L’algida Minerva di corso Vittorio Emanuele II, a Torino

Scherzose divagazioni estive sui decori dei palazzi torinesi

Facebook mostra con ineluttabile precisione i post che ho inserito uno o due anni or sono, dedicati a particolarità architettoniche dei palazzi torinesi.


Li rileggo, noto con soddisfazione che sono confluiti nel mio libro “Torino che non c’è più. Luoghi e personaggi”, ma con lievissima amarezza rilevo anche che al momento non ho più prodotto contributi su questo tema.


Come dice lo stilista Karl Lagerfeld, «E’ bello fare, non aver fatto» e così ho di nuovo ripreso con le ricognizioni fotografiche.


Inizio con questa glaciale Minerva, che orna le aperture dei negozi del palazzo di corso Vittorio Emanuele II nn. 100 e 102, angolo corso Vinzaglio.


Chissà perché l’architetto progettista come protome ornamentale al di sopra dei negozi non ha collocato un sorridente e quasi ammiccante Mercurio, presente in San Salvario, ma questa algida e un po’ scostante Minerva?


Mi viene in mente che i vecchi torinesi  dicevano che spesso il personale dei negozi meglio forniti e specializzati in determinati generi, che quindi godevano di una sorta di regime di monopolio, spesso tenevano un comportamento piuttosto antipatico e scostante e ostentavano un’aria di superiorità…  ma su questo tema non posso parlare per esperienza personale, visto che è rarissimo il caso che un negoziante usi nei miei confronti dei modi non dico simpatici ma almeno cortesi.


Mi piace credere che l’algida Minerva di corso Vittorio Emanuele II sia una sorta di monumento a certi commercianti torinesi.

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Articolo pubblicato il 15/06/2017