Kyiv Pride, il segno del cambiamento post sovietico

Grande successo per il Pride a Kyiv, il 1 giugno più di 2.000 persone hanno sfilato per le vie centrali della capitale senza alcun incidente in una festa multicolore.

Era il 2014, la rivoluzione era finita da poco e la società ucraina non aveva avuto il tempo per metabolizzare il lutto di tutti quei giovani calati a Kyiv da tutto il Paese per difendere la Democrazia, caduti sotto i colpi degli AK47 sparati dagli uomini dell'ex Presidente Yanukovich. Il Paese era appena entrato in guerra con la Russia, una delle maggiori potenze militari al mondo e il neo eletto Presidente Petro Poroshenko doveva affrontare difficoltà che avrebbero fatto tremare i polsi a qualsiasi politico.

Da una parte l'Europa che chiedeva all'Ucraina risposte militari soft che preservassero l'incolumità dei civili intrappolati nei territori occupati e dall'altra la spinta dei giovani nazionalisti che reclamavano la riconquista delle terre perdute.

In quello scenario vennero nei miei uffici a Kyiv i responsabili dell'associazione LGBT Ucraina. Nel 2014 già si vedevano segni di cambiamento e la situazione della comunità LGBT ucraina era certamente migliore rispetto la Russia di Putin, ma ancora persistevano vecchie ideologie post sovietiche che vorrebbero gli omosessuali una categoria di pazienti per ospedali psichiatrici..

Erano curiosi perchè la nostra agenzia turistica, prima in Ucraina, si era dichiarata gay-friendly. Rimasero ancor più meravigliati dal fatto che io ero etero e di conseguenza mi fecero la classica domanda “perchè lo fai ?”, domanda che mi è stata rivolta in innumerevoli contesti in questi anni, quasi che non ci fosse più l'idea che si possono fare delle cose semplicemente perchè ci si crede anche quando queste non portano vantaggi ma anzi spesso svantaggi.

La mia risposta fu semplice, dissi che non avevo supportato il Maidan perchè le cose continuassero nel solco culturale post sovietico, avevo portato in piazza la bandiera italiana e quella europea perchè la volontà dei giovani era quella di aspirare ad un futuro fatto di diritti, eguaglianza e dignità.

Da li a poco si tenne il primo Pride a Kyiv, 200 persone sulla Kreshatyk che sfidavano il perbenismo e le etichette. Ci furono scontri nonostante la presenza della polizia ma posero le basi per una rivoluzione culturale anche in Ucraina

Sono passati tre anni e oggi a Kyiv al Pride c'erano più di 2.500 persone, una festa colorata che a detta di tutti gli osservatori è stata un successo. Anche le montagne si muovono ed oggi abbiamo assistito ad una nuova Polizia che si è adoperata al massimo affinchè la manifestazione potesse riuscire al meglio, quella stessa polizia che in passato prima della sua rifondazione era stata accusata di violenze nei confronti della comunità LGBT.

Ci sono state come era prevedibile manifestazioni anche di dissenso e cosa curiosa venivano distribuiti volantini omofobici firmati da Katehon, il sito gestito dal rossobruno Aleksandr Dugin, famoso per le sue posizione estreme ed indicato come uno dei filosofi di riferimento di Putin. Va ricordato che Dugin è presidente dell'associazione piemonte-russia, organico alla Lega Nord e ispiratore di Diego Fusaro.

Ovviamente c'è ancora molto da fare ma anche in tema di diritti per la comunità LGBT si stanno facendo passi da gigante, l'Ucraina è ogni giorno di più uno Stato Europeo, uno Stato che si allontana irreversibilmente da quel passato Sovietico fatto di paure e repressioni. La propaganda russa utilizza le formazioni di destra ucraine facendo leva proprio sulla cosidetta "Gay Europa", utilizzando questo argomento per spaventare i meno giovani sulle scelte europee degli ultimi anni. Ma sta crescendo sempre di più un sentimento popolare diverso, molti di coloro che prima erano "neutrali" sull'argomento ora supportano o comunque non sono contrari, mentre molti che prima ingrossvano le fila dei movimenti omofobici ora diventano neutrali sull'argomento. Uno "shift" importante, impensabile prima del Maidan.

Dopo il successo di Eurovision, dopo la liberalizzazione dei visti turistici e dopo la manifestazione di oggi possiamo dire che il Presidente Poroshenko ha saputo portare nella giusta direzione il paese. Nelle prossime settimane si discuterà la revisione delle pensioni specie quelle minime, e continuerà la lotta alla corruzione avviata da questo nuovo corso. Si avvierà la riforma del sistema sanitario nazionale e quella agraria, il tutto in un paese che continua ad essere in guerra con una delle più micidiali macchine da morte, la Russia.

 

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Articolo pubblicato il 19/06/2017