Contrordine Compagni ......
Foto di repertorio

Come ai tempi di Guareschi

Lo statista di Rignano, alias Renzi Matteo, cerca, con un suo ridicolo libello “ad usum compagnorum”, di correre ai ripari dopo la vergognosa accusa di avere concordato con Bruxelles, un patto di accoglienza di tutti gli immigrati che sbarcano sulle nostre coste. Chiedendo in cambio la concessione di qualche deroga economica ai parametri imposti dall’Europa, per poter disporre, come ha fatto, di mance da distribuire in vista di appuntamenti elettorali.

Un’accusa mossa, senza mezzi termini, dai ministri Emma Bonino e Mario Mauro, che all’epoca facevano parte del governo del bullo di Rignano.

Un patto che era talmente ignobile da richiedere la copertura con il segreto di stato, ma che si proponeva, in cambio di soldi, di mobilitare tutta la sinistra italiana a sostenere l’invasione, con l’accoglienza diffusa ed il progetto SPRAR.

Ed anche a  giustificarla con ragioni umanitarie ed addirittura economiche, come ha fatto nei giorni scorsi, il segugio di Renzi, lo zazzeruto Tito Boeri, da lui nominato capo dell’Inps, che (ancora ignaro del patto), si è esposto, farneticando per l’Italia una perdita di 38 miliardi in 22 anni, se venisse meno il flusso degli immigrati.

La scoperta del patto vergognoso da lui stipulato già nel 2014, ha costretto Matteo Renzi ad una completa inversione di marcia ideologica, ecco il contrordine, che ora, nel totale sconcerto di tutta la sinistra, prevede nientemeno che un numero chiuso ed il progetto di aiutarli laggiù nei loro paesi.

Alcune delle tesi che Salvini propone da almeno due anni, inascoltato.

La colpa di questa manovra, che ha visto concedere all’UE l’apertura di tutti i nostri porti in cambio di mance e mancette da impiegare nelle elezioni, non può essere addossata in toto al ragazzo di Rignano.

Erano con lui al momento di firmare quel patto, anche due altri politicanti di sinistra. Uno di essi, quell’Angelino Alfano, che allora era ministro degli interni, sta già pagando con la sua cricca, composta da saltimbanchi come Cicchitto, Lupi, Lorenzin e Costa, il discredito che si è conquistato con una politica mirata solo a mantenere poltrone ministeriali. E può sperare per il suo avvenire solo nell’infinita dabbenaggine di Silvio Berlusconi, che vorrebbe affiancarlo in suo futuro governo a Montezemolo ed a Marchionne.

L’altro è Marco Minniti, ora ministro degli interni, ma ai tempi del patto, sottosegretario di stato, con delega ai servizi segreti. Il compagno era pertanto al corrente di tutto il patto vergognoso e “non poteva non sapere” della manovra renziana.

Il Minniti è riuscito poi a capire un anno prima del suo capo che il partito si era cacciato con l’accoglienza in un vicolo cieco. 

Ha esibito ricette evanescenti, ma che confrontate a quelle fasulle dell’Alfano, lo hanno fatto divenire, nell’opinione delle sinistre ed in quella dei fogli di De Benedetti, una specie di uomo della provvidenza. Un “grande uomo di stato”, che dopo avere aperto i porti italiani a tutti, si assumeva ora l’incarico di chiuderli e di arrestare l’invasione africana.  

Forse per espiare le sue colpe, il Minniti ha preso a girare come una trottola in Libia ed in altri paesi africani, senza concludere nulla, ed ha finto di fare la voce grossa nei vari convegni internazionali.  Anche qui senza ottenere un minimo risultato.

Renzi, Alfano, Minniti.

Ma anche loro non sono gli unici colpevoli. Con questa triade sventurata, dovranno essere chiamati a rispondere dell’invasione, che ad oggi appare inarrestabile, tutti quegli opinionisti e quei connazionali che hanno sostenuto un  governo come quello attuale.

Un governo mai votato da nessuno e che, con una specie di golpe, è stato imposto al paese da un vecchio reduce del  comunismo.

In particolare, da oggi dovranno farsi carico del peso immane dell’immigrazione, sollevando gli altri comuni, quei sindaci che hanno accettato di aderire al  progetto SPRAR.

Ed infine anche quei due milioni di cittadini obnubilati e confusi, che nelle recenti elezioni primarie del PD sono accorsi a votare ancora per il loro amato voltagabbana Matteo Renzi.

 

     

 

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Articolo pubblicato il 13/07/2017