Clamoroso: Torino - Quante mani affondano nel Cacao…

La documentata denuncia del capogruppo Morano in Consiglio Comunale. Attendiamo il seguito.

Nel mese di marzo, il candidato sindaco dell’omonima lista civica, Alberto Morano, dopo aver invano chiesto chiarimenti alla sindaca e agli Assessori, non si capacitava  del pressapochismo e dell’inerzia con la quale la civica amministrazione si prendeva cura della gestione di un locale d‘intrattenimento aperto al pubblico, ma di proprietà comunale, situato al Valentino.

Emergeva  così l’esistenza, sin dal 1 agosto del 2006 del contratto di locazione alla società Gran Baita, ove si dichiara la superficie di mq. 249, idonea per il Comune ad ospitare una capienza massima di 1100 persone.

Nel corso della gestione la società esercente ha effettuato opere abusive di rilevante entità, chiedendone poi la sanatoria, negata dal Comune, dopo molteplici sopraluoghi.

Vicenda che si è protratta dal 2013 ad oggi, senza che il Comune abbia imposto l’esecutorietà.

Il canone di affitto è di Euro 37000 annui ed il contratto è scaduto il 2 gennaio 2017.

A distanza di pochi mesi, quel che il solerte notaio Morano ha scoperto, è sorprendente.

Al punto tale che, nel corso della sonnacchiosa riunione del Consiglio comunale di ieri, ha potuto, dinanzi ad un esterefatto assessore Sacco, svelare l’opacità dell’affaire Chalet del Valentino, snocciolatosi sotto gli auspici e la solerte cura della giunta Appendino.

Trattandosi di situazioni di palese illegalità, nessun Dirigente del  comune di Torino, saggiamente, aveva voluto firmare l’atto di rinnovo della concessione, configurandosi l’atto, come una palese ipotesi di Abuso d’Ufficio penalmente rilevante.  

“Ed  allora sorprendentemente, come precisa il capogruppo Morano, interviene la Giunta che assume la Delibera n. 2017 02009/131 del 1° Giugno  2017 invero imbarazzante:   

a) innanzitutto la Giunta ha assunto una delibera avente contenuto gestionale quindi eccedendo i poteri ad essa spettanti ai sensi delle norme  sopra richiamate;  

b) in secondo  luogo la Giunta ha affidato, ad un soggetto che ha posto in essere abusi edilizi aventi rilevanza penale la custodia di un bene pubblico; 

c) in terzo luogo le motivazioni addotte dalla Giunta nell’assumere la delibera appaiono contraddittorie ed illogiche in quanto non si può affidare ad un concessionario decaduto dai suoi diritti per violazione di norme penali la custodia di un bene pubblico al solo fine di evitare che la struttura possa essere abusivamente occupata o giustificando l’operato con il fatto che la Città ha necessità di incamerare un ridicolo canone di concessione (114.000,00)”.  

“Ancora  più  sorprendenti, evidenzia Morano, sono i tempi dell’operazione, soprattutto se si pensa alla normale lentezza degli uffici Comunali a  rispondere alle istanze dei cittadini e degli operatori (nel caso di specie hanno impiegato 3 anni ad accorgersi degli abusi edilizi):  

a) il 01/06/2017 è stata assunta la Delibera di Giunta divenuta esecutiva il 15/06/2017;

b) sempre 1° Giugno 2017 la Commissione di Vigilanza, da cui pochi giorni prima si era dimesso il rappresentante della Kronos, ha visitato i locali e ha dato parere favorevole all’apertura; 

c) sempre il 1° giugno è stata firmata dai competenti uffici, che fanno capo all’assessore Sacco, l’autorizzazione allo svolgimento dell’attività;  

d) il 1° giugno 2017 il locale CACAO ha aperto al pubblico”.

Da un’indagine effettuata, dietro segnalazione di numerosi cittadini, risulta che la burocrazia comunale, in questi periodi sia particolarmente farraginosa. I dirigenti riferiscono che il personale in quiescenza non è stato rimpiazzato e che ogni giorno spuntano ii beneficiari della L.104, per cui le ore lavorate dai pochi superstiti, sono ridotte al lumicino.

Ma tant’è che per gli amici degli amici influenti, la quadra sempre si trova. 

“Peccato che la Delibera di Giunta, ci precisa Alberto Morano, probabilmente illegittima, che autorizzava l’occupazione del suolo pubblico da parte del concessionario scaduto entrasse in vigore solo  il  15 Giugno 2017 (e quindi l’autorizzazione allo svolgimento dell’attività è stata data in assenza di un efficace titolo all’occupazione degli spazi).  

Così “dal 1° Giugno 2017 l’attività del CACAO è ripresa a pieno regime e nel totale, disinteresse dell’Amministrazione Comunale, il locale inanella serate da 3/4mila persone, quando la capienza consentita è di 1.500 persone.”

Nessuno si pone il problema del rischio d’incolumità per gli avventori del locale, intanto il 3 giugno in piazza San Carlo, si è aperta la scia delle irresponsabilità. 

“Nonostante  abbia già  segnalato queste violazioni in  conferenza Capigruppo, prosegue Morano, non è stato effettuato alcun controllo e si attende serenamente l’incidente”.  

“Sorge quindi spontanea una domanda: quali Santi in Paradiso, padrini o protettori ha il proprietario della Società Kronos che gestisce il CACAO che gli consentono di operare in totale spregio della legge senza controlli?  

Sicuramente per ammissione dello stesso Signor Claudio Barulli unico Socio della Kronos, Santa protettrice è Chiara Appendino “che mi ha difeso”, ma prudentemente non ha votato la Delibera di Giunta;”   

Ma viene naturale chiedersi perché, con tutte le disgrazie che hanno colpito questa Città sotto la sua Amministrazione, il Sindaco Appendino e la Giunta 5 Stelle si siano presi l’incombenza di favorire, con un atto al limite della legalità, gli interessi privati di un soggetto. 

“Forse perché, ammette il capogruppo Morano, fra gli amici di Facebook di Tatiana Barulli, figlia di Claudio Barulli e moglie dell’Amministratore unico della Kronos, vi è il capo supremo del Movimento 5 Stelle “Beppe Grillo”.

Perché se poi dovessimo ascoltare i sussurri della Città dovremmo chiederci se Beppe Grillo è solo un amico di Facebook di Tatiana Barulli o non è forse anche amico di vecchia data di Claudio Barulli (come le numerose partecipazioni alle feste/cene private organizzate dal Signor Barulli attestano)."  

Termina con un’amara constatazione Alberto Morano, interpretando il sentimento di migliaia di cittadini che hanno talvolta dovuto ricorrere a concessione, per l’esercizio di un diritto legittimo, avallato da provvedimenti della civica amministrazione.

“Quando si tratta di tutelare interessi privati, a maggior ragione  se sono quelli degli amici, in un sol giorno si pongono in essere plurimi atti amministrativi illegittimi; mentre per la manifestazione del 3  Giugno 2017 siamo ora al rimpallo delle responsabilità perché la Giunta Comunale  è rimasta immobile e non ha assuntogli atti necessari, forse perché ancora stremata dal tour de force del 1 Giugno 2017.” 

Ironia a parte, non riteniamo che la latitanza della sindaca ed il viso paonazzo dell’assessore Sacco, possano rappresentare una risposta accettabile.

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Articolo pubblicato il 18/07/2017