Una nuova Olimpiade a Torino?

Per mantenere un posto nella carta del Mondo

Con quel traguardare lontano lo sguardo che gli ha fatto spesso vedere potenzialità e obiettivi che altri più ordinari (o meschini) componenti della classe dirigente subalpina definivano illusori, Luigi Chiabrera ha recentemente proposto che Torino avanzi, nuovamente, la candidatura per ospitare i Giochi Olimpici invernali, quelli del 2026. Un sogno che, si sa, Sergio Chiamparino condivide.

La realtà di Dai Impresa ha la propria voce ufficiale in un magazine che si chiama "2006 più". Quando il compianto fondatore, del giornale e del Gruppo di imprenditori, Gianfranco Scarpa lo pensò voleva proprio evidenziare come quell'evento avesse segnato un prima e un poi per la città e le sue montagne.

Nei numeri dello scorso anno, passata intanto a me la direzione, in occasione del decennale, abbiamo svolto un inchiesta a puntate sentendo tutti i protagonisti per un bilancio sul lungo periodo.

Tra quanti abbiamo intervistato, anche l'ex-presidente Toroc, Valentino Castellani che ha usato una formula illuminante: "grazie alle Olimpiadi, Torino ha trovato un suo posto nella carta del mondo".

Certo la faccenda, vista da Cesana o Pragelato, con la pista da bob e i trampolini del salto senza impiego, porta a giudizi diversi, se non opposti.

Non sappiamo se servano altri Olimpiadi. Certo non sarebbe male un rinnovato spirito olimpico, con la capacità d'immaginare una Gran Torino e non i ristretti attuali orizzonti.

Marco Margrita

@mc_margrita

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 21/07/2017