Il noto mandala taoista simbolo dell’universo in cui viviamo.

Tutto nel nostro mondo è mosso dalla dualità: bene e male, luce e tenebre, maschio e femmina, vita e morte etc. etc.

Il mandala taoista, quello per intenderci metà bianco e metà nero con al centro rispettivamente un puntino nero e uno bianco che indica le due forze complementari dello yin e dello yang, rappresenta una raffigurazione grafica importantissima, nonché notissima, anche se molti ne misconoscono il significato

Tutto nel nostro mondo è mosso dalla dualità: bene e male, luce e tenebre, maschio e femmina, vita e  morte etc. etc.

Questa dualità è intrinsecamente presente in tutti gli aspetti vitali del nostro universo, in tutti i rapporti umani, sociali, religiosi ed economici. Però questa alternanza continua di bene e male in realtà è un movimento non statico, ma dinamico, il che vuol dire che mai esisterà il bene assoluto, così mai trionferà il male totale.

E ciò è un bene per la razza umana, poiché permette che tutto si rinnovi e che la cristallizzazione del nostro piano universale non diventi totale, pietrificando definitivamente i microcosmi umani in esso prigionieri.

Il nostro universo quindi è un dominio di esistenza come dire, di passaggio, per permettere alle anime in esso contenute di fare esperienze molteplici al fine di ritornare ad uno stato di unità assoluta.

E’ detto che il “Tao che si nomina non è il vero Tao”. Anche nel famoso mandala taoista raffigurante lo yin e lo yang, non vi è rappresentato il Tao, che rimane sottinteso, come potrebbe essere diversamente visto che tutto nel nostro mondo è mosso dalla dualità e ciò che trascende detta dualità non esiste all’esterno delle cose?

Quindi la dualità muove ogni cosa sotto il sole. L’antica leggenda dell’albero della conoscenza del bene e del male sta ad indicare il momento temporale in cui l’umanità assaggiò per la prima volta i frutti della dualità, con tutte le conseguenze che ancora adesso bene conosciamo, però è previsto un ritorno all’origine perduta, ritorno rappresentato dall’albero della vita che si erge al centro del paradiso perduto.

Questo albero si dice sia protetto dalla spada fiammeggiante di un cherubino di fuoco, una sorta di guardiano divino. Chi non ha trasceso la dualità innata in lui verrà respinto dal cherubino fiammeggiante, poiché precise leggi divine non permettono di avvicinare le cose sacre senza esserne degni.

Oggigiorno la differenza etica e morale tra bene e male è sempre più labile: segno che la forza propulsiva dell’era dell’Acquario ha afferrato l’universo intero, tutto si scioglie e si sgretola ma non per un giudizio punitivo, solo per riportare l’umanità allo stato di unità perduta e dimenticata.

Possano molti risolvere in loro la dualità genetica tipica della nostra razza!

 

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Articolo pubblicato il 17/04/2017