Connection economy: il futuro sono le connessioni

Note a margine dello spettacolo “I 12 pilastri aziendali”

Avigliana (TO) – È verso il futuro che deve volgere lo sguardo dell’imprenditore. È il messaggio lanciato lunedì sera dall’affiliato DAI Impresa Simone Brancozzi durante lo spettacolo “I 12 pilastri aziendali”.

Infatti, la serata è stata aperta da un’analisi circa le precedenti crisi economiche. In particolare, quella celebre del ’29 che può essere sovrapposta per effetti e durata a quella attuale. Ma, soprattutto, ciò che ha sottolineato Brancozzi è una tendenza per cui a una crisi tanto più duratura e profonda corrisponde un’ondata di espansione economica proporzionale. Inoltre, in tale sviluppo compare una nuova cornice economica.

Secondo Brancozzi è la connection economy, un’economia dove le risorse sono le connessioni e dove il prodotto passa in secondo piano rispetto a uno storytelling del perché dover acquistare quell’oggetto.

Il monito che l’esperto di gestione aziendale e di webmarketing lancia è di farsi trovare pronti e di non cadere nell’illusione che l’economia, e il modo di farla, conosciuto negli anni ’90 possa riprendersi: ne è già in atto una nuova.

Il presente è questo: è finito un ciclo economico e ne sta ripartendo un altro, più potente, più veloce, pieno di straordinarie possibilità. Se vogliamo cogliere queste possibilità, dobbiamo cambiare, stravolgere le nostre vite e – ancor prima – il nostro lavoro. Nel futuro, tutto dipenderà dalle connessioni, cioè dalle relazioni fra persone, oggetti, idee, che riusciremo ad instaurare”.

Le parole del nostro affiliato hanno sottolineato l’importanza sempre più crescente dell’informatica e della tecnologia nell’economia. Tema assai dibattuto su queste colonne digitali e sul nostro magazine 2006PIU’, sicuramente complesso e non privo di contraddizioni.

L.V.C.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 28/06/2017