Città del Vaticano - “Vietato lamentarsi”

Lo afferma papa Bergoglio

In Italia ci sono 4 milioni, 720.000 persone in condizione di povertà assoluta. Sono in grave difficoltà in particolare le famiglie con più figli. La notizia non sembra però turbare l’animo giocondo di papa Bergoglio. Il quotidiano De Be, La Stampa, edito a Torino ci fa sapere che il papa, oltre ad essere ilare e sereno, non è per nulla preoccupato per questa situazione ed ha smentito quei rumors che lo descrivevano meditabondo ed intento a consumare i pasti nella sala da pranzo di santa Marta, con il volto turbato, isolato in un angolo e dando le spalle agli altri convitati.

 

Nulla di vero, scrive La Stampa. La banca vaticana, lo IOR, va come sempre a gonfie vele, nessuno ne parla e quelli che passavano le notizie ai giornali sono stati cacciati.

 

”Vietato lamentarsi” ha scritto infatti il papa su di un cartello appiccicato alla porta del suo appartamento. Dove si afferma che coloro che si lamentano, ossia “i trasgressori, sono soggetti da una sindrome di vittimismo con conseguente abbassamento del tono dell’umore e della capacità di risolvere i problemi”.

 

Evidente il riferimento del buon Bergoglio agli oltre quattro milioni e mezzo di italiani che vivono in assoluta povertà. La sanzione, poi lui afferma, è raddoppiata qualora il lamento venga manifestato in presenza di bambini. Non ha importanza il fatto che i bimbi italiani non abbiano cibo, case, vestiti, libri di scuola ecc..

 

Il buon papa aveva già detto del resto, si legge ancora sul quotidiano De Be torinese, chealcuni cristiani malinconici hanno più faccia di peperoncino all’aceto che di gioiosi che hanno una vita bella”(SIC!).

 

Allegria! direbbe Mike Bongiorno, se fosse ancora tra noi .

 

L’unica cosa che interessa a lui, ai suoi segugi curiali ed a quasi tutte le gerarchie ecclesiastiche è l’accoglienza in Italia dei negri africani, meglio se musulmani, ossia il problema drammatico dell’immigrazione.

 

E’ sempre più netta la sensazione che all’interno delle cosiddette impenetrabili sacre mura, agisca un inedito vero e proprio partito.

 

Un partito vaticano, che ha come obbiettivo quello di condizionare, ed anche decidere in qualche caso, l’orientamento politico del governo italiano. 

Anche su temi internazionali.

 

Gli alti prelati che lo guidano, ed in primo luogo il Galantino, il Quaglia ed il Parolin, si fanno forti dell’incapacità e dell’ignavia dei modesti politicanti, chiamati da Renzi e da Napolitano a far parte dell’esecutivo.

 

Sanno di poter esercitare il loro frustino metaforico su creature labili ed impreparate come Gentiloni,  Alfano, Minniti (detto “il trottola” per la velocità con cui gira il mondo), Delrio, Poletti  ed altri.

 

Non è pertanto difficile capire perché il neo partito bergogliano insinui i suoi tentacoli solo dentro l’entourage politico italiano, evitando con cura analoghi contatti con tutte le altre nazioni europee, pronte a condannare ogni loro minima interferenza.

 

E metta in atto sui suoi  ricchi quotidiani, come anche nelle omelie domenicali, una ipocrita “moral suasion”, tesa ad affermare che i cinque miliardi spesi ogni anno dal nostro governo per i negri africani, non hanno alcun rapporto e non devono pertanto essere trasferiti sugli esili finanziamenti stanziati per gli italiani che vivono in condizione di povertà assoluta.

 

Sono, affermano i buoni prelati, due flussi diversi che devono correre in canali separati. Ma quello che conta per loro e che va salvaguardato ad ogni costo, è solo il flusso redditizio, destinato ad alimentare senza sosta le organizzazioni catto-sinistre  che, come la caritas,  si occupano della gestione degli immigrati.

 

Agli italiani poveri, dicono, ci penserà nostro Signore.

 

 

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Articolo pubblicato il 28/07/2017