Torino. Il consiglio Regionale approva il riutilizzo dei beni sottratti alla mafia e criminalità organizzata

Parere favorevole delle forze politiche con una ferma presa di pozione del Movimento Nazionale per la Sovranità

Il Consilio Regionale del Piemonte ha approvato a larga maggioranza, martedì 25 luglio, la proposta di deliberazione “Criteri di riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata e assegnati ai Comuni”.

Un ambito, quello del recupero dei beni sottratti alle mafie che tocca 63 Comuni della regione e coinvolge 145 immobili già destinati.

Entro la fine dell'estate il Piemonte si doterà di un bando "che prevederà un fondo di 200 mila euro - ha spiegato  Chiamparino  - con una quota di cofinanziamento a carico del Comune del 50%. Non abbiamo previsto limiti minimi, ma il tetto massimo sarà di 50 mila euro. Le spese oggetto di contributo saranno di due tipi: ristrutturazione di immobili e progetti di socializzazione. Abbiamo l'obiettivo di non limitarci al recupero delle strutture ma vogliamo favorire progetti in diversi ambiti, emergenza abitativa, politiche socio-assistenziali, accoglienza dei rifugiati. Abbiamo inoltre recepito quanto chiesto in commissione per indicare la finalità educativa e includere i progetti di agricoltura sociale".

Parere favorevole del consigliere Giorgio Bertola (M5S) "questa norma è un buon inizio, se andiamo a consultare il lungo elenco dei beni confiscati probabilmente 200 mila euro non sono sufficienti. Sappiamo che i Comuni sono spesso in difficoltà nel reperire fondi, per questo la Regione può e deve fare sforzi maggiori nei prossimi anni.

Soddisfazione anche dal Partito Democratico, che per voce di Domenico Rossi apprezza "il ritorno della priorità sui beni confiscati dopo l'impegno sul castello di Miasino. È un provvedimento importante, frutto di un lavoro fatto anche dal nostro gruppo. Ci sarebbe piaciuto fare di più, ma siamo consci delle difficoltà, anche se nel nostro territorio cresce il numero delle proprietà confiscate. Condividiamo la scelta della Giunta di prevedere il cofinanziamento, le comunità devono farsi carico della sostenibilità dei progetti e della loro durata nel tempo".
"Sul tema emergenza abitativa, dovremmo valutare di attingere risorse anche dal fondo relativo, potremmo così aumentare la platea dei Comuni che possono partecipare ai progetti", è la richiesta del capogruppo di Sel, Marco Grimaldi.

Non ci sta invece Gianluca Vignale, capogruppo del Movimento Nazionale per la Sovranità, che dichiara.

“Ormai non c’è delibera, non c’è provvedimento normativo che al suo interno non contenga l’ennesimo favore a chi gestisce il lucrosissimo affare dell’accoglienza di rifugiati”.

E’ sufficiente leggere il testo della delibera per vedere quali sono le priorità del centrosinistra:

Obiettivi e ambiti di attività? sociale cui e? destinato il bene

  • Emergenza abitativa: genitori separati, donne vittime di violenza, famiglie in stato di disagio, ed altri;

  • Progetti socio assistenziali ed educativi: promozione e sostegno alla famiglia e ai minori, tutela degli anziani e disabili, presidio del territorio con punti di accoglienza e di informazione, agricoltura sociale, ed altri;

  • Accoglienza rifugiati.

“Abbiamo presentato un emendamento –che ovviamente è stato respinto- per non prevedere che nei siti sottratti ai mafiosi possano sorgere nuove strutture per ospitare rifugiati, continua Vignale. E non è solo una questione economica. La legge sul riutilizzo dei beni mafiosi venne pensata proprio con un grande valore simbolico: restituire ai cittadini ciò che era stato realizzato con proventi illeciti per dare servizi alla collettività: caserme, centri di aggregazione giovanile etc.

Solo il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle possono ritenere che l’assistenza a migranti deve essere intesa come un servizio per la collettività e non, come sarà, solo un favore a chi lucra sui migranti”.

Voto "di presenza" di Forza Italia, Lega Nord e M5S, e la replica di Chiamparino: "Da Vignale ci differenzia idea di comunità. Una comunità che rifiuta l'accoglienza ai rifugiati è, per me, una comunità troppo stretta".

Dichiarazioni che lasceranno il segno. Chi vuol comprendere, comprenda!

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Articolo pubblicato il 26/07/2017