L'immobilismo di Papa Urbano

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: la storia che si ripete, un mercato che latita, i rinforzi che non arrivano.

Per chiarire il senso di questo articolo, comincerò con un piccolo esempio pratico.

In garage ho una Chevrolet Corvette coupè, prezzo 120mila euro, che ho già venduto ma ad un prezzo maggiorato del 50%, ma per ora non lo dico a nessuno.

Per non sputtanarmi e per non rimanere a piedi, devo comprare una macchina nuova e ho scelto una Ford Mustang, prezzo 40mila euro circa.

Premesso che i soldi li ho, come me li sono procurati poco importa, vado al concessionario e dico al venditore che la macchina voglio pagarla 20mila oppure, meglio ancora, chiedo se me la presta per un anno gratis, specificando anche che gradirei un contributo per la benzina, l’assicurazione, eccetera.

Il fatto che esca con le mie gambe dallo show-room, dipende dall’educazione del gestore.

Uscito dal primo concessionario, entro subito dopo in un altro, perché ho una seconda scelta, naturalmente: per rimanere in tema di auto sportive, mi piace anche la Mazda MX-5, prezzo 25mila euro, circa.

Ragionate con me: se avevo i soldi per la Mustang, li ho anche per la Mazda, che costa decisamente di meno, ma io sono fatto così e dico al secondo venditore che la voglio pagare solo 15mila, oppure che la vorrei gratis, eccetera eccetera.

Anche in questo caso, grazie alla buona creanza del venditore, esco dall’autosalone con le mie gambe.

Devo comunque cambiare macchina, altrimenti è un casino, così vado in un terzo concessionario e ne esco pochi minuti dopo a bordo di una Dacia Logan, rigorosamente di seconda mano, prezzo 5.000 euro, che decido di pagare in 72 comode rate.

A casa mi riempiranno di insulti e battutacce, ma sinceramente non me ne può fregar di meno: in fin dei conti ho comunuqe portato a casa una macchina.

Questo, a tutt’oggi, è il senso della “campagna trasferimenti”, o del “mercato”, se preferite , del Torino FC: trattative intavolate un po’ con tutti, giocatori che interessano ma che non arriveranno mai, vuoi perché costano troppo, almeno secondo i parametri del presidente (minuscolo voluto, nda), o perché li si vuole pagare a piacimento, oppure ancora, perché l’ingaggio è troppo alto.

Insomma: la solita solfa che ci sentiamo propinata da dodici lunghi anni, quella del “posso ma non voglio” e che nel passato ci ha portato i vari Oguro, Larrondo, Bjelanovic, Pancaro e Carlao, giusto per fare qualche nome, spacciati per “grandi acquisti”: la politica “only business oriented” di un trafficone, imbonitore, televenditore, che sa fare veramente bene il proprio mestiere, tanto che i proseliti aumentano di giorno in giorno, spaccando sempre di più la tifoseria.

Senza dimenticare l’occhio di riguardo con cui è tenuto dai media (soprattutto quelli di sua proprietà), compreso un portale, sempre meno autorevole, che spudoratamente è schierato a favore del presidente, tanto da scrivere, per sommi capi, un discorso del tipo: “…gli obiettivi di mercato sono definiti…ci sono delle prime scelte, ma se non dovessero arrivare si opterà per le seconde scelte…”. Scuola di giornalismo, si fa per dire.

Chiaro che le “prime scelte” costano e magari hanno un ingaggio alto: meglio virare su svincolati a fine carriera, su carneadi mai sentiti nominare, o meglio ancora su giovani del vivaio, rivenduti immediatamente, giusto per fare “plusvalenze”.

Lapalisse al confronto è un dilettante.

Arriviamo così alla querelle Belotti. Mettiamoci l’animo in pace: il “Gallo” sarà ceduto, se non lo è già stato, ceduto, intendo (Cerci insegna). Naturalmente l’annuncio verrà dato l’ultimo giorno di mercato (col campionato già in corso), e il sostituito sarà un ennesimo ex-giocatore tipo l’Amauri di turno, accreditato come il meglio sulla piazza e naturalmente “degno sostituto” di chi ha assolutamente voluto cambiare maglia, per andare in una squadra che gioca nel calcio che conta (Cerci again)

Apro una parentesi: ma davvero credete che se arriva Zapata (che tra l’altro non mi pare tutto sto fenomeno), giochi in coppia con Belotti? Vorrebbe dire stravolgere il modulo per far giocare insieme due prime punte, che finirebbero col pestarsi i piedi, vi ricordate della coppia Ferrante-Artistico?

Riassumendo: la squadra è ripartita da dove si era fermata, con i pregi (pochi) e i difetti (tanti) che tutti conosciamo.

A tutt’oggi è arrivato solo il portiere, sappiamo anche questo, insieme a due giovani di belle speranze e niente più, tra l’altro nel reparto che più deve essere rimpolpato, ovvero la difesa.

Poco, anzi niente, se si vuole davvero puntare all’Europa, l’ideale se si vuole vivacchiare a centro classifica, senza infamia e senza lode.

Questo va bene per il Torino FC, non per il Toro.

Certo, con questa politica si vincerà nuovamente lo scudetto del bilancio, ma è una ben magra consolazione, almeno dal mio punto di vista.

Concludo con una sensazione mia personale: prevedo l’arrivo di Borriello, che ha le caratteristiche giuste per sostituire il “Gallo”, visti i precedenti.

Aggiungo un nome, che visti anche in questo caso i precedenti (Maresca, ndr), potrebbe essere proposto per la gioia della tifoseria: Zaza, ma qui saremmo davvero al fanta-calcio.

Naturalmente mi auguro di essere smentito alla grande e pure velocemente: vorrebbe dire che davvero la società si è posta degli obiettivi e fa di tutto per raggiungerli, ovvero ricreare sul serio un Grande Toro, degno di allenarsi al Filadelfia.

In una parola: finalmente una società che ama il Toro come lo amo io.

F V C G

 

 

 

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Articolo pubblicato il 13/07/2017