Il ciclismo sprofonda nel lutto. Omaggio a Michele Scarponi.

Travolto da un furgone, questa mattina il forte e simpatico corridore dell'Astana ha perduto la sua più preziosa corsa. Dolore, stupore e lutto nel mondo dello sport

Sabato 22 aprile 2017. Questa mattina, vittima di un crudele incidente stradale mentre si allenava di buon'ora, Michele Scarponi, capitano dell'Astana per il prossimo giro d'Italia n. 100, è deceduto sul colpo nel forte impatto contro un furgone che gli ha tagliato la strada. Aveva 37 anni.

Una triste notizia, una di quelle che gli appassionati delle due ruote  non vorrebbero sentire mai. Inutile dilungarsi su responsabilità e dinamiche. Gli incidenti non esistono in natura, sono sempre frutto di un errore umano. Quando le conseguenze sono irrecuperabili ci si rende conto delle nostre fragilità. Non ci deve mai essere un limite all'attenzione, lo dimentichiamo spesso.

Il mondo dello sport, ed in particolare tutto il ciclismo è profondamente affranto. Alla sua amatissima famiglia tutto il cordoglio della testata Civico 20 News  e in particolare di chi scrive, appassionato di questo sport e che aveva seguito il recente Tour of the Alps con particolare attenzione proprio nei confronti di Michele Scarponi, già vincitore del giro d'Italia nel 2011 e nuovamente prossimo alla sua grande occasione: tornare a essere il leader di una squadra per la quale è sempre stato "gregario di lusso". Si vedeva che era pronto. Senza di lui il giro d'Italia non sarà lo stesso.

Che Michele riposi in pace tra le nuvole che si perdono in quelle vette imbiancate, paradiso degli scalatori e degli eroi della montagna, e che dall'alto vegli sui suoi tanti, attoniti e sconvolti compagni di sport. Tra poco torneranno a tuffarsi in discese mozzafiato. Il pericolo è compreso in quel mestiere di fatica e di coraggio, serve sempre un angelo in più.

 

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Articolo pubblicato il 22/04/2017