Torino, limiti di velocità ignorati per accedere al cavalcavia di Corso Grosseto: la chiusura definitiva a metà luglio

Limiti di velocità ignorati, macchine che sfrecciano sulla struttura ad elevata velocità e continui crolli di calcinacci hanno fatto optare per la definitiva demolizione della soprelevata

Continua la vicenda del ponte di Corso Grosseto. Dopo il crollo di alcuni calcinacci provenienti dalla struttura, nel mese di maggio il comune aveva adottato dei proveddimenti atti a preservare l'integrità della soprelevata, come ad esempio l'introduzione di limiti di velocità e il divieto di accesso a mezzi pesanti, con conseguente installazione di appositi dissuasori.

Ma a due mesi di distanza le cose non sono cambiate, anzi. Pare che i torinesi, forse spinti dalla frenetica routine quotidiana, non rispettino il limite di velocità imposto di trenta all'ora per poter transitare per evitare altri crolli. Ecco allora la decisione definitiva, da tempo invocata da cittadini e residenti della zona: il cavalcavia di Corso Grosseto verrà chiuso in via definitiva a metà del mese di luglio.

Una decisione che quindi fa ben sperare tutti coloro che negli ultimi mesi hanno chiesto a gran voce la demolizione della struttura, considerata ormai obsoleta e in condizioni che non potevano più garantire la sicurezza dei cittadini.

Una situazione assurda, gestita in modo grottesco dal Comune, il quale promette di prendersi del tempo per valutare che tipo di impatto possa avere questa decisione sul deflusso del traffico cittadino nelle ore di punta durante i mesi dell'anno, dopo l'esodo dei torinesi per le vacanze estive.

E in tutta questa faccenda rimane una grossa domanda da porsi, alla quale pare ci sia la solita risposta: che ne sarà dei portali dissuasori, installati per impedire l'accesso al cavalcavia ai mezzi di peso complessivo superiore a 3,5 tonnellate e di altezza superiore a 2 metri e 70?

Soldi pubblici spesi inutilmente per una soluzione, ardentemente voluta da Palazzo Civico e durata si e no una manciata di ore, per una soluzione che non ha risolto il problema.

Se a tutto questo aggiungiamo anche il lascivo menefreghismo degli automobilisti torinesi nei confronti dei limiti di velocità imposti per preservare l'integrità della struttura, il quadro è completo.

Una situazione nella quale l'ago della bilancia delle responsabilità è perfettamente distribuito su entrambe le parti in causa: un'amministrazione comunale incapace di trovare una reale soluzione ad un serio problema di sicurezza e alcuni automobilisti che entrano ed escono dal cavalcavia neanche fossero sul circuito di Monza.

Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi, con la fervida speranza che non si risolvi tutto nella solita e amena rotonda che congestiona il traffico nell'ora di punta, causa di numerosi insulti nei confronti dell'ammistrazione cittadina.

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Articolo pubblicato il 05/07/2017