Cosa è un Bodhisattva.

Il termine Bodhisattva, proviene direttamente dalla tradizione buddista ed indica il protettore di tutti gli esseri senzienti che, avendo raggiunto lo stato del Nirvana, ovvero la liberazione dalla ruota delle reincarnazioni, non entra totalmente nei domini superiori per compassione di coloro che sono ancora legati a detta ruota chiamata “samsara”.

Il primo Bodhisattva fu proprio Gotama il Buddha, poiché, dopo i sette giorni passati seduto sotto l’albero della bodhi, dopo essersi liberato cioè,decise di divenire un maestro spirituale, anche se in un primo momento gli balenò la consapevolezza che oramai non aveva più nulla da fare nel mondo retto dal dio Mara e che quindi poteva liberamente godersi in pace la sua beatitudine conquistata.

La compassione per tutti gli esseri quindi caratterizza il Bodhisattva che, in un certo qual senso, diviene il ponte tra il nostro mondo di prigionieri e gli universi superiori del nirvana.

Nel libro “La voce del silenzio”, è detto che la vera via regale, sacerdotale e quindi divina è proprio quella del Bodhisattva, poiché questa  prevede il sacrificio di una parte della libertà ottenuta a favore di tutto l’universo.

La signora  Blavatsky, autrice di detto libro, afferma che esiste anche la possibilità di entrare totalmente nel nirvana, abbandonando ogni rapporto con il nostro mondo. Questa scelta comunque è da lei giudicata come egocentrica – per modo di dire – poiché ogni essere rinchiuso nella ruota delle reincarnazione soffre ed aspira alla liberazione, quindi il dovere di chi raggiunge la liberazione è proprio quello di rappresentare un modello e un esempio vivente per coloro che sono maturi per seguirlo

Per noi occidentali, abituati al senso del sacrificio, visto che siamo di cultura cristiana, suona molto famigliare il concetto di Bodhisattva. Il più alto ideale di un buon cristiano è quello di sacrificarsi per il prossimo, di introdurre tutti i suoi simili nel regno dei cieli. Per un buon cristiano-esoterico quindi appare logico il comportamento di un bodhisattva, anzi gli sembra l’unico degno di stima.

Secondo lo gnostico moderno Jan Van Rijckenborgh, ogni scuola esoterica realmente spirituale, diviene con i suoi membri maturi, un gruppo di bodhisattva. Questi formano un gruppo compatto di microcosmi liberati dalla ruota delle reincarnazioni che soggiornano, dopo la loro dipartita terrena, ai limiti dello spazio-tempo, per permettere la formazioni di nuovi gruppi che aspirano alla liberazione ma che soggiornano ancora nei domini tridimensionali.

Nel corso di milioni di anni si è formata così una catena indissolubile ed invincibile di varie fraternità gnostiche che unite insieme formano la fraternità dei liberati, presente in tutti i domini della materia e dello spirito. Un chiaro esempio romanzato di questa catena indissolubile della luce ci viene dato dalle opere di Gustav Meyrink, dove spesso cita questa catena di esseri superiori che è unità fin alle fonti da dove scaturisce ogni forma di vita materiale ed immateriale.

E’ molto logica questa cosa se ci riflettiamo bene: tutti gli innumerevoli esseri che si narra si siano realizzati, quindi che hanno rotto la loro prigione carnale e sono entrati nell’eternità, non possono che esistere attualmente in un dominio fuori dallo spazio e dal tempo, quindi al di là anche degli spazi astrali della nostra natura, retti anch’essi dalle leggi che regolano il nostro mondo fisico.

Queste entità formano insieme una fraternità universale di bodhisattva a vari livelli di sviluppo, ma tutti intenti a spronare gli uomini incarnati e maturi per ciò, affinché percorrano anch’essi il cammino che loro hanno percorso un tempo.

Teniamo ben in mente queste indicazioni, almeno noi che cerchiamo una via esoterica di realizzazione: chi è troppo egocentrico e pensa solo a se stesso potrà sviluppare delle buoni doti di anima, ma difficilmente entrerà in contatto con questa catena universale della vita liberata.

 

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Articolo pubblicato il 10/06/2017