Torino, "Il Parco Michelotti è e deve essere dei cittadini": il no dei torinesi al nuovo zoo

L'area del Parco Michelotti è stata concessa dal Comune a Zoom,società che gestisce il parco di Cumiana

Da diverso tempo la zona del Parco Michelotti è al centro di diverse polemiche tra i cittadini, diverse associazioni per la tutela dei diritti degli animali e il Comune di Torino. La diatriba ha avuto origine nel dicembre del 2015, quando l'allora giunta Fassino assegnò in via provvisoria l'area del parco a Zoom, ente che gestisce l'omonimo parco che sorge a Cumiana.

Nel giugno dell'anno scorso, con la vittoria alla carica di prima cittadina e l'avvento della giunta di Chiara Appendino, si pensava che qualcosa si facesse per tutelare il futuro dell'area, ma così non è stato. Difatti, la giunta pentastellata ha deciso di portare avanti il progetto, dando di fatto seguito a quanto già deciso dalla precedente amministrazione.

Tale fatto ha scatenato le ire di numerosi cittadini e associazioni animaliste ed ambientaliste, le quali si sono adoperate in diverse forme di protesta per impedire il ritorno dello zoo nel capoluogo piemontese.

L'esperienza dello zoo a Torino si è conclusa trent'anni fa, nel 1987, rendendo di fatto la città sabauda una tra le prime in Italia a porre fine allo zoo come mezzo di intrattenimento.

Il forte dissenso dei cittadini e di queste associazioni è arrivato forte e chiaro nel corso del Diritto di Tribuna che ha avuto luogo nella mattinata di martedì presso la Sala Capigruppo del Comune di Torino, i quali hanno presentato una petizione che ha raccolto ben 429 firme.

"A trent'anni dalla chiusura dell'ex zoo nell'area del Parco Michelotti con questa decisione la città rischia di fare un passo indietro nei periodi più bui della città. Viviamo in un periodo storico nel quale vi è sempre più una forte presa di coscienza riguardo le tematiche ambientaliste e animaliste, mentre invece l'attuale amministrazione sposa in toto un progetto ereditato dalla passata giunta" dichiara Rosalba Nattero, presidente dell'associazione SOS Gaia e una tra le prime firmatarie della petizione.

A farle da eco anche Monica Fontana, responsabile Leal, membro della consulta animalista del Comune di Torino e seconda firmataria della petizione: "Bisogna ridare lo spazio dell'area Michelotti alla cittadinanza. Non possiamo permettere che le nuove generazioni corrino il rischio di crescere con la filosofia del confinamento degli animali. In questo modo i cittadini vengono privati di uno spazio che spetta loro di diritto".

La questione verrà dibattuta in Commissione a Palazzo Civico il 6 giugno, in seguito alla manifestazione nazionale del 27 maggio indetta dalle associazioni promotrici SOS Gaia e Leal, con Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lida, Oipa e Pro Natura,  che avrà luogo alle ore 15 con partenza da Piazza XVIII Dicembre e conclusione alle ore 17 presso il Parco Michelotti.

"Noi non ci stiamo ad assistere in maniera silente alla svendita del patrimonio pubblico", continua Monica Fontana. "Se lo zoo venisse creato non soltanto si incorrerebbe in un'involuzione di trent'anni, ma l'area verrebbe svenduta per 5000 euro al mese per trent'anni rinnovabili per altri vent'anni, cioè al costo di un alloggio di pregio".


Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 24/05/2017