Boeri “Servono più immigrati regolari”.

Il presidente dell’Inps spiega come siano una risorsa a livello contributivo.

"Proprio mentre aumenta tra la popolazione autoctona la percezione di un numero eccessivo di immigrati, abbiamo sempre più bisogno di migranti che contribuiscano al finanziamento del nostro sistema di protezione sociale".
Così si è espresso il presidente dell’Inps Tito Boeri durante un’audizione alla Camera .

Un intervento destinato a far discutere e che ha avuto il merito di evidenziare come il saldo tra contributi versati dai migranti regolari e quelli recepiti dagli stessi sia attivo per le casse dello Stato: i migranti, infatti,  tra tasse sul lavoro e gettito fiscale verserebbero all’erario una somma pari a 8 miliardi di euro, gravando sul sistema Stato, attraverso pensioni, prestazioni sanitarie e agevolazioni varie per un totale di 3 miliardi. Sempre secondo il Presidente dell’Inps, ciò equivarrebbe a un punto di Pil.

Boeri non è nuovo a dichiarazioni che in qualche modo fanno capire l’importanza dell’immigrazione per il nostro Paese, basti pensare al discorso del 16 giugno in cui dichiarava “Se oggi chiudessimo le frontiere agli immigrati non saremmo in grado di pagare le pensioni e i nostri sistemi di protezione sociale”. Dichiarazioni spesso scomode, che risultano in controtendenza rispetto all’effetto “invasione” che si respira leggendo qualche giornale o dando retta ad alcune trasmissioni.

Certo, un particolare non da poco è che Boeri si riferisce all’immigrazione regolare: il discorso, infatti, non si estende ai clandestini, ora stipati nei centri d’accoglienza di tutta Italia, privi di documenti e di lavoro. Sono loro ad essere al centro della cronaca per i continui sbarchi e per ora rappresentano solo un costo per lo Stato.
Proprio a tal proposito Boeri spiega "Il nostro paese ha chiuso molti canali di ingresso regolare nel mercato del lavoro, mentre sta attraendo un crescente numero di rifugiati ed immigrati irregolari" anche se è proprio l'immigrazione regolare che "contribuisce a finanziare il nostro sistema pensionistico".

In particolare aiuta il fatto che gli immigrati che arrivano sono giovani, lontani dall'età della pensione, con l'80% dei nuovi permessi di soggiorno che è concesso a stranieri con meno di 35 anni. La quota degli Under 25 che cominciano a contribuire all'Inps come dipendenti, poi, è passata dal 27,5% del 1996 al 35% del 2015.
E quando poi tutti questi giovani matureranno i contributi e inizieranno a pretendere, giustamente, le pensioni,come verrà valutato questo saldo?
Sul tema Boeri si nasconde, affermando che molti immigrati una volta giunti in età avanzata preferiranno tornare nei paesi di origine, e spesso gli immigrati ignorano l’esistenza di regole e benefit cui potrebbero far fronte, lasciando soldi che gli spettano nella casse dello Stato.
Ma queste sono solo ipotesi. O speranze.

Ancora, Boeri, sottolinea come l’immigrazione non crei competizione tra i lavoratori italiani e stranieri: generalmente chi ha un lavoro qualificato non sente la minaccia da parte dell’emigrato; al massimo può sentirla chi opera in settori a bassa qualifica. Tuttavia, sempre il presidente dell’Inps puntualizza “la quota degli italiani non laureati che scelgono di emigrare per motivi economici  è dimezzata tra il 2007 e il 2015. Sembra difficile perciò ipotizzare che la fuga dei giovani dal nostro Paese possa essere dovuta alla competizione sul mercato del lavoro con gli immigrati”.

Infine Boeri ci ricorda che un lavoratore in nero su tre è clandestino.
La sfida è quella di far emergere questo nero cercando di regolarizzare e sanare la posizione del lavoratore. “L’integrazione nel mercato del lavoro contribuirebbe anche a migliorare la percezione che gli italiani hanno degli immigrati”, Chiosa Boeri.

L’analisi, come immaginabile, ha trovato una forte opposizione a destra.

Salvini non ha perso tempo tweettando "Gli immigrati ci pagano le pensioni... Gli immigrati fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare... Servono più immigrati".
Tito Boeri, presidente dell'Inps, vive su Marte.
Debora Bergamini,
 responsabile della Comunicazione di Forza Italia scrive: “Inps = Istituto nazionale di previdenza stranieri? No, perché a legger Boeri viene il dubbio…” 

 A benedire le parole di Boeri ci pensa invece Laura Boldrini “Il 65% degli italiani (contro il 21% dei tedeschi) considera i rifugiati un peso perché godono di alcuni benefit, secondo loro, mentre si ignora il contributo positivo che invece danno in termini di saldi fiscali e contributivi, come ci ricorda sempre il Presidente dell’Inps Tito Boeri”.

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 20/07/2017