Uncem Piemonte - La strategia rivitalizzante dell'Albergo Diffuso per i borghi alpini
Foto di repertorio

La tipologia alberghiera per intercettare nuovi flussi turistici

Uncem accoglie positivamente l'approvazione, da parte della Giunta regionale, del nuovo regolamento alberghiero che introduce la tipologia dell' "albergo diffuso".

Si tratta di strutture diffuse, che mirano a recuperare e valorizzare il patrimonio edilizio, la cultura e le tradizioni locali dei piccoli centri montani e collinari, caratterizzate da uno stabile principale, destinato ad accogliere i servizi di uso comune, collegato a una serie di locali, distanti fino a mille metri, che ospitano camere alberghiere.

Una struttura che ha già permesso, in particolare nell'Appennino, la rivitalizzazione di molti borghi, come Santo Stefano di Sessanio nel cuore dell'Abruzzo.

"La stessa cosa può avvenire in Piemonte - afferma Lido Riba - dove peraltro già esistono alberghi diffusi. Abitazioni vicine, baite ben ristrutturate, che ospitano nello stesso borgo una o più camere, messe in rete, oltre a ristorante, botteghe artigiane, spazi per mostre e incontri".

Dei cinquanta in Italia, tre sono nati negli ultimi anni in Piemonte, a Graglia nel Biellese (Valle Elvo), al Preit di Canosio (Locanda degli Elfi, quattro punti su TripAdvisor) e a Ceaglio di Marmora (quattro punti e mezzo su TripAdvisor) in Val Maira, grazie a una forte presenza di turisti tedeschi affascinati dai nostri borghi.

Gli alberghi diffusi, secondo quanto previsto dal nuovo regolamento, sono limitati ai Comuni classificati come montani e collinari: rispetto alle caratteristiche degli alberghi, è previsto un numero minimo di camere inferiore (cinque anziché sette) e la possibilità, nei Comuni o nelle frazioni con meno di 5mila abitanti, di mantenere la destinazione d’uso residenziale, anziché turistico-ricettiva, per le strutture, ad eccezione di quelle principali.

Questa nuova categoria, come ha precisato l’assessora alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte, mira a favorire l’impresa turistica, in particolare nei borghi di montagna e collina, per aumentare l’offerta nel campo ricettivo e fornire ulteriori opportunità di sviluppo in contesti finora parzialmente sviluppati.

"Ne siamo convinti anche come Uncem - prosegue Riba - e bene ha fatto l'assessore Parigi, con la Giunta e il Consiglio, a volere questa modifica del regolamento. Ci sono molti Comuni montani pronti a lavorarci, subito, d'intesa con i privati, per intercettare nuovi flussi turistici, dall'Italia e dall'estero".

 

 

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Articolo pubblicato il 19/05/2017