Vimala Thakar donna effervescente dalla grande anima.

Il prototipo della donna della nuova era.

E’ nata in India, terra secolare che anch’essa però incomincia ad inchinarsi allo spirito materialista moderno. Si laurea ben presto in filosofia, sia orientale che occidentale e dalla giovane età, incomincia ad interessarsi  ai grandi problemi esistenziali dell’uomo.

Ben presto, spinta dall’urgente necessità di aiutare i suoi simili, aderisce al movimento di ispirazione gandhiana di Vinoba Bhava, per la distribuzione delle terre ai contadini. Questo le permette di girare tutta l’india e di osservare di prima mano, le enormi contraddizioni di questo paese culla della spiritualità più profonda, ma anche sede delle discriminazioni sociali più acute.

Alla fine degli anni cinquanta, incontra Krishnamurti che riconosce in lei una possibile fonte per veicolare l’impulso alla presa di coscienza interiore. Sul suo incitamento, Vimala incomincerà a viaggiare in moltissimi paesi di tutto il mondo, per dialogare con innumerevoli interessati sulla ricerca spirituale e sulla meditazione, intesa come tentativo di raggiungere il silenzio che sottostà oltre ogni verbalizzazione mentale. Verso gli anni novanta del secolo scorso ha interrotto i suoi proficui viaggi, risiedendo a Mount Abu nel Rajastan fino alla morte fisica avvenuta nei primi anni di questo millennio.

Essenzialmente l’insegnamento della Thakar si basa sulla genuina spiritualità indiana, quindi sullo yoga che ha esplicato e spiegato in una terminologia moderna, senza per questo tradire le fonti originali. Noti sono i suoi commenti alla Bhagavad gita, alla Khata upanishad, o agli yoga sutra di Patanjali.

Il suo libro più famoso è forse “Vivere”, un incitamento alla presa di coscienza che, la vera vita si raggiunge solo trascendendo ogni movimento egoico, fosse anche quello di un cosiddetto “io superiore”.

Atman, meglio noto in occidente sotto il termine iniziatico di “Sé superiore”, infatti non è una qualità egoica dell’essere, ma la parte  basilare dell’uomo che trascende ogni possibile esperienza mentale, emotiva, intellettuale od occulta.

Infatti Vimala, avendo vissuto nel periodo dei grandi cambiamenti sulla scia delle sperimentazioni hippie per esempio, sovente ha esortato il suo pubblico ad abbandonare le esperienze psichedeliche per esempio, poiché fuorvianti ed in realtà illusorie  se comparate alla fresca brezza del risveglio interiore.

La sua grande erudizione è stata da lei usata, non per mettere in mostra un intellettualismo vuoto e pieno di sé, ma per chiarificare i dati della tradizione spirituale dell’india più genuina e più vera. I suoi limpidi discorsi sono giunti a noi chiari e precisi, pur trattando una materia ostica e complicata come quella della meditazione e della presa di coscienza interiore al di la di ogni possibile schermo mentale.

Si nota ogni tanto l’influenza di Krishnamurti in quello che afferma: questo non è un male e dimostra forse che, Vimala Thakar è una delle poche in tutto il mondo che ha veramente realizzato qualcosa degli insegnamenti dell’“antiguru” per eccellenza.

In una sua opera la donna indiana afferma infatti che, Jiddu Krishnamurti, proprio prima di lasciare il corpo fisico, si lamentava con lei che, nessuno lo aveva veramente capito, pur avendo parlato per più di mezzo secolo con tutti in tutte le parti del mondo.

In Italia Vimala Thakar ultimamente sta avendo un buon successo, grazia anche a quei maestri sinceri di yoga che hanno avuto il coraggio di avvicinarla, chiedendole delucidazioni sulla dottrina che stanno seguendo. Dobbiamo a questi sinceri discepoli della donna, per esempio, la pubblicazione degli ottimi commenti di Vimala sulla Bhagavad gita ai quali rimandiamo i lettori curiosi per un primo approccio alle sue dottrine.

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Articolo pubblicato il 11/08/2017