Macron - Putin, una cocente sconfitta per lo Zar

Alcuni osservatori hanno definito un flop l’ultimo G7 a Taormina, ma in realtà in questo weekend si sono poste le basi per un cambiamento radicale della geopolitica, una scelta di rotta più o meno volontaria, ma già dalla giornata di lunedì l’impressione era che il mondo era cambiato.

Angela Merkel che dice di non fidarsi più degli USA e che l’Europa deve diventare autosufficiente è un cambiamento epocale, infatti dal 1947 in poi, per settanta anni l’Europa è stata succube della politica americana e mai principale artefice dei propri destini. In quel periodo storico l’ombrello americano ha rappresentato una garanzia per lo sviluppo delle economie europee e con esse il miglioramento del benessere generale. Il confronto con gli stati del blocco ex comunista è impietoso ed ancora oggi si possono osservare le profonde differenze tra chi ha goduto del pensiero liberale con chi era costretto a vivere sotto la cortina di ferro.

Ma il mondo oggi cambia velocemente, l’avvento di Trump ha sancito una netta cesura con il passato e ciò che sino a pochi anni fa sembrava impossibile oggi è realtà. L’America di Trump si trova sicuramente più a suo agio con la Russia di Putin che non con l’Europa della Merkel e non fa nulla per nasconderlo.

Così con Trump che esibisce uno dei suoi lati peggiori durante il vertice di Taormina con un atteggiamento di superiorità verso tutti se non di propria e vera irriverenza, ha convinto definitivamente la Merkel che con il parrucchino non bisogna essere teneri. Trump a sua volta ha “preso in giro” Angela Merkel e ciò ha permesso a noi italiani di constatare come si dovrebbero comportare dei politici degni di tale nome. Martin Schulz, principale rivale della Merkel alle prossime elezioni Parlamentari, ha detto senza giri di parole che il comportamento di Trump era inaccettabile in quanto la Merkel stava rappresentando a Taormina tutta la Germania. Parole di difesa che nella italietta non si sarebbero mai potute sentire (vi immaginate Di Maio difendere Renzi attaccato in un consesso internazionale?), ma purtroppo si sa, la nostra classe dirigente viene scelta con alcuni like su Facebook e quindi più di tanto non si può pretendere (e neanche lo dobbiamo pretendere in quanto la nostra classe politica è l’espressione esatta di tutti noi italiani).

Per avere però la dimensione del cambiamento in atto si deve anche correlare con l’incontro Macron – Putin di Parigi. L’immagine di un Putin in grave difficoltà di fronte alla fermezza di Macron è l’esatta foto della situazione, la stessa istantanea che potremmo scattare quando ad un tavolo da poker un giocatore va a vedere le carte di chi sta bluffando.

Putin in passato ha effettuato il trollaggio di tutti i leader europei, con l’Italia ci è riuscito benissimo, Gentiloni ci ha esposto persino a Taormina all’ennesima figura di eterni doppiogiochisti, dichiarando che l’Italia al G7 era anche la portavoce della Russia di Putin. Putin ha fatto guerre negli ultimi dieci anni in teatri dove, parafrasando una famosa pubblicità, “piace vincere facile”. Ha devastato la Cecenia, attaccato la Georgia, ha attaccato l’Ucraina nel momento in cui aveva nel suo esercito solo 6.000 uomini, ha affrontato la guerra in Siria bombardando le città piene di inermi civili e mai affrontando le truppe ISIS. A dire il vero una volta si sono trovati a confronto i discendenti dell’Armata rossa con i mamelucchi dell’ISIS, è successo a Palmira ed il risultato è stato che i prodi eroi russi sono scappati a gambe levate senza sparare un colpo e lasciando tutte le attrezzature sul campo.

Putin ha usato a pieni mani, e continua ad usarla, la disinformazione per convincere gli europei che dovevano avere paura della Russia e che con lui è meglio chinare il capo.

Poi è successo che Angela Merkel è andata a Mosca e nella conferenza finale non ha mostrato alcun timore a parlar chiaro e dire cosa pensava del regime russo. Questo weekend Macron ha letteralmente “sputtanato” Putin davanti una platea internazionale e lui  ha evidentemente subito il colpo. Il Re è nudo

Tutti gli osservatori e studiosi della figura di Putin avevano in passato suggerito come bisognava affrontare il leader russo, ovvero con un atteggiamento di sfida di chi non si fa intimorire. Purtroppo quasi nessuno aveva seguito i consigli ed ogni volta pur di non scontentare l’orso russo chi più chi meno ha chinato il capo di fronte lo zar. L’unico linguaggio che Putin sembra in grado di comprendere è quello animalesco di chi stringe gli occhi e digrigna i denti. Lui ti sfida continuamente e cerca di imporsi come maschio Alfa. Quando incontra un altro Alfa prova a sfidarlo ma se perde mette la coda in mezzo le gambe e china la testa. D'altronde le armi che ha in mano Putin sono spuntate, un esercito allo sbando (escludendo ovviamente l’arsenale nucleare) numeroso ma male addestrato ed ancor più male armato e poco motivato, un economia vicina al disastro dove i contraccolpi sociali cominciano a farsi sentire, le elezioni nel 2018 dove lo zar ha sentito la necessità di creare il “progetto Navalny” per potersi assicurare un minimo di parvenza democratica, una Crimea conquistata ma assolutamente inquieta in quanto le promesse di miglioramento non sono mai arrivate ed anzi la qualità della vita è crollata e si potrebbe continuare a lungo per descrivere il crepuscolo russo.

In questa situazione il giovane Macron lo ha sfidato con energia e a giudicare dalle espressioni del leader moscovita pare avere vinto, Putin se ne è tornato a Mosca con la coda tra le gambe ed adesso dovrà meditare le nuove mosse. Dalla Brexit in poi è stata per la Russia una Caporetto dopo l’altra, sfide perse che cominciano a far ripensare molti analisti sulla capacità politiche di Putin.

Infine per comprendere come sta cambiando il mondo va fatta un’ultima riflessione. I partiti della sinistra che avevano dovuto ingurgitare il fatto di doversi sedere a fianco dei neofascisti e neonazisti in ottica anti atlantica si trovano ora spiazzati. Per fare un esempio, l’eurodeputata comunista Eleonora Forenza che in Donbas si trova al fianco di Forza Nuova uniti dalla comune passione per lo Zar di Mosca e dalla comune antipatia per l’America, ora si trova nella condizione di condividere contemporaneamente il percorso politico di Roberto Fiore ma anche quello di Trump, il quale diventando in parte inviso all’Europa cercherà sempre una maggior sponda verso la Russia. Un nuovo contrordine compagni che rischia di confondere i già confusi adoratori italici di Putin

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 31/05/2017