Le Valchirie di via Massena

Inusuale presenza di questo personaggio della mitologia scandinava nei decori di un palazzo torinese

Un palazzo con l’intonaco giallo, in qualche punto un po’ scrostato, posto all’angolo di via Massena con via Montevecchio in quello che, quand’ero bambino, si chiamava borgo San Secondo e che ora è stato assorbito nel quartiere Crocetta.


Il pianterreno, dove si aprono i due anonimi portoni al civico 25 di via Massena e al 13 di via Montevecchio, non ha nulla di rilevante. I decori più significativi sono quelli delle finestre del primo piano, o piano nobile, ma anche le finestre del secondo terzo e quarto piano presentano una elegante riquadratura di colore bianco che contrasta con le scrostature dell’intonaco. Al di sotto delle finestre di questi piani vi sono riquadri bianchi con il classico mascherone grottesco al centro, circondato da elementi vegetali stilizzati.  


Anche sotto lo spiovente del tetto corre una fascia ornamentale di colore bianco.


La mia attenzione si è concentrata sul primo piano, dove si osservano finestre e balconi alternati, tutti dotati di una porta, o una finestra, sormontata dallo stesso decoro: un frontone circolare che, nel timpano curvo, alloggia un tondo con una testa di donna pettinata coi capelli un po’ all’indietro (qualcuno direbbe che è arrivata in moto, senza casco!). In corrispondenza della scriminatura centrale, i capelli sono ornati da un piccolo diadema.


Il tondo, nella parte superiore, ha un decoro in forma di foglia trilobata stilizzata e, ai lati, presenta due serti di fiori e frutti.


Questa struttura decorativa si ripete per tutto il primo piano del palazzo: i frontoni sono 21, 14 in via Massena e 7 in via Montevecchio.


Al di sotto delle finestre, quindi in alternanza ai balconi, si trova un riquadro che ha al centro una testa di Valchiria, riconoscibile per il caratteristico elmo alato, che è stato tinto di giallo.


Questi riquadri sono 11, 7 in via Massena e 4 in via Montevecchio.


Nella mitologia scandinava, le Valchirie sono creatura femminili al servizio di Odino, re degli dei, e sono dotate della facoltà di decidere chi morirà con gloria e chi sopravvivrà durante le battaglie. Le Valchirie portano una parte degli spiriti dei valorosi combattenti caduti, come guerrieri Einherii, al Valhalla, dimora di Odino in Asgard, e gli altri al campo Fólkvangr, presieduto dalla dea Freyja, dea dell’amore.


Va anche detto che, come spesso succede in questi decori, il prodotto finale ha un simpatico aspetto un po’ casereccio, probabilmente perché l’idea dell’architetto progettista è passata attraverso l’opera dell’artigiano modellatore che realizzava il modello in argilla da cui poi ditte specializzate ottenevano lo stampo per produrre i numerosi pezzi necessari per decorare interi palazzi.


Così la nostra Valchiria non sembra pensare ai campi di battaglia ma ha piuttosto l’aspetto di una ragazza che indossa l’elmo alato ma intanto sbircia in strada per vedere se il suo innamorato è arrivato puntuale all’appuntamento…

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Articolo pubblicato il 16/07/2017