Basterebbe copiare dagli altri

Da inizio maggio è diventato obbligatorio per tutti timbrare sui bus sempre

Dopo una campagna sfrenata con migliaia di volantini “Allenati a bippare” disseminati alla fermate dei trasporti pubblici torinesi e su bus e tram, con il primo di maggio è iniziato ufficialmente l’obbligo ti obliterare ad ogni salita su un mezzo pubblico, anche se avete già timbrato su un altro bus e anche se avete un abbonamento.

La mobilitazione di GTT al momento è risultata impeccabile: diffusione a pioggia di volantini, aumento delle macchinette disponibili su ogni mezzo, statistiche aggiornate sulle fermate a cui su è timbrato maggiormente (con tanto di hit parade sul sito GTT), e, udite udite, anche l’idea di trovare il modo per premiare chi timbrerà (perché si sa noi siamo civici e civili solo se c’è lo zuccherino, insomma un po’ come le leggi per venire incontro a chi non aveva pagato le tasse e si mostrava coraggioso a venire allo scoperto).

Qualche settimana fa, si leggeva sui quotidiani che la nobile iniziativa di obbligare a obliterare il più possibile aveva anche un altro scopo: utilizzare in seguito i dati statistici raccolti per riprogrammare la frequenza dei bus su alcune tratte/orari (dove riprogrammare assume le parvenze di un raffinato eufemismo che potrebbe voler dire tagliare qualche bus sulla vostra linea preferita ma sottoutilizzata, anche dal momento che GTT non è che navighi nell’oro).

Chi, come il sottoscritto, utilizza abitualmente i mezzi pubblici, avrà notato che continuano ad essere moltissimi coloro che non timbrano (magari abbonati che non si ricordano o non ne hanno voglia), con la conseguenza che chissà quali algoritmi statistici verranno applicati sui (forse pochi?) dati raccolti da qui a qualche mese.

Il punto, dunque, non è tanto promettere lo zuccherino a chi timbra, fare volantinaggio disboscando la foresta amazzonica, o mettere 4 macchinette per timbrare su alcuni bus: la questione è assicurarsi che gli utenti obliterino salendo sul mezzo.

Pochi giorni fa sono tornato da un viaggio di alcuni giorni a Londra. Benché Torino sia indiscutibilmente più bella, con un centro storico più uniforme ed omogeneo, indubbiamente più pulita, senza cementificazione dissennata, e con il restyling del centro rifatto da pochi anni alla faccia di una Abbazia di Westminster che di medievale non ha solo lo stile ma anche la polvere,  salendo sugli storici bus londinesi rossi a due piani, il conducente si assicurava che chi saliva timbrasse (così come mi pare si fosse ventilato di fare per la linea 4 di Torino, salvo poi non farsene più nulla e chissà perché).

In una certa misura, questo è quello che già avveniva a Torino sino agli anni ’80, quando su ogni bus c’era il conducente e il bigliettaio da cui si acquistava il biglietto senza possibilità di fare i furbi, mentre, ora, i controllori salgono sporadicamente e spesso solo su bus e tram mezzi vuoti e non quando sono strapieni.

In attesa di nuove strategie da parte del GTT e di vedere la nuova classifica del bus più timbrati della settimana, non mi resta che consigliarvi di obliterare e di invitare a farlo a chi sale con voi, pena il rischio a breve di vedere ridotte le corse del vostro bus preferito e di vedere svanire per voi la possibilità di guadagnare ricchi premi e cotillon.




Marco Pinzuti


Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 16/05/2017