Il Convegno sulle Confraternite torinesi “… ancora oggi vitali nel solco della tradizione”, a Torino

La cronaca di Daniele Bolognini del Convegno che si è svolto a Valdocco

A Torino, sabato 8 aprile, in un’affollata Sala Don Bosco a Valdocco, si è svolto il Convegno Dal lontano ‘800, Confraternite ancora oggi vitali nel solco della tradizione, organizzato dall’Associazione Vivant e dall’Arciconfraternita della Misericordia di Torino.


Nutrito il programma, tanti gli interventi previsti. Fabrizio Antonielli d’Oulx, organizzatore del convegno, ha dato il benvenuto, cedendo poi la parola a mons. Guido Fiandino che ha portato i saluti dell’arcivescovo Cesare Nosiglia. Dopo aver accennato al ruolo che le confraternite possono oggi svolgere, coniugando i valori antichi e nuovi nella Chiesa, il vescovo ausiliare, che è anche parroco della Crocetta, ha opportunamente citato un “suo parrocchiano”, il beato Piergiorgio Frassati, che dal 1990 è Patrono delle Confraternite d’Italia.


Primo relatore della mattinata Valerio Gigliotti, docente universitario e membro della Confraternita della Misericordia, che ha introdotto la tematica delle fonti documentarie, fondamento per ricostruire la storia delle confraternite. Fonti “ufficiali” oppure “indirette”: tra le prime gli Statuti in cui sono stabiliti lo scopo e i ruoli svolti dai confratelli. Altre fonti le visite pastorali e, per fare un esempio, nel caso della Misericordia che assisteva i condannati a morte, gli atti dei processi con la cronaca sull’attività della confraternita stessa. Ha inoltre ricordato l’importante ruolo svolto nei comuni in epoca medievale, e poi nei tempi della Controriforma, insieme a quello delle associazioni di Arti e Mestieri. Un tempo quasi esclusivamente composte da uomini, le Arciconfraternite erano collegate in una sorta di “rete” tra le varie città, facente capo a Roma. In questo caso potevano godere di un numero maggiore di indulgenze.


Mons. Nicola Bux, professore di liturgia orientale e di teologia dei sacramenti nella Facoltà Teologica Pugliese, ha preso quindi la parola ed è entrato nel vivo del dibattito ponendo degli interrogativi: “Quale è oggi il rapporto tra la Chiesa e le confraternite? Quale il confine tra innovazione e tradizione? Quali le differenze con le associazioni di volontariato?”. Con ironia ha affermato come da molti oggi le confraternite sono considerate obsolete, in qualche modo sostituite, dopo il Concilio, dai movimenti ecclesiali, oggi anch’essi però in crisi. Una risposta alle critiche può essere la riscoperta delle differenti origini con la relativa spiritualità, argomento poi sviluppato da mons. Renzo Savarino.


Il presidente emerito della Facoltà Teologica Torinese ha in seguito delineato brevemente la storia della Compagnia di San Paolo, nata nel 1563 per opera di un gruppo di cittadini torinesi con lo scopo di difendere la fede cattolica conto la diffusione del protestantesimo. La Compagnia, grazie a numerosi lasciti, divenne potentissima tanto da giungere, ad un certo punto della sua storia, a fare da garante al debito dello Stato sabaudo. In modo multiforme rispondeva già ai tempi alle differenti necessità sociali: sorsero la Casa del Soccorso delle Vergini, il Collegio dei Nobili, l’Alberto di Virtù, l’Opera degli esercizi spirituali, il Monte di Pietà contro l’usura, l’Ufficio Pio e altre opere. L’assistenza spirituale dei confratelli fu prima dei Domenicani, in seguito dei Gesuiti e nella loro chiesa dei Ss. Martiri fu quindi eretto un altare dedicato proprio a S. Paolo.


La storica dell’arte Arabella Cifani, accompagnata nel suo intervento da Francesca Cappellaro, ha illustrato come nei secoli le sedi delle confraternite siano state abbellite da importanti opere d’arte, realizzate per elevare lo spirito, commissionate sovente dai confratelli con grande sacrificio. È stata segnalata l’importanza della documentazione archivistica per ricostruire le vicende delle opere d’arte, finanziate negli anni anche grazie a generosi lasciti e donazioni.


Da notare che alle volte gli artisti erano confratelli, ottimo l’esempio di Piffetti membro della Confraternita dello Spirito Santo. Si è quindi entrati nel merito dell’attività svolta dalla Confraternita della Misericordia, sorta per l’aiuto ai carcerati e l’assistenza dei condannati a morte. Un autentico scrigno d’arte è la chiesa in cui ha sede, nel cui coro, sconosciuto ai più, è presente una notevole galleria di ritratti degli arcivescovi torinesi insieme ad importanti membri e benefattori del sodalizio: tra questi gli oratoriani Sebastiano Valfrè e Giovanni Battista Prever.


Per la citata Compagnia di San Paolo è intervenuta Rosaria Cigliano che dopo aver sviluppato il tema: “L’impegno per la salvaguardia del patrimonio culturale delle Confraternite”, ha colto l’occasione per parlare delle iniziative che la fondazione bancaria ha in corso: un bando per il recupero dei beni artistici delle Confraternite, il programma di valorizzazione e restauro delle chiese del centro storico - da alcuni anni beneficiarie di un ingente investimento finanziario – e in particolare dell’asse di Via Garibaldi.


Non nella veste di assessore regionale, bensì nei panni del cultore della materia e testimone della “politica al servizio del bene comune”, Giovanni Maria Ferraris ha discusso il tema “Il mondo della politica e le Confraternite”. Infine un responsabile del Vol.To ha preso la parola per illustrare le opportunità offerte in risposta alle esigenze delle associazioni di volontariato.


Nel pomeriggio si sono susseguite le testimonianze delle Confraternite attive oggi in diocesi. Ha aperto la sessione don Fredo Olivero, rettore della chiesa di S. Rocco dove ha sede l’omonima confraternita dedita in passato alla sepoltura dei morti di peste, oggi aperta all’ospitalità delle varie comunità di immigrati della diocesi. Don Fredo ha accennato che sono in atto i lavori di recupero artistico della chiesa di Via S. Francesco d’Assisi, mentre è stato recentemente riordinato l’archivio storico, che nonostante alcune dispersioni resta una ricca fonte cui potranno attingere gli studiosi.


A seguire la testimonianza della Confraternita del Santo Sudario che al culto sindonico accompagna la gestione di Casa Bordino, un servizio a vantaggio di persone con problemi psichici, opera iniziata dai confratelli fin dal lontano 1728. È oggi attiva la collaborazione con il progetto Il Bandolo della Compagnia di San Paolo. Quindi è stata la volta della Confraternita della SS. Annunziata che ha presentato un video realizzato nel 2014 in occasione dei 150 anni dalla nascita dell’asilo, fondato all’indomani dello spostamento della capitale da Torino a Firenze, quando la città attraversava momenti di seria difficoltà economica e sociale. Di seguito la testimonianza dell’Arciconfraternita dello Spirito Santo, nata per combattere le eresie che serpeggiavano nel XVI anche a Torino. Da notare che il ‘500 è il secolo in cui nacque la maggior parte delle confraternite. La confraternita gestiva un ospizio, ma diede anche sostegno ad un’Accademia Musicale. Nuovamente sul palco Valerio Gigliotti, questa volta come membro dell’Arciconfraternita della Misericordia, il quale ha ricordato l’attività oggi svolta a vantaggio dei detenuti a fine pena, il loro reinserimento sociale e l’assistenza ai familiari. È stato ricordato che dal 1989 la Chiesa della Misericordia è autorizzata ad ospitare la celebrazione della S. Messa in latino.


Serratrice, della Confraternita dell’Adorazione quotidiana universale perpetua a Gesù Sacramentato, ha sunteggiato le origini del sodalizio nato nella chiesa un tempo francescana di S. Tommaso per ispirazione delle torinesi sorelle Comoglio, opera poi sviluppata dal venerabile Paolo Pio Perazzo. Oggi ha tra i suoi scopi quello di sostenere gli studi dei seminaristi della diocesi. Ha preso poi la parola l’Avv. Besostri della Congregazione Maggiore della SS. Annunziata anch’essa presente nel centro storico, in una sede importante dal punto di vista artistico. Particolarmente significativo l’intervento della Confraternita di N. Signore dei Miracoli, riferimento per i tanti cittadini peruviani presenti in città, esempio di integrazione sociale. La priora ha illustrato i fatti miracolosi che hanno segnato la nascita della grande devozione verso il “crocifisso miracoloso” che è oggi patrono del Perù.


Particolarmente intensa l’attività svolta dall’Arciconfraternita della SS. Trinità che unisce il grande impegno per il recupero dell’artistica chiesa di Via Garibaldi, ad attività sociali: l’Housing in alcuni locali di proprietà, la Fondazione Crocetta con il convalescenziario per anziani e il collegio universitario. Oggi la chiesa della SS. Trinità ospita la pastorale universitaria.


Infine hanno parlato i confratelli della Arciconfraternita dei SS. Maurizio e Lazzaro (cui è affidata la basilica che sorge nel cuore della città, a pochi passi da Porta Palazzo) e la Pia Unione del Sacro Cuore di Maria che, riferimento della Chiesa di S. Cristina in Piazza S. Carlo, ha tra i suoi scopi la valorizzazione della chiesa un tempo annessa all’ex monastero delle carmelitane scalze, tra le cui mura visse la “prima santa torinese”, la beata Maria degli Angeli, che tra i suoi parenti ebbe, nel XVII secolo, alcuni confratelli della Compagnia di San Paolo.


Il convegno ha raggiunto il suo scopo: le confraternite sono ancor oggi vitali, una risposta alle necessità sociali di Torino da parte di persone generose occupate anche a valorizzare l’importante patrimonio religioso, culturale e artistico ereditato dal passato. Al termine i partecipanti hanno partecipato alla Messa celebrata nella cappella di san Francesco di Sales.

Daniele Bolognini

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Articolo pubblicato il 15/04/2017