Classico vs Remake - "Profumo di donna"

Due film a distanza di 20 anni uno dall'altro, di cui l'ultimo a 20 anni di distanza da oggi... ma qual'è il meglio riuscito?

Abbiamo deciso per questi caldi mesi pre-estivi, dove il cinema latita in attesa dei botti di settembre, di presentarvi una serie di confronti tra veri classici e i loro rispettivi remake più moderni.

Vale davvero la pena, sempre e comunque, riproporre un film classico in salsa più attuale o decontestualizzata?

A volte l'esperimento riesce, lo diciamo subito come per i due film che abbiamo scelto oggi, il "Profumo di donna" del 1974 di Dino Risi interpretato da un grandioso Vittorio Gassman o la sua controparte più moderna americanizzata di "Scent of a Woman", dove a farla da padrona è soprattutto la solita ottima performance di Al Pacino.


Un film che non delude e non "trasfigura" troppo la figura originale del colonnello Fausto Consolo in quella stelle e striscie del colonnelo Frank Slade, seppur quest'ultima molto più "lisciata" e "cool" rispetto alla più fragile e umana controparte italiana.

Decisamente a favore tricolore poi il giudizio sui due registi, se da un lato l'americano e buon mestierante di cinema Martin Brest non ne azzeccherà più una dopo questo film; dall'altro il nostro buon Dino Risi continuerà invece per quasi altri vent'anni, magari non più al top come prima ma pur sempre capace di sfornare ottime commedie come il mitico "Il Commissario Lo Gatto" con Lino Banfi oppure "Scemo di guerra" con protagonista Beppe Grillo, qualche decennio prima della sua "ascensione politica" con il Movimento 5 Stelle.

Ma di cosa parla alla fine questo film, tolte le dovute differenze?


La storia è il classico "racconto di formazione", dove al giovane ingenuo di turno viene affidato per un week-end un colonnello cieco in pensione da accudire; incontro che aprirà gli occhi al ragazzo sulla vita, sul sesso, l'amicizia e sull'amore; mentre dall'altro lato restituirà alla cinica vecchia volpe un pò di "gioia di vivere" nonostante la forzata oscurità in cui la sua vista menomata lo costringe.

Passiamo quindi dall'adescare prostitute alla gioia del mangiare e del bere, litigare con perfetti sconosciuti e fare festa con un branco di giovani ragazze nella versione italiana; così come risolvere una spinosa questione universitaria al guidare una Ferrari o ballare il tango con giovani donzelle nella versione americana.


Un personaggio quello del colonnello che colpisce e rapisce fin da subito, consapevole dello schifo nel mondo che lo circonda e ben deciso ad affrontarlo col sorriso sulle labbra, pieno di divertimento e strafottenza verso i luoghi comuni del perbenismo bigotto e l'ipocrisia democristiana del ignoranza per il quieto vivere.

Ma scendiamo più nel dettaglio del confronto mettendo faccia a faccia gli elementi chiave che compongono questi due film.


VITTORIO GASSMAN VS AL PACINO
Come già accennato, nel complesso del film il personaggio di Gassmman risulta decisamente più originale e "umano", pieno di contraddizioni come nel suo rapporto di amore/menefreghismo verso bellissima Agostina Belli, giovane amica di famiglia che vorrebbe concerdeglisi anima e corpo ma che lui respinge convinto di non meritarla e anzi di rovinarle l'esistenza con un amore impossibile.


Più di "maniera" invece il personaggio di Al Pacino, decisamente più sopra le righe ed "esplosivo" come registro recitativo, seppur degno di nota in alcuni frangenti come la "cena in famiglia" dove finalmente spunta qualche crepa nell'apparente corazza di menefreghismo del colonnello americano.

Due personaggi diversi comunque non soltanto per merito dei due attori, ovviamente, ma anche della sceneggiatura e la regia che risulta un pò più "scontata" nel remake di Martin Brest, mentre ha molto più calore umano e "mediterraneo" nell'originale di Dino Risi.


Molta della differenza sta soprattutto nei caratteristi che compongono il parco degli attori secondari, specie nella figura del ragazzo fin troppo "acqua e sapone" nella versione americana, con lo sguardo svampito di Chris O'Donnell candidamente ingenuo ed innocente rispetto alla versione più "furbetta" e maliziosa di Alessandro Momo, l'anno prima non a caso adolescente dagli ormoni in subbuglio per la bella "cammerera" di casa Laura Antonelli nel piccolo cult erotico all'italiana "Malizia".

Un personaggio con cui Gassman deve a volte calcare un pò la mano con il suo fare truffaldino e ammaliatore, rispetto al Pacino "venerato" quasi fin da subito dal giovane O'Donnell; messo in scacco senza alcuna difficoltà praticamente in ogni circostanza del film.


DINO RISI VS MARTIN BREST
Regista di lungo corso e maestro indiscusso della commedia all'italiana, Dino Risi assieme a Monicelli è stato un assoluto dominatore del genere anche con film come i già citati "Il Commissario Lo Gatto" o "Scemo di guerra", seppur come già detto nella fase "calante" della sua carriera.

Per non parlare poi dei film che diresse al suo apice come "Poveri ma belli" negli anni '50, film povero di mezzi ma ricchissimo di idee e di spirito con la bella Marisa Allasio che divide per gelosia gli amici Maurizio Arena e Renato Salvatori; oppure con un altro cult come "Il sorpasso" sempre con il grande Gassman e Catherine Spaak, a torto o ragione considerato quasi all'unanimità come il miglior film del regista italiano.

Dal lato suo Martin Brest ha una molto più povera ma pur dignitosa filmografia, in gran parte, specie con le commedie action "Beverly Hills Cop" e "Prima di mezzanotte".


Il primo film degli anni '80 con uno scoppiettante Eddie Murphy e la sua iconica e irresistibile risata; il secondo invece ottimo esempio di film d'azione "leggero" con un DeNiro nell'insolito ruolo di "cacciatore di taglie" alle prese con l'intrattabile e furbacchione Charles Grodin.

Dopo questo suo "Scent of a woman" non riuscirà più però a proporre film degni di nota, seppur con il grande successo d'incassi "Vi presento Joe Black", a opinione di chi vi scrive però decisamente un film evitabile e "piagnone" nonostante il grande successo di pubblica e di critica con numerosi premi vinti e nomination in giro per il mondo.


Per non parlare poi del suo ultimo "Amore estremo", che fece razzia di premi al "Razzie Awards 2003" come peggior film, regia e attori protagonisti; pur essendo comicamente (sempre per il sottoscritto) sempre meglio del indigeribile bottone pseudo-sentimentale di JoeBlack di cui sopra.


VERDETTO FINALE
Ottima la prova di recitazione per tutti e due i protagonisti, dove però bisogna dire Al Pacino ha vita più facile per gli atteggiamenti e lo stile "cool" più squadrati del film americano; rispetto la controparte italiana più sfaccettata e maggior approfondita dal punto di vista psico-sociologico.


Stessa valutazione per gli attori secondari, seppur bravo O'Donnell un pò troppo "faccia d'angelo" rispetto al più umano e "stronzetto" Alessandro Momo; decisamente più credibile anche grazie al personaggio più credibile del colonnello italiano di Gassman.

Decisamente più impietoso lo scontro tra i registi, con tutte le attenuanti del caso per un buon mestierante come Martin Brest, che fa il suo lavoro senza infamia e senza lode confezionando il classico film elegante e di buon ritmo che piace tanto agli americani.


Ma Dino Risi si rivela sicuramente superiore in tutto, da una regia più "umana" con personaggi e location perfettamente riconoscibili nell'ecosistema del territorio italiano; svariando con più sensibilità tra la commedia e il dramma e il sentimento e il già citato "racconto di formazione" per il giovane Momo; nonchè anche "racconto di redenzione" per il vecchio Gassman, specie nelle parti finali della storia.

Più modesto e quindi più vincente oltre che senza dubbio con maggiore originalità nel montare i vari passaggi delle scene e delle sequenze; oltre che un gusto per la fotografia e la messa in scena anni luce avanti (seppur parlando di un film del 1974) al 90% dei film italiani e americani proiettati nelle sale ai nostri giorni.


Vince quindi senza appello il film di Dino Risi, oggettivamente migliore in ogni aspetto nonchè poi (aspetto ovvio ma non scontato) sicuramente originale rispetto al remake, che rimane comunque un "buon" film al cospetto del "ottimo" film che era la base di partenza.

Insomma due film da guardare entrambi, se non altro per le ottime prove dei due attori protagonisti che causa senza dubbio un grande scontro di giudizio tra Vittorio Gassman e Al Pacino.


OGGI VI HO PARLATO VOLENTIERI DI UN FILM CHE HO PARTICOLARMENTE A CUORE, ANZI DUE FILM IN QUESTO CASO, DEI QUALI I PIU' PERO' CONOSCONO SOLTANTO LA VERSIONE AMERICANA IGNORANDONE LA BASE ITALIANA, COME AVVIENE POI PER TANTI (TROPPI) ALTRI FILM DI GENERE A CUI A VOLTE REGISTI COME QUENTIN TARANTINO RENDONO IL DOVUTO OMAGGIO IN CITAZIONI A PROFUSIONE; ALTRE VOLTE INVECE ALTRI REGISTI COPIANO SPUDORATAMENTE SENZA AVER NEPPURE LA VERGOGNA DI MENZIONARE L'ORIGINALE.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 04/06/2017