Assietta, 16 luglio 2017: la Festa del Piemonte e dei Piemontesi

Cronaca di una giornata speciale di un partecipante

Ci giunge una breve cronaca del dr. Gervasio Cambiano sulla giornata del 16 luglio 2017, relativa alla Festa del Piemonte al colle dell’Assietta che ospitiamo, come da consuetudine del Civico20News.

L’Autore della cronaca è uno storico locale e delle tradizioni popolari e collabora regolarmente da tempo con la nostra rivista, occupandosi di vari argomenti di natura storico-culturale e di costume.

Pertanto, nel ringraziare il suddetto per l’articolo sotto riportato, ci auguriamo che sia di gradimento da parte dei lettori.

Buona lettura.



Colle dell’Assietta  - 16 luglio 2017


Dal 1985 sono stato quasi sempre presente alla Festa dell’Assietta, come lo è stato domenica 16 luglio c.a.

Come sovente, ma non sempre, mi sono fatto i circa 20 km di scarpinata in salita e discesa, tranne un  breve  passaggio in auto in andata, che due cari amici alpini di Vinovo mi hanno gentilmente offerto.

Quest’anno ricorre il 50° anniversario della Festa dell’Assietta, che da oltre un ventennio è anche associata alla Festa del Piemonte.

Molta acqua è passata sotto il Chisone  e la Dora Riparia dal quel lontano 1967, anno in cui avvenne il battesimo di questa ricorrenza.

In ogni caso l’appuntamento all’Assietta resta un punto di riferimento di grande importanza per l’identità regionale piemontese.  

Una volta all’anno, chi sente nel cuore l’appartenenza alla generosa terra e alla gente del Piemonte, dovrebbe salire all’Assietta e per qualche ora riflettere e condividere il nostro storico importante passato.

Inoltre durante la funzione religiosa, sarebbe giusto anche rivolgere una preghiera ai vivi e ai morti, che hanno fatto  singolare e grande il Piemonte. Terra ai piedi dei monti.

La celebrazione odierna della ricorrenza si è svolta  sempre secondo il programma classico e ampiamente collaudato, che peraltro  va bene.

Non sarebbero giuste e convenienti modifiche  imposte dai tempi o dalle convenienze politiche.

La celebrazione della Messa in  “lingua piemontese” è stata mantenuta, anche se, anno dopo anno, le parti in “ lingua piemontese” risultano  sempre più ridotte  rispetto al passato. Anche questo è un preciso segno dei tempi.  

Infatti è’ sempre più difficile trovare un sacerdote che conosca bene ed in modo appropriato la “lingua piemontese”. Lontani sono gli anni dove celebrava rigorosamente in “lingua piemontese” Monsignor Rinaldo Trappo, ex cappellano militare nel 1942 e reduce dalla Russia.

Dopo la  commemorazione ufficiale al Monumento, con salve dei fucili del gruppo storico torinese Pietro Micca, si è poi svolta la dimostrazione di quello che fu all’ epoca la storica battaglia.

I francesi “ avec le nez pointu”, come dice una strofa della “Chanson de l’Assiette”, procedevano all’assalto dei trinceramenti austro-piemontesi, tenuti dai Granatieri di Sardegna dello storico 1° Reggimento.

Di per sé questo evento fu un modesto, ma impegnativo scontro militare nel quadro delle tragiche e sanguinosissime guerre  del secolo XVIII,  diventato un bell’episodio significativo della storia piemontese o meglio del Regno di Sardegna.

Evento storico che dovrebbe essere caro a tutti  coloro che  sono nati o sono venuti ad abitare in questo ospitale nord ovest della penisola Italica.

Va ancora ricordata un’altra grande figura che onorò l’Assietta per anni: il  generale Guido Amoretti, mancato nel 2008 e tra i primissimi, negli anni ‘70, a partecipare attivamente alla festa.

E poi come non  rivolgere il pensiero ad Andrea Flamini  “Giandoja” e al suo gruppo storico e a Barba Tone Budriè (Bodrero)  della Val Varaita, quindi occitano, ma profondamente piemontese nel  cuore, altro pioniere e cantore dell’Assietta?

Con questi importanti personaggi, un po’ tutti i “brandè” del passato hanno onorato la ricorrenza dell’Assietta. Di sicuro si potrebbe affermare che, se ci fosse una galleria d‘onore, tutti i suddetti andrebbero  degnamente effigiati.

Il Comitato per l’organizzazione della Festa, che fa capo all’ANA della Val Susa ed in particolare di Rivoli (cioè gli Alpini in congedo), ha come ormai da anni organizzato con impegno e col lavoro manuale la ricorrenza.

Questa fino alla parte conviviale, con l’immancabile polenta concia, presso l’ex baraccamento militare  in riva al Lago, da qualche anno trasformato nella base logistica per il periodo della manifestazione.

In questa cornice da scenario mozzafiato, con una giornata soleggiata e tersa, la presenza numerosa degli escursionisti, organizzatori, gruppi storici, ecc. ha permesso di realizzare una festa che ha sintetizzato i valori della rievocazione storica, della Festa del Piemonte e della convivialità.

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Articolo pubblicato il 01/08/2017