Terrorismo. L’integralismo è in mezzo a noi. Chi se ne accorge?

La capogruppo in consiglio regionale Gianna Gancia, pone inquietanti interrogativi, mentre Chiara Appendino chiede scusa ai mussulmani

In questi giorni si discute di terrorismo, di ordine pubblico e di centri sociali conniventi con chi dovrebbe tenerli sotto controllo ed emarginarli.

Ma ben altri fatti stanno accadendo sotto i nostri occhi. «L'arresto in Piemonte della ragazza alessandrina, jihadista militante dichiarata dell'Isis assieme al marito scomparso in Siria, se da una parte va ascritto al merito dell'attività di intelligence delle nostre forze di pubblica sicurezza, dall'altra deve indurre chi di dovere, nel Governo, a chiedersi come abbia potuto una persona gravata da simili sospetti muoversi liberamente fra la nostra regione e le zone di guerra del Medio Oriente”, si domanda Gianna Gancia, capogruppo della Lega Nord al consiglio regionale del Piemonte.

Si controlla la libertà di movimento del cittadino, e sono allo studio del ministro Orlando, ulteriori norme in tal senso, spacciate come “sicurezza dello Stato” mentre si è permissivi nei confronti di coloro che bazzicano nell’eversione, vivono di  traffici incivili di uomini, di armi e droga..

“Sono sempre più numerosi e frequenti gli episodi – continua Gancia - che confermano tristemente nel Piemonte, per via della sua posizione baricentrica verso Francia e Germania, un ruolo di regione ponte e di transito del fondamentalismo islamico, e da qui il passaggio a diventare "incubatore" di cellule terroriste è breve.”


“ C’è la volontà, conclude la capogruppo Gancia, a intaccare le violente intenzioni di cellule integraliste oramai arrivate a pochi metri in linea d'aria dalle nostre case?

E’ arcinoto che le moschee sono divenute assai sovente, covi di eversione e di indottrinamento contro la società europea e le nostre credenze e tradizioni religiose. Anche a Torino, al riparo delle moschee e circoli culturali, sono stati arruolati ragazzi addestrati a spargere il terrore.

Ha destato non poche perplessità l’intervento contestuale della sindaca Appendino tenuto in occasione della conclusione del Ramadan.

“Voi, come anche altre culture e religioni, pagate purtroppo il prezzo più alto di questa paura e insicurezza perché ciò che è diverso, ciò che non si comprende o non si vuole comprendere sovente viene associato a fatti che in realtà spesso vedono in altro la loro origine. Le istituzioni credo che debbano sempre chiaramente affermare che non si possono dividere le religioni in buone e cattive, perché ciascun uomo e ciascuna donna nella pratica dei propri valori e precetti di fede è responsabile delle proprie scelte tanto nel bene, quanto nel male e mai nessuno può addossare ad altri, o peggio ancora ad una comunità intera, responsabilità che sono e resteranno sempre solo individuali”.

Complimenti. Se associamo la benevolenza verso  Askatasuna e centro sociali, con l’Jsis e dintorni, il quadro di riferimento della nostra convivenza  e sicurezza é oltremodo rischioso e desolante.

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Articolo pubblicato il 27/06/2017