Che noia questo calcio

A vincere sono sempre gli stessi nel calcio dei campioni e di chi può permetterseli

Premesso che chi scrive è juventino, negli ultimi anni il calcio, sia nostrano che europeo, appare piuttosto noioso, dal momento che a vincere sono sempre le stesse squadre.

In Italia la Juventus ha vinto gli ultimi sei Scudetti e le ultime tre Coppe Italia (TIM Cup per i telecronisti RAI che senza sponsor perderebbero anche questo trofeo così come nel tempo hanno perso le coppe europee).

In Europa il Real Madrid ha vinto tre delle ultime quattro Coppe dei Campioni (Champions League se siete meno nostalgici).
Nella stessa Spagna, da quasi dieci anni ormai il Campionato lo vincono Real Madrid e Barcellona che, con i loro Cristiano Ronaldo e Messi, hanno monopolizzato gli ultimi nove palloni d’oro.

C’era un tempo in cui in Italia lo Scudetto lo vincevano Roma e Lazio, così come è avvenuto negli anni ’90, e la Sampdoria, dei gemelli del gol Vialli e Mancini, e persino il Verona, con gli “scarti” delle altre squadre, tra cui quel Galderisi di juventina memoria.

Persino i cugini del Toro, all’epoca di Lentini e Casagrande se ben ricordo, riuscirono nell’impresa di arrivare in una finale di Coppa UEFA, coppa vinta anni dopo da quel Parma di Nevio Scala che, con Minotti, Zola, Crippa e Asprilla, aveva lasciato tutti sbalorditi.

Nel calcio, lo sappiamo, è quasi sempre accaduto che chi avesse più soldi da poter spendere potesse essere in grado di acquistare i giocatori migliori su piazza e conseguentemente vincere i trofei più ambiti, anche se talvolta accadesse che compagini meno titolate riuscissero a vincere; quello che, però, sembra essere cambiato è che da un po’ di tempo squadre per così dire di seconda fascia siano ormai tagliate fuori dalla possibilità di vincere scudetti o coppe.

Nel calcio milionario, in cui oltretutto più si vince e più si hanno soldoni dalla UEFA (strano ragionamento che porta chi vince a vincere con ancora più facilità) e in cui i diritti TV portano laute somme alle Società, diventa sempre più improbabile che Società non particolarmente  ricche riescano ad arrivare a grossi traguardi.

La forbice calcistica, dunque, va aumentando, guarda caso come quella sociale che vede la distanza tra i più abbienti e i più poveri allargarsi, poiché la società odierna è un po’ come il calcio: tutti posso giocare ma qualcuno giocherà con mezzi via via sempre migliori.


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Articolo pubblicato il 17/06/2017