Roma. Torna la Marcia per la Vita: “cambiare la politica si può”

Sabato 20 maggio alle 15, da piazza della Repubblica ed arrivo in p. Venezia

Il popolo della Vita è sceso ormai nelle strade e nelle piazze di tutto il mondo: famiglie con figli, tanti giovani, associazioni. Milioni di persone, in ogni angolo del pianeta, riaffermano il valore sacro dell’esistenza umana, dal concepimento alla morte naturale.

Il prossimo appuntamento è a Roma con la VII edizione della ormai tradizionale Marcia per la Vita. È fissato per questo sabato, 20 maggio, con partenza alle ore 15 da piazza della Repubblica ed arrivo a piazza Venezia.

Si tratta di un’iniziativa apartitica, organizzata per la prima volta in Italia nel 2011 a Desenzano, ma, vista la vasta adesione riscossa, subito trasferita nella Capitale: «Con noi – ha dichiarato Virginia Coda Nunziante, portavoce dell’evento – ci saranno i circa sei milioni di bambini ai quali, dall’approvazione della legge sull’aborto del 1978 ad oggi, è stato negato il diritto di nascere.

Ci battiamo per far sapere alla gente che, solo nel 2016, in Italia sono stati uccisi dall’uomo oltre 100 mila bimbi. È un numero drammatico. La nostra è una missione. Siamo sicuri che quanto facciamo darà presto i suoi frutti. Confrontandoci con i giovani, abbiamo capito che il futuro sarà migliore del presente».

Il riferimento per tutti resta, come sempre, la Marcia per la Vita di Washington, che si svolge ininterrottamente dal lontano 1974 e che lo scorso 27 gennaio è giunta alla sua 44ma edizione: oltre 700 mila persone, secondo quanto riferito dalla Cnn, hanno preso parte ad un evento grandioso, che ha visto la partecipazione, per la prima volta, del Vicepresidente Usa, Mike Pence: «Nessun finanziamento all’aborto» e la Vita tra «i diritti che difenderemo nel nostro Paese», ha detto.

Lo stesso Presidente, Donald Trump, non ha mancato di far giungere il proprio sostegno con un tweet: «You have my full support!». La responsabile della sua campagna elettorale, Kellyanne Elizabeth Conway, dal canto suo, ha esortato ad alzarsi ed a reagire, «Stand up for Life», ha detto. Il perché lo ha immediatamente precisato la presidente della Marcia per la Vita, Jeanne Mancini: «per i milioni di bambini, che sono stati abortiti negli Stati Uniti». Ed ha aggiunto: «Abbiamo il potere di cambiare il mondo». In effetti, è proprio così.

La Marcia di Washington è la dimostrazione della possibilità, per il popolo della Vita, di influire davvero e concretamente sulla politica: negli Stati Uniti il voto pro-life si è rivelato decisivo alle ultime elezioni, si è ottenuta l’abolizione di qualsiasi finanziamento all’aborto, si è assicurata l’elezione di Neil Gorsuch, un giudice pro-life, alla Corte Suprema.

E questo non accade solo negli Stati Uniti. Anche in Polonia le campagne di sensibilizzazione per la Famiglia e la Vita hanno indotto il governo a riconoscere ai genitori, dal secondo figlio in poi, un assegno mensile da 115 euro, ciò che ha fatto nascere il 10% di bambini in più rispetto all’anno scorso. Anche in Italia, da questo punto di vista, il lavoro da fare è enorme: «Vi sembra un Paese civile quello che stanzia ogni anno tra i 200 ed i 250 milioni per consentire alle donne di abortire? – si chiede Virginia Coda Nunziante – Non sarebbe meglio destinare tali fondi in politiche finalizzate a spingere le famiglie a fare più figli?».

In alcune regioni la pillola Ru486 può essere somministrata in ambulatorio, senza nemmeno ricovero ospedaliero: «E consideriamo terribile anche il progetto di legge, che si sta discutendo in Parlamento sull’eutanasia».

Ecco perché migliaia di sigle, migliaia di slogan, migliaia di cartelli scendono in piazza. Anche in Europa: lo si è fatto lo scorso 22 gennaio a Parigi, il 24 marzo a Biella ed all’Aja, il 26 marzo a Bruxelles, il 22 aprile a Praga.

Ora è la volta di Roma, questo sabato. Contemporaneamente anche Birmingham, in Inghilterra. E poi Spalato e Zagabria, Dublino il primo luglio, Berlino il 16 settembre e l’elenco potrebbe continuare. L’intero Continente, come il resto del mondo, è in movimento, per dire un no forte e chiaro all’aborto, all’eutanasia, all’eugenetica, alla fecondazione assistita, senza se e senza ma. Non è un caso se, proprio alla vigilia della Marcia per la Vita, a Roma, si terrà un importante convegno internazionale a porte chiuse con i vertici delle principali sigle pro-life del mondo, per fare il punto della situazione e disegnare le strategie future. Le migliaia di organizzazioni presenti ed operanti ovunque sono pronte a dar battaglia e determinate a ribadire la Vita quale principio «non negoziabile». La loro è una voce, anzi un grido, che non si può più far finta di non sentire.

Mauro Faverzani

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Articolo pubblicato il 19/05/2017