Torino - Chiamparino ha ragione

Occorre un nuovo “sistema Torino”

Chiamparino, come un noto politico del ventennio, ha sempre ragione. Lo scrive anche un quotidiano cittadino, che condivide con lui l’affermazione che è necessario un nuovo “Sistema Torino” che possa proseguire nella sua opera meritoria di fare sempre più grande ed ammirata la nostra città.

 

C’è il rischio che il miglioramento della viabilità del centro cittadino, terminato nel 2016, con l’inaugurazione del meraviglioso tunnel sotto piazza Statuto, non abbia un seguito di così elevato livello.

 

Il sottopasso, iniziato da Chiamparino con i soldi delle olimpiadi e portato a termine, in soli dodici anni, da Piero Fassino, un pilastro del vecchio Sistema, non potrà, senza un nuovo Sistema Torino (ed in attesa dell’assegnazione di una nuova olimpiade) essere seguito da altre  grandiose opere di trasformazione e di ammodernamento della nostra città.

 

Solo con la riesumazione del cosiddetto Sistema Torino, affermano Chiamparino ed il quotidiano torinese, si potrà mantenere anche in futuro quell’orientamento, finora adottato dai  sindaci degli ultimi quaranta anni (tutti di sinistra), che si prefigge di preservare l’identità storica, il paesaggio  e l’ambiente delle vecchie periferie cittadine e ne impedisce ogni intervento che ne alteri la vetusta struttura.

 

Sono quartieri che conservano nelle loro contrade pittoresche, nelle strade e nei vicoli dissestati i tratti ambientali che ricordano l’epoca descritta in “Don Pipeta l’Asilè”.

 

Chiamparino ha ragione quando afferma che è il “Sistema Torino”, che ha fino ad oggi permesso di lasciare intonso quell’ambiente tardo secentesco che va salvaguardato e trasmesso ai nostri nipoti.

 

Il  fraterno connubio e l’alternanza tra banchieri saltimbanchi, politicanti ed industriali, messa in atto dal defunto sistema, che ora cerca una riesumazione, grazie alla new entry della pulzella che funge da sindaco, non ha mai ritenuto di doversi preoccupare di quel record mondiale di inquinamento atmosferico che, con l’aumento delle malattie polmonari, ha portato Torino all’attenzione del mondo.

 

Forse perché sono condizioni ambientali ormai tipiche per Torino e che riproducono, in molte giornate, grazie al concorso tra smog e nebbiolina, quell’atmosfera  decadente e romantica, cantata da Guido Gozzano.

 

Anche ai tempi felici del sistema, ricordato con accenni nostalgici da Sergio Chiamparino, non è stato preso alcun provvedimento in merito alla sincronizzazione degli impianti semaforici che renderebbero più fluida la circolazione, come da anni avviene nelle altre città europee, e che ridurrebbero l’inquinamento da polveri sottili ecc…

 

E’ probabile che su questo tema il pensiero della sindaca pulzella si sia sincronizzato con quello di Fassino, che non ha mai voluto migliorare questo aspetto della viabilità cittadina. Forse i due ritengono che le lunghe soste in coda, in attesa del verde dei semafori, possa incentivare il dialogo e l’integrazione tra gli autisti che sostano e coloro che sono di etnie diverse.

 

Un rinnovato sistema Torino, afferma Sergio Chiamparino, insieme ai politicanti che sono al governo della città, potrebbe:

 

Avvalersi di un’altra olimpiade per mettere mano ad un altro piccolo tratto della metropolitana.

 

Progettare e costruire un secondo splendido grattacielo, come il cosiddetto renzopiano, che come è noto, attira visitatori da tutte le parti del mondo.

 

Bonificare e liberare dai campi zingari tutti i lungo Stura, i lungo Po ed i lungo Dora, dislocandoli tutti  in un’area distante pochi metri dalla prima.

 

Importare nel quartiere Crocetta e nelle ville della colina qualche centinaio di “risorse”provenienti dall’Africa, contando sull’entusiastica accoglienza democratica di quegli abitanti.

 

Non interrompere quell’opera di allevamento e di foraggiamento di quei centri sociali che fungono da truppe cammellate (anche se non sempre), ai cortei ed alle manifestazioni indette dalla sinistra.

 

Ed infine continuare a governare (Sergio stai sereno) con l’aiuto del TAR del Piemonte, che ha deciso di prendere una decisione sulle firme false che lo hanno eletto, solo alla fine della legislatura.

        

 

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Articolo pubblicato il 24/05/2017