Da piazza San Carlo a piazza Santa Giulia, l'estate rovente della Sindaca Appendino

Sembra chiaro il braccio di ferro che si è innescato tra le istituzioni dopo i fatti di piazza San Carlo. Un cortocircuito che può diventare un problema per la città.

Quanto accaduto l’altra sera a Vanchiglia merita una riflessione più approfondita rispetto le normali considerazioni di fatti di cronaca. I fatti sono noti, la Polizia presente per far rispettare l’ordinanza della Sindaca viene accerchiata da alcuni elementi dei Centri Sociali torinesi, gli avventori solidarizzano con i facinorosi e si arriva allo scontro fisico. I questurini in abiti borghesi chiedono aiuto alla Centrale operativa che in breve fa arrivare rinforzi. Pochi minuti dopo iniziano a volare le manganellate e sul selciato rimangono i cocci della battaglia.

Ora per fare una riflessione che non sia pura demagogia bisogna mettere dei paletti ben precisi sui compiti e sulle responsabilità, cosa che in Italia sembra essere sempre difficile da attuare (vedasi i fatti di piazza San Carlo).

La Polizia ove presente ha un ruolo PREVENTIVO e REPRESSIVO, preventivo con la sua semplice presenza che dovrebbe dissuadere gli avventori a tenere comportamenti che fanno poi scattare il secondo aspetto, quello della repressione. Alla Polizia non competono ruoli da educatori o sociologi, per queste cose ci sono altri deputati a farlo, alla Polizia si chiede di far rispettare le leggi e le ordinanze.

Alla politica competono diversi ruoli tra i quali quelli di educare ai principi civici una comunità facendo del rispetto verso gli altri il collante stesso della comunità. Questo compito è venuto meno negli ultimi cinquanta anni, anni in cui si è insegnato che i poliziotti sono sporchi brutti e cattivi e verso i quali si deve avere reverenza solo quando abbiamo paura che un barbuto saladino in palandrana possa farsi saltare in aria.

Vi ricordate Francesco Caruso ? Bene è passato dalla guerriglia urbana ad essere un docente di sociologia all’Università di Cosenza, così come Casarini che è diventato imprenditore o Agnoletto che diventò consulente del Governo. Ma la lista è lunghissima di personaggi che hanno avuto un ruolo di primordine negli scontri con le divise e sono poi approdati nei giornali, nelle televisioni o nelle Università.

La tendenza di questi decenni è sempre stata quella di dare addosso agli uomini in divisa, poco importa se una donna che sta lavorando per guadagnarsi la pagnotta viene apostrofata con un “vai a casa puttana”. Tale condotta se fosse avvenuta in altri contesti sarebbe stata stigmatizzata come sessista, ma se profferita ad una funzionaria di polizia in una piazza è “espressione del dissenso e segno di libertà”.

Questo gioco delle parti ha sempre fatto si che i politici per lavarsi la coscienza abbiano fatto leggi e ordinanze che nominalmente chiedevano la punizione di chi aveva certi comportamenti, ma in maniera sotterranea chiedevano a chi aveva l’ordine di farle rispettare di essere di manica larga e spesso di far finta di niente su determinati comportamenti. Ci fu un periodo a Torino che le “divise” avevano l’ordine di non scendere ai Murazzi in quanto la loro presenza poteva “aizzare gli animi”.

Dopo piazza San Carlo questo equilibrio è saltato, la Sindaca ha scaricato gran parte delle colpe sul Questore e poi ha emesso un’ordinanza (quasi inapplicabile viste le condizioni in cui si dovrebbe operare) nella speranza forse che avrebbe seguito il corso dei vecchi provvedimenti. Questa volta però la Questura ha deciso di “far rispettare la legge” , forse, per dimostrare alla Sindaca la sua quasi totale ignoranza su come si gestisce l’ordine pubblico in una città complessa come Torino.

Non basta aver studiato alla Bocconi o aver visto qualche puntata di CSI per gestire processi complessi come i raduni di piazza. Ci sono meccanismi sociologici dei gruppi che sfuggono alle normali analisi. Piazza Santa Giulia è stato un caso da manuale, un gruppo esiguo di persone esperte in tecniche di guerriglia urbana si è mischiato con una folla di giovani desiderosi di “far casino” e magari con un tasso alcolemico di tutto rispetto. Hanno iniziato provocare la Polizia che forse in un’altra occasione si sarebbe ritirata di buon ordine con il vecchio precetto che per “motivi di ordine pubblico” non poteva procedere. I giovani stavano aspettando la Polizia in un mix di trappolone e test per saggiarne la reale volontà di far rispettare l’ordinanza. Questa volta la Questura, slegata da accordi con l’amministrazione comunale, non si è ritirata ed ha creato un grosso grattacapo alla Sindaca.

Operativamente la Polizia in questa situazione non ha nulla di cui rimproverarsi, ha rispettato le regole di ingaggio come da manuale ed è intervenuta quando la situazione era degenerata.

Il cerino adesso passa in mano alla Sindaca, ed è prevedibile che in seno al Consiglio comunale si faranno sentire i suoi compagni di partito tra cui spicca il portavoce del Centro Sociale Gabrio. Nei prossimi giorni la Sindaca rimarrà dell’opinione che le ordinanze vanno fatte rispettare ? Utilizzerà la Polzia Locale (i Civich) per compiti che a loro non competono in cambio della Pax con la Questura ? Addosserà nuovamente la colpa alla Questura ?

E' probabile che per ricompattare il fronte interno alla fine vincerà la linea "centro sociale" (che è rappresentato in Consiglio Comunale) e allo stesso tempo ribadirà che si debbano trovare soluzioni che mettano daccordo tutti (giovani in cerca di divertimento estivo e residenti), una soluzione cerchiobottista che ricorda molto la prima Repubblica.

C'è da scommetterci che da tale cortocircuito istituzionale chi ne avrà la peggio saranno i Vigili Urbani che a questo punto si troveranno praticamente da soli ad affrontare un delicato problema come quello dei grandi assembramenti urbani. Non bisogna essere degli analisti internazionali per prevedere che in questa situazione la Questura darà una priorità più bassa alle richieste di aiuto di eventuali pattuglie di Civich in difficoltà. Va ricordato comunque che come già spiegato, ai Vigili compete la parte amministrativa e sanzionatoria ma non quella dell’ordine pubblico. I Vigili non sono inseriti nella legge 121 che disciplina i Corpi di Polizia. Non sono ne attrezzati ne addestrati per l’ordine pubblico e cosa non meno importante non gli viene riconosciuto l’emolumento economico che invece viene riconosciuto alle forze di polizia che svolgono tali compiti.

E’ finito il tempo che con la scusa della viabilità o delle doppie file si inviavano pattuglie a dirimere situazioni complesse quali la movida, i concerti o le partite di calcio, senza alcuna copertura né logistica ne previdenziale. E’ giusto che ognuno faccia il proprio dovere, la politica prenda decisioni e quando queste investono tematiche di ordine pubblico, la Questura provveda al suo regolare mantenimento.

Siamo solo all’inizio di questa telenovela in questa estate che si preannuncia torrida non solo per questioni metereologiche.

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Articolo pubblicato il 22/06/2017