La Sanità del Piemonte nelle mani del gatto e della volpe

La risibile istoria del “piano di rientro”

Il gatto è Antonino Saitta, la volpe, che opera nell’ombra, è Sergio Chiamparino. Ambedue per anni  hanno sostenuto che la Sanità aveva assoluta necessità di un piano di rientro, perché il costo della gestione del settore sanitario aveva causato all’Ente Regione un deficit insopportabile.

Saitta e Chiamparino, dopo avere instillato nella mente dei cittadini piemontesi che il cattivo bilancio della Sanità regionale fosse la causa del tragico ”buco nero” esistente nei conti della Regione Piemonte da loro amministrata, ed ammontante ad oltre 7.258.726.834 euro, si sono avventati, quasi con furore, sulla Sanità.

Hanno messo in atto tagli a prestazioni e servizi sanitari, blocco de turn-over e delle assunzioni, ticket sempre più pesanti (che in qualche caso hanno raggiunto il costo della prestazione a pagamento), distruzione di importanti nosocomi come l’Ospedale Oftalmico ed il Maria Adelaide, code e liste di attesa ed infine la negazione di indagini e di presidi curativi moderni, non escluse le  ultime pratiche fisioterapiche.

Anche l’ultimo aumento dell’addizionale regionale IRPEF è stato attribuito dai due compari al deficit sanitario. 

Il gatto e la volpe hanno mentito alla popolazione piemontese.

Recenti indagini approfondite, avallate dal Senato, hanno infatti dimostrato che la Sanità piemontese non è mai stata in deficit dal 2005.

E’ invece l’Ente Regione ad avere un deficit che è il secondo tra le regioni italiane, quantificabile, come abbiamo scritto in oltre 7,2 miliardi.

Per nascondere questo “buco”, Saitta e Chiamparino hanno deciso di sottrarre alla Sanità parte dei finanziamenti provenienti da Roma per il comparto sanitario, e li hanno utilizzati, come scrive l’organo dell’Ordine dei Medici di Torino, per spese che nulla hanno a che vedere con la sanità.

Ben 4,3 miliardi di euro, destinati al sistema sanitario regionale sono stati spesi per altri scopi ed i due compari hanno avuto la trovata di inviare in “piano di rientro”, non la Regione piena di debiti, ma la Sanità che, oltre ad essere in pareggio, vantava miliardi di crediti dalla stessa Regione.

E’ora indispensabile capire come sono stati utilizzati i fondi sottratti da Saitta e Chiamparino al comparto sanitario.

E capire per quale ragione i due compari hanno ridotto in modo pesante il diritto alla salute dei cittadini del Piemonte, costringendoli ad accettare, con la falsa notizia di un piano di rientro inevitabile, tutti i tagli e le limitazioni che abbiamo elencato più sopra.

Non solo i medici e gli altri operatori sanitari che, come scrivono Giorgio Cavallero e Rosetta Zerbi sul giornale dell’Ordine dei Medici, sono stati utilizzati come capri espiatori, ma tutti i cittadini piemontesi hanno il diritto di sapere fino in fondo la verità.

Già qualche rumor circola tra la gente.

Ma uno in particolare spiega il riserbo e la necessità dei due politicanti di nascondere questo trasferimento di fondi. Non ignorano il sentire dei piemontesi e temono una grave perdita di consenso elettorale, qualora emergesse che, in obbedienza al loro governo, le risorse sottratte alla sanità sono dedicate all’accoglienza ed al mantenimento di ogni tipo di immigrati e di ogni etnia di rom.

Attraverso il finanziamento di coop, caritas di varia estrazione, ONG, centri sociali ed associazioni che lucrano alla grande con i fondi sottratti dal gatto e la volpe al budget sanitario.

 

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Articolo pubblicato il 08/05/2017