CULT PER L'ESTATE - "I Duellanti"

Opera prima di Ridley Scott, un film che sublima il talento del regista e dei due protagonisti Keith Carradine e Harvey Keitel

Una delle spinte fondamentali nella carriera di un regista è il suo film d'esordio.

Esordio che di solito è un compromesso tra i poveri mezzi a disposizione e la sua visione immaginifica del cinema che non ha mai potuto esprimere fino a quel momento, finalmente liberata e incastonata ad eterna memoria attraverso l'occhio della macchina da presa.

Occhio che nel bene o nel male non perdona, così come incapaci di perdono sono i due protagonisti di questo che fu il primo film in assoluto di un cineasta di grandezza e portata ormai mondiale come Ridley Scott.


"I Duellanti" esce al cinema nel 1977, suscitando un discrete interesse ma floppando decisamente ai botteghini nonostante fosse stato premiato come "Migliore Opera Prima" da Roberto Rossellini in persona, quell'estate boss indiscusso della giuria del Festival di Cannes.

Un premio che il buon Ridley Scott onora ripetendosi successivamente con altri due cult ormai scolpiti nelle tavole della legge del cinema, ossia i celeberrimi "Alien" e "Blade Runner"; rispettivamente il miglior film horror/sci-fi della storia del cinema e uno dei film manifesto della cultura cyberpunk, uscito per direttissima dalla penna del genio di Philip K. Dick.


Eppure tra molti gira la convinzione (tra cui il sottoscritto) che probabilmente questo film sia davvero "il meglio" che Scott sia mai riuscito a spremere della sua arte sul grande schermo.

Un film perfetto, dove tutto è perfettamente bilanciato, dalle meravigliose scenografie naturali alla minuziosa ricostruzione d'epoca di abiti, scenografie e cavalcature.


Due attori in stato di grazia che incarnano alla perfezione lo spirito di due personaggi in lotta tra loro per decenni, guerra dopo guerra e duello dopo duello, a volte ferendosi gravemente l'uno con l'altro ma senza riuscire mai a prevaricare sull'odiato rivale e ucciderlo definitivamente.

Il tutto, ovviamente (qui arriviamo a Scott) ripreso con semplice naturalezza ed eleganza da un regista il cui talento non si discute fin dalla sua prima inquadratura.


EN GARDE!
Prima inquadratura che non a caso ci fa seguire lo sguardo ingenuo e innocente di una bambina, la quale si fa strada tra i cespugli per sbucare davanti a un casale dove due uomini sono impegnati in un duello d'onore.


Duello che sarà poi la scusa della rivalità tra Keith Carradine e Harvey Keitel, il primo incaricato di notificare l'arresto al secondo che si offende in quanto violato nella sua intimità con una donna.

Due personaggi agli antipodi che vediamo uno contro l'altro per quasi tutto il resto della loro vita, segnata dall'ascesa al potere di Napoleone fino all'esilio sull'Isola d'Elba e la sua definitiva disfatta nella battaglia di Waterloo.


Carradine che è un ufficiale esemplare, elegante, ligio ai regolamenti e portato al compromesso della diplomazia; contro un Keitel più feroce e volgare, rissoso e fedelissimo di Bonaparte.

Due caratteri inconciliabili che si disprezzano a vicenda con la stessa forza con cui Bonaparte divide e unisce la sua stessa nazione, perfettamente riflesso nella moralità inflessibile del personaggio di Keitel.


Un uomo caparbiamente e cocciutamente incapace di abbandonare il suo punto d'onore per l'offesa subita anche dopo che il suo stesso nemico gli salva il collo dalla ghigliottina, per un ultimo duello che Ridley Scott sublima e scolpisce a eterna memoria con un finale indimenticabile.


COSE CHE VOI UMANI NON POTETE IMMAGINARE
Ridley Scott porta al massimo tutto ciò che ha a disposizione elevandolo all'ennesima potenza.

Come detto sopra, su tutti i due attori protagonisti che sono il motore trainante della storia stessa.


Indimenticabili i vari duelli scanditi nel corso delle loro vite e carriere da ufficiali, su tutti probabilmente il "mancato" duello durante la campagna Russa dove i due mettono da parte l'astio personale per unirsi in una battaglia contro i cosacchi.

Assolutamente perfetto e irripetibile, in questo senso, il magnifico montaggio che sequenza dopo sequenza e scena dopo scena scandisce la storia dell'interminabile faida tra i due uomini narrata parallelamente alla "Storia" più ampia e più grande della loro Nazione.


Una storia altrettanto "semplice" come il sogno della Francia di Napoleone, narratoci attraverso gli occhi dei suoi fedelissimi e i suoi strenui oppositori e che ci mostra le "umane vicende" di due soldati d'elite ai tempi dell'ascesa del Primo Impero Francese.

Un film che è assolutamente un must per gli amanti del grande regista, il quale nel corso degli anni sale e scende di qualità nei suoi film come le montagne russe; ma il cui estro e talento visivo e mano divina alla regia nessuno potrà mai metterlo in discussione.



OGGI CI TENGO PARTICOLARMENTE A SUGGERIRE QUESTO FILM, MAGARI AI PIU' GIOVANI LETTORI CHE DI RIDLEY SCOTT CONOSCONO MAGARI "IL GLADIATORE" MA IGNORANO QUESTO PICCOLO CAPOLAVORO CHE FU IL PRIMO FILM A MOSTRARCI SULLO SCHERMO LA BRAVURA DEL GRANDE REGISTA, ULTIMAMENTE IMPEGNATO NEI SUOI ULTIMI (MOLTO INTERESSANTI) SEGUITI DI "ALIEN" COME I VARI "PROMETHEUS" O IL PIU' RECENTE "COVENANT", I QUALI COME LA SUA CARRIERA CHE VADANO BENE O MALE AI BOTTEGHINI NON POSSONO CERTO ESSERE LIQUIDATI O IGNORATI COME FILM PRIVI DI IMPORTANZA E SIGNIFICATO.

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Articolo pubblicato il 23/07/2017