Le percezioni sensuali sono una convenzione umana irreale.

 

Tutte le tradizioni spirituali autentiche e di buona fede, affermano che l’uomo, rinchiuso nel bozzolo dei suoi sensi, percepisce la realtà circostante in cui vive in un modo distorto, non corrispondente alla verità delle cose. Secondo quest’ottica, la realtà trascende la percezione e deve essere per così dire “conquistata”, lacerando la falsa interpretazione che ad ogni istante proiettiamo sull’universo.

Per capire questo gioco illusorio dei nostri sensi facciamo un semplice esempio: si dice che il sole nasce e tramonta ogni giorno, ed effettivamente, dal nostro punto terrestre, ci appare che le cose stiano veramente così! Ma è risaputo oramai che è il movimento della terra su se stessa che crea l’illusione dell’alternarsi dei giorni, poiché il sole è immobile e certo non sorge né tramonta, ma rimane stabile sul suo punto al centro della galassia.

Oppure, vedendo un fiume diciamo che questo scorre tra due sponde e possiamo effettivamente collocarci su una delle due. Ma in realtà, esiste solo una crosta terrestre che nel caso del letto di un fiume, s’infossa per permettere allo stesso di scorrere.

Secondo questa ottica, i nostri sensi ci aiutano ad orientarci nel mondo circostante, e ciò è un ottima cosa, ma gli stessi al contempo velano la realtà essenziale dello spazio che ci circonda. Non a caso, nelle tradizioni orientali, si parla dell’“ illusione dell’esistenza umana”, rinchiusa nello spazio e nel tempo.

Una nota storiella indù spiega con un esempio molto bene questo fraintendimento: generalmente l’uomo, incapsulato nella gabbia dei suoi sensi, vede pericoli ovunque, ma ad un esame obiettivo, il serpente che con i suoi occhi vede minacciarlo, risulta essere una semplice corda arrotolata che è scambiata per un rettile velenoso solo per l’errata interpretazione della realtà che i sensi usuali ci veicolano.

In questo senso l’antica dottrina della “Maya cosmica”, assume una connotazione diversa: la realtà che percepiamo ha una valenza relativa di esistenza, poiché tutto appare, vive e poi scompare, quindi niente è stabile nel nostro universo.

Generalmente si ritiene il nostro universo essere come una bolla irreale  ed onirica, ma in realtà, le nostre percezioni dello spazio che ci circonda, sono incomplete, poiché soggette ai cambiamenti temporali. Coloro che affermano di essere andati oltre le consuete norme della vita legata allo spazio - tempo, affermano che il sub - strato del nostro universo è un “monolito immobile di energia dinamica ferma in se stessa ma ricca e padre di ogni movimento”.

Per entrare in contatto con questa “essenza delle essenze”, ci viene detto che bisogna educare i sensi al silenzio, portandoli ad un “minimo biologico“ necessario per la sopravvivenza fisica. Raggiunto questo stato di effettivo distacco, il corpo umano è per così dire “legato“ ed addomesticato, cosa necessaria per aprire una finestra nell’anima da cui incominceranno ad entrare informazioni diverse, quelle dell’anima del mondo, come la chiamava Platone.

E’ importante  soprattutto non badare più all’eterno blaterare della mente, poiché è essenzialmente la mente è il fattore  ingannevole più importante nella complessa struttura umana.

Jiddu Krishnamurti sottolineava spesso che la mente è il grosso ostacolo alla percezione della realtà. Anche Nisargadatta ai suoi ascoltatori, sottolineava il fatto che noi viviamo in un mondo illusorio poiché essenzialmente basato su processi mentali, mentre nel contempo affermava che lui si era stabilizzato in un mondo reale, non mentale, basato sull’unità assoluta e non duale e frammentario come il nostro. Nella “Voce del silenzio“ è affermato che “la mente è la grande assassina della realtà, uccidi quindi o discepolo la grande assassina”.

Ovviamente questo “omicidio simbolico  per avere veramente effetto, deve essere effettuato da una coscienza spirituale già desta, poiché la mente che cerca di uccidere se stessa, in realtà si rafforza nello sforzo di annullarsi.

Questi sono concetti molto complessi e difficili da esplicare in un solo articolo. Sicuramente è un modo di intendere la struttura dell’uomo e dell’universo in cui vive, in antitesi colle vedute moderne, poiché oggigiorno tutto è messo in moto solo per sollecitare i sensi inferiori, quasi per evitare che il “senso di eternità” latente in ogni uomo, si risvegli alla percezione delle leggi che regolano ogni cosa.

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 28/07/2017