Torino, la sindaca licenzia l’assessore all’immondizia

Rimpasto in giunta. Le deleghe mai esercitate erano attribuite a Chiara Appendino che le scarica sugli assessori

Non c’é organo di stampa che non si sia interessato alla tragica notte del 3 giugno in Piazza San Carlo. La sindaca, nel corso del weekend si è detta tardivamente dispiaciuta e, con un colpo di spazzola continua a pontificare come niente fosse.

Chiara Appendino licenzia Stefania Giannuzzi, assessore all’immondizia, dopo un anno di cattive figure in consiglio comunale. Nei fatti è rea di non aver allertato l’Amiat per la rimozione dei cocci di bottiglia dalla piazza, dopo che la sindaca che gestiva in proprio le deleghe alla Polizia Municipale ed alla Sicurezza, aveva acconsentito l’accesso  a venditori abusivi e quant’altro.

Ma Chiara Appendino afferma che non c’è nessun rifermento nelle sue decisioni, con i fatti di piazza san Carlo.

Esigenze organizzative. Il dato politico riguarda le deleghe distribuite agli assessori, con la promozione del fedelissimo capogruppo in consiglio comunale Alberto Unia, al posto della Giannuzzi, pur non essendo in possesso di competenze professionali specifiche.

Poiché quelle deleghe (Polizia Urbana, Sicurezza, Decentramento, Partecipazione non sono mai state esercitate, emerge chiaramene l’inefficienza di Chiara Appendino.

I grandi eventi restano in carico alla Sindaca.

Nel breve dibattito in consiglio comunale Roberto Rosso, Fabrizio Ricca e Stefano Lo Russo hanno smontato le acrobazie della sindaca ad iniziare dalla effettiva competenza degli assessori delegati, fino al ménage un po’ atipico della sindaca con il suo capo gabinetto.

Il capogruppo Morano ritorna sui 1537 feriti, smascherando la disinvoltura della sindaca nell’assegnazione delle deleghe e della sospetta tempestività nella defenestrazione dell’assessore Giannuzzi.

Il ruolo di “demiurgo” del capogabinetto Giordana è certificato dalla corrispondenza tenuta con gli assessori e dai rapporti tutt’altro che teneri tenuti con gli stessi in posizione di superiorità.

I vizi ritornano perché le competenze del nuovo assessori non trovano rispondenza nelle competenze personali. Osvaldo Napoli punta il dito sull’esito elettorale, ove il modello 5 Stelle esce fallito e ritorna sul pressapochismo di sindaco ed assessori.

Ne esce a pezzi, senza mezzi termini, la figura inadeguata dell’ex assessore Giannuzzi, reclutata dalla sindaca per la sua competenza.

Ora si sta sgretolando il fronte degli assessori selezionati ed il primo assessore politico, Unia entra in giunta, E’ bufera. Orami siamo al tragicomico. Musi lunghi e qualche significativa assenza anche trai i banchi del M5S. L’ala movimentista non ha capito i giravolta della sindaca che confonde la tutela del piccolo commercio, con le 14 licenze elargite per vil denaro ai nuovi centri commerciali

Gli elettori che hanno potuto decidere, cioè quelli che domenica sono andati al voto, in modo particolare in Piemonte, hanno preso netta distanza dal M5S, nonostante l’impegno di pungolo e di controllo del gruppo consigliare nei confronti della giunta Chiamparino.

Il metodo Appendino è ormai sinonimo di supponenza ed inefficienza. Chi ha potuto ha provveduto, perché non è sufficiente inneggiare all’orgoglio omosessuale, alle domeniche della salute ed alla decrescita felice.

Per governare con efficacia ci vuole ben altro. Per il momento i torinesi restano ancora in coda.

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Articolo pubblicato il 13/06/2017