L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Francesco Rossa: Enrico Costa. Il ritratto di un opportunista

Per restare a galla si fa di tutto. La vocazione dei mediocri

L’Italia, dopo la ferale notizia di aver perso un ministro di rara competenza e coerenza, si accorge della delega alla Famiglia, a lui attribuita, solo il giorno delle sue dimissioni.

L’ex esponente di Area Popolare Enrico Costa in oltre un anno mezzo di mandato non ha lasciato alcun segno se non legare in maniera indissolubile il suo nome a quello dell’approvazione delle Unioni Civili.

Proprio sotto il suo mandato si sugellò infatti lo storico accodo tra i moderati di Ndc guidati dall’allora Ministro degli Interni, Angelino Alfano, e il Partito Democratico di Renzi per far votare la legge sulle unioni tra persone dello stesso sesso, privata però della Stepchild Adoption, ovvero la possibilità di adozione del figlio del partner.

Il testo si era impantanato in Senato per via della marcia indietro del M5S e dei mal di pancia dei centristi e dei cattolici del Pd. A lanciare il salvagente fu quindi Alfano. “Se si tolgono le adozioni, la legge la votiamo anche domani”, disse l’inqualificabile ex delfino di Berlusconi a metà febbraio del 2016, mentre il ddl Cirinnà sembrava avviato su un binario morto.

Renzi, conoscendo la vulnerabilità del suo candidato, alla vigilia dal grande Family day del 30 gennaio con oltre un milione di persone al Circo Massimo propose al Presidente della Repubblica la nomina di Enrico Costa come Ministro agli Affari regionali con delega alla Famiglia.

Il tutto avvenne nella cornice di un piccolo rimpasto dell’esecutivo, che permise agli appetiti incontenibili dell’Ncd di ottenere una manciata di ulteriori poltrone.

Così Enrico Costa è stato il primo ministro alla Famiglia ad assistere inerme allo smantellamento del diritto famigliare, che vede venire meno il primato della differenza sessuale tra i coniugi e dell’apertura alla genitorialità.

Insomma se tutto è famiglia niente è più famiglia, come  poi confermeranno le sentenze della giurisprudenza creativa che legittimano anche il presunto diritto di ottenere un figlio che per forza di cose sarà, fin dal suo concepimento, orfano della madre o del padre.

Il neo ministro di Ncd non ha mai voluto rischiare la sua posizione per difendere quella visione pre-politica e antropologica della famiglia, riconosciuta anche dalla Costituzione italiana.

Lo stesso Costa, appena uscito dal Governo, ha dimostrato la coerenza nel raccontare che a pesare sulle sue dimissioni sono state infatti le tensioni sullo ius soli e la riforma penale voluta dal ministro della Giustizia Orlando, non le numerose proposte di legge già depositate in parlamento dal Pd con cui si chiede il matrimonio egualitario, le adozioni per le coppie dello stesso sesso e persino la legalizzazione dell’utero in affitto.

Di capriole simili ne vedremo ancora parecchie. I risultati delle ultime amministrative hanno dato slancio ad un redivivo centro destra che adesso richiama a sé anche i tanti che, dopo aver sputato in faccia a Berlusconi, per difendere la poltrona, hanno fatto da stampella prima ai governi Renzi, poi a Gentiloni.

Costa probabilmente, seguito da altri rottami del governo Gentiloni, si prepara a tornare nelle file di Forza Italia tra le quali ha militato fin dai primi anni 2000 o a dare vita a qualche sigla centrista da portare in dono a Berlusconi per una federazione moderata, senza riscuotere più di tanto interesse.

Il coordinatore di Forza Italia per il Piemonte, Gilberto Pichetto Fratin,con il suo stile prudente ed equilibrato, ha diffuso questo commento; “Le  dimissioni di un ministro di area moderata, dimostrano il fallimento del governo Pd di poter rappresentare in maniera credibile il nostro Paese. Ovviamente colgo con soddisfazione il fatto che le stesse dimissioni del ministro Costa siano la conseguenza della sua condivisione del progetto di Silvio Berlusconi”. Espressioni di giubilo, tra gli azzurri non ne abbiamo sentite.

Come in precedenti occasioni, anche gli uomini della provvidenza o il figliol prodigo citato, dovranno fare i conti con le urne. L’elettore non ama i politicanti, tanto meno i voltagabbana che, in disprezzo al mandato ricevuto, fanno i saltimbanchi, cercando sempre di cadere dalla parte giusta.

Nel caso in oggetto, si aggiungono le famiglie per le quali l’etica e la coerenza rappresentano ancora un valore e di Enrico Costa da Mondovì, si ricorderanno, eccome…. 

Francesco Rossa
Direttore Editoriale
Civico20News.it

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Articolo pubblicato il 23/07/2017