L’Editore milanese Polillo ha presentato in anteprima al 30° Salone del Libro di Torino il romanzo poliziesco di Nicholas Brady “L’assassino del luna park”, pubblicato originariamente nel 1933 e finora inedito in Italia.

Il romanzo presenta un classico “delitto impossibile” in uno scenario per nulla classico: a Mudford, una cittadina della campagna inglese, il luna park arriva solo due volte l’anno e i suoi abitanti non vogliono perdersi questa rara opportunità.

Malgrado sia una piovosa serata d’agosto, uomini, donne e bambini accorrono numerosi per fare un giro sulle giostre, accalcarsi ai banchi del tiro a segno o davanti alle slot machine, mentre i meno impressionabili tra il pubblico si godono l’ampio assortimento di “miracoli della natura”: un uomo dalla faccia di tigre, un altro senza braccia né gambe e la stupefacente Sandra, la “donna più grassa del mondo”, una delle attrazioni di maggior successo del luna park.

Ma questa volta lo spettacolo offerto da Sandra è indimenticabile per altre ragioni: la donna giace morta, con un pugnale conficcato nel collo.

Chi mai l’ha assassinata e soprattutto come ha fatto? Non ci sono orme sul terreno fangoso intorno alla sua tenda e i lavoranti sostengono di non aver visto nessuno entrarvi.

Ma gli interrogativi non finiscono qui: perché Sandra temeva di essere uccisa, come aveva confidato a qualcuno? E a cosa era dovuta la sua trasformazione da piacente ragazza a fenomeno da baraccone?

Sarà il reverendo Ebenezer Buckle a risolvere questo macabro mistero.

Dopo aver tratteggiato le peculiarità della trama di questo libro, per alcuni aspetti un po’ datato ma ancora godibile, merita soffermarsi sul personaggio dell’investigatore e, soprattutto, dell’autore.

Il reverendo Ebenezer Buckle è un curioso investigatore dilettante, con molti tratti in comune con Sherlock Holmes e altri investigatori “superuomini”, asessuati e un po’ maniacali nella vita quotidiana: è appassionato di orticultura, tema sul quale non esita a infliggere pedanti lezioni ai malcapitati interlocutori!

Il reverendo Buckle aiuta la polizia a risolvere i casi più misteriosi: è protagonista di cinque mystery classici, il primo è “La casa degli strani ospiti (1932), seguito l’anno seguente da “L’assassino del luna park” e da altri tre romanzi, ancora inediti in Italia, “Week-End Murder” (1933), “Ebenezer Investigates” (1934), “Coupons for Death” (1944).

Nelle trame di questi cinque polizieschi, l’autore dimostra una inaspettata perizia vista la sua predilezione per il giallo d’azione, evidente nei libri con gli altri suoi personaggi.

Già perché Nicholas Brady, è solo uno degli pseudonimi usati dallo scrittore inglese John Turner (1905-1945) che studia a Whitington, vicino a Manchester, e dopo un’esperienza nel giornale locale, si trasferisce a Londra dove lavora come cronista di nera alla Associated Press, al Daily Mail e infine al Daily Herald.

Malgrado la sua breve vita - muore infatti soli 39 anni, probabilmente di tubercolosi - John Turner è un narratore precoce e assai prolifico. In poco meno di 15 anni, pubblica oltre 45 opere che firma con i nomi di J. V. Turner, Nicholas Brady e, soprattutto, David Hume.

Il suo personaggio principale è l’investigatore privato Mike Cardby che esordisce nel 1932 in “Bullett Bite Deep”. Altro personaggio a lui caro, apparso come il precedente nei romanzi a firma David Hume, è Tony Carter, un giornalista di nera. John Turner scrive infine le storie imperniate sul reporter Amos Petrie firmandole con il suo vero nome.

Come appassionato al mystery classico, ritengo molto appropriata l’iniziativa dell’editore Polillo di riproporre questi due romanzi a firma Nicholas Brady con il reverendo Ebenezer Buckle come protagonista, nell’attesa di poter leggere anche gli altri tre che, a quanto pare, sono ormai di difficile reperimento anche nella versione originale.

Nicholas Brady - L’assassino del luna park

Polillo Editore Milano - € 16:40 - 272 pagine