarsi controproducente - dice un suo conoscente - ma tra i due turni vorrà pesare nella battaglia".

Oltre al presidente, anche Macron e il candidato gollista Francois Fillon si sono trovati d'accordo nel fustigare Mélenchon. A Besançon, Macron si è scagliato contro "il rivoluzionario comunista che era giù senatore socialista quando io ancora andavo al college".

Fillon, che sinora ha sempre avuto come bersaglio Macron e - seppur in minor misura - la Le Pen -, da ieri ha inserito tra i suoi nemici Mélenchon. Da Marsiglia, Fillon ha detto: "Credetemi, non sarà col programma comunista di Mélenchon o col ritorno al franco della Le Pen, che l'economia francese tornerà a crescere".

Ma il candidato della sinistra radicale, appunto, non è bersaglio esclusivo dei suoi concorrenti nella scalata all'Eliseo. Oggi Le Figaro lo ha attaccato definendolo "il Chavez francese" mentre su France Inter si denuncia il pericolo "comunista": "non siamo lontani dallo spauracchio dei carri armati russi del 1981", ha scritto il giornalista Patrick Cohen. Quanto ai mercati, dopo l'ultimo sondaggio, lo spread con i bund tedeschi è risalito al 70%.

huffpost.it

 

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Articolo pubblicato il 13/04/2017