John Wick - Capitolo 2

Vendetta, azione e "killer style" all'ennesima potenza per il seguito di uno degli action più amati degli ultimi anni

"John Wick" è stata una piacevole sorpresa ai cinema nel 2015, da noi per altro segnalata nell'articolo "Tre passi nel 2015".

Un ottimo film di intrattenimento che fa quello che si prepone di fare, nulla di più e nulla di meno, ovvero intrattenere con gusto e con stile, proponendo sequenze action veramente ben ingegnate e ben dirette, con semplicità e senza il bisogno di veicoli che esplodono e palazzi che crollano a profusione, ma anzi preferendo in tal senso delle semplicissime sparatorie o combattimenti corpo a corpo vecchio stile.

Uno stile di action ormai andato perduto per molti blockbuster del nuovo millennio, ma ancora conosciuto e apprezzato da chi davanti e dietro la macchina da presa ci è stato per anni, come il regista Chad Stahelski assieme al collega David Leitch, nel primo film co-regista e per questo secondo capitolo invece Produttore Esecutivo.

Prima in veste di stuntman e controfigura niente meno che per Brandon Lee nel famoso "Il corvo" e poi come responsabile delle coreografie action in film come i vari "Matrix", "The bourne Identity", "The hunger games" e tanti altri ancora; Stahelski ha maturato non solo l'abilità ma anche la sapienza cinematografica di riprendere e montare correttamente una scena d'azione.


Niente più quindi mille stacchi nel montaggio da attacco epilettico come nei film di Michael Bay o altre boiate pseudo d'azione come la saga di "Transporter", "Fast & Furious" (a parte i primi dignitosi 2 episodi) o "Io vi Troverò"; così come niente scene opulente e pomposamente al ralenti per drammatizzare a oltranza tipo gli ultimi blockbuster alla Zack Snyder, da "300" a "Man of steel" fino all'ultimo ottenebrante "Batman vs Superman", così tronfiamente montati al rallentatore (si è calcolato che mandando a velocità normale tutti gli slow-motion di "300" il film dura poco meno di 45 minuti) da sembrare più una puntata della moviola di "90simo minuto" che un film d'azione che dovrebbe sprizzare adrenalina e dinamismo da ogni poro.

Tutto questo senza dimenticare poi il cuore vivo e pulsante del film vero e proprio, ovvero la storia e i personaggi e il mondo in cui sono ambientati.

Una storia semplice che è quasi un pretesto: un gruppetto di balordi tra cui il figlio del boss locale rubano la macchina e uccidono il cane del signor Wick, il quale però non è un uomo qualunque ma l'ex sicario numero uno della malavita russa.


Conosciuto come "Baba Jaga" (l'uomo nero), l'uomo si era da tempo ritirato per vivere in pace gli ultimi anni che rimanevano alla moglie, colpita di un male incurabile, la quale gli lascia come ultimo regalo il cane in questione di cui sopra.

Da qui parte l'innarestabile furia vendicativa di Keanu Reeves, cupo e silenzioso angelo della morte che risale la catena alimentare della mafia russa a New York fino ad arrivare al capo e suo figlio, colpevole dello sgarro iniziale e inconsapevole di chi fosse la sua vittima e di attirare così sulla sua banda la rovina più totale.

Il tutto ambientato in un credibile ed elegante "sotto-mondo" popolato di sicari, mercenari e scagnozzi assortiti tutti amalgamati in una città separata dalla gente normale, tra alberghi e locali riservati al "club" dei criminali, oltre che poi contratti e regolamenti da seguire alla lettera se non si vuole incorrere nella scomunica o la vendetta da parte della comunità dei malviventi.


Questo secondo capitolo era molto atteso dai fans che si erano creati attorno al primo e ad opinione di chi vi scrive riesce perfettamente nei propositi di un sequel, mantenendo tutti i pregi del primo film e rilanciando allargando l'ecosistema criminale descrivendone meglio la composizione e le dinamiche di comportamento.

Il tutto con ancora più azione, sparatorie e scazzottate del primo capitolo; perfettamente riprese nello stile "pulito" e spettacolare di cui parlavamo sopra.

Ma andiamo ora a vedere più da vicino cosa ha da proporre questo "John Wick - Capitolo 2" e perchè per gli amanti dei film action è un'altra piccola chicca da non perdere come fu il film di 3 anni fa.


DA "TRE METRI SOPRA IL CIELO" A "TRE METRI SOTTO TERRA"
E' infatti Riccardo Scamarcio il cattivo numero uno di questo secondo capitolo, nel ruolo di un boss camorrista che ha un debito da riscattare con il nostro John Wick.


Ricominciando da dove avevamo lasciato nel primo film, con Keanu Reeves che fa allegramente strage dei rimasugli di malavita russa ancora avanzati dopo la mattanza; l'entrata in scena dell'attore italiano porta l'azione in Italia all'interno di uno scenario di lotte per il potere tra cosche e famiglie malavitose.

Sognando il trono occupato dalla sorella, una bellissima e glaciale Claudia Gerini, Scamarcio impone il saldo di un vecchio favore fatto a John Wick chiedendole di farla fuori.

Ma ovviamente a cose fatte non esita a tradire l'uomo mettendo sulla sua testa una taglia milionaria, cosicchè Wick diventa il bersaglio di un orda di sicari pronti a fargli la pelle in tutte le strade e gli angoli più nascosti di New York.


Ancora una volta quindi sarà costretto a ricorrere a tutta la sua abilità e inesauribile furia omicida per riuscire a salvare la pelle, braccato senza sosta dai suoi ex-colleghi e dagli scagnozzi di Scamarcio nonchè come non bastasse anche dal fidato guardiano della Gerini disposto a tutto pur di vendicarla.

Un film che contrariamente ai soliti action dove la soluzione finale buonista vede l'eroe prevalere su tutto allontandosi sano e salvo verso il tramonto, fa anzi "sprofondare" sempre più a fondo il povero John Wick che più cerca di combattere e più non fa altro che accrescere il numero dei suoi nemici e di coloro che vogliono vederlo morto.


KILLING ME SOFTLY
"I heard he sang a good song, I heard he had a style" cantavano i Fugees negli anni '90, ovvero "Cantava una bella canzone con uno stile tutto suo"; un modo in cui potremmo riassumere (finora) la saga di questo nuovo anti-eroe d'azione.


Ben lontano dal combattere terroristi o criminali assortiti per un chissà quale ideale patriottico imposto dall'alto, il nostro è semplicemente un novello Charles Bronson che da giustiziere si ritrova a ricercato numero uno di tutta New York.

Uno stile che come detto non si limita alle sole scene d'azione, ma anche all'estetica e la morale del mondo criminale in cui è ambientato.

Lontano dal tran tran quotidiano della gente normale che mangia, dorme e lavora secondo il comune quieto vivere; il mondo di John Wick è invece un groviglio fumettistico (a breve infatti l'uscita del comic omonimo) di personaggi e location da non dimenticare.


Location colorate e fotografate in modo vivo e pulsante, dai locali esclusivi ai bassifondi di Roma ai marciapiedi e la metropolitana di New York; popolate di bande e personaggi e contesti esclusivi ognuno con una loro fetta difesa coi denti di dominio criminale.

Come ad esempio gli alberghi del "Continental", rifugio sicuro per i malviventi all'interno del quale non sono ammessi regolamenti di conti; la cui filiale italiana è gestita dal grande Franco Nero (la "D" è muta) mentre a New York è sotto il comando di Ian McShane, attore ultra-settantenne che ultimamente sembra finalmente essere giunto alla consacrazione, dopo una vita di film e ruoli minori, con la magnifica e suggestiva serie tv "American Gods" nel ruolo del misterioso Mr.Wednesday.


UN MONDO CINEMATOGRAFICO COSTRUITO IN MODO AFFASCINANTE DAL REGISTA CHAD STAHELSKI, IL QUALE HA RIFIUTATO BUDGET MILIONARI PER IL TERZO CAPITOLO PUR DI MANTENERE IL CONTROLLO DELLA STORIA E DEI PERSONAGGI; RIFIUTANDO (PAROLE SUE) LA DERIVA SPACCATUTTO ESAGERATA DEI VARI FAST&FURIOUS O JAMES BOND PER UNA AZIONE PIU' "TERRENA" MA ALTRETTANTO SPETTACOLARE, CONTINUANDO AD AMPLIARE QUESTO MONDO GIA' BEN DESCRITTO E RIPROPORCI ANCORA IL PERSONAGGIO GIA' RODATO DI KEANU REEVES E GLI ALTRI FIDATI ATTORI SECONDARI. SAPRA' MANTENERE LA PAROLA O FINIRA' ANCHE LUI PER VENDERSI ALLE MAZZETTE DORATE DELLE MAJOR? SE C'E' UNA COSA CHE CI HANNO INSEGNATO QUESTI PRIMI DUE FILM, MEGLIO NON TRADIRE MAI JOHN WICK.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 28/05/2017