Torino. Una spirale di nebbia.

L’autunno procelloso della sindaca Appendino.

Forse la calura d’inizio agosto o la furbizia che sembra assisterla nei momenti maggiormente critici, hanno indotto la sindaca Appendino ad accantonare le candidature indecorose e indecenti presentate al consiglio comunale, per sostituire gli attuali amministratori della Smat, l’azienda che gestisce l’acquedotto e la rete idrica.

Come i lettori ricorderanno s’erano succeduti  i fuochi di fila del capogruppo Morano, contro Paolo Pagella,  il prescelto amministratore delegato della Smat, già reduce da insuccessi, pomposamente presentati come prestigiose affermazioni e dai sindaci della provincia per un altro amministratore Fabio Sessa, già consulente e dipendente della fallita ASA.

Nomine che avrebbero rappresentato l’ulteriore schiaffo della sindaca alle professionalità presenti nell’operosa Torino. Potevamo comprendere i suoi predecessori che, allevati all’odio nei confronti di manager ed imprenditori, nelle sordide stanze di via Chiesa della Salute, ove condividevano consuetudini con estremisti e bombaroli, ma Lei, no.

Almeno per frequentazioni famigliari, Chiara Appendino dovrebbe essere di casa all’Unione degli Industriali ed istruita al punto di saper conoscere e distinguere la stoffa del manager preparato, senza doversi chinare, senza fiatare agli avanzi romani.

A fine luglio abbiamo inoltre appreso il giallo di una comunicazione del collegio dei revisori dei conti sul debito di 5 milioni di euro da inserire nel bilancio del Comune, misteriosamente manipolata.

Anche qui, il tutto rinviato con la magistratura che dati gli inquietanti risvolti, avrebbe titolo per intervenire.

Ma archiviata l’estate la sindaca dovrà pure metterci mano, magari con fantasiose dichiarazioni nel secondo caso, o disobbedendo agli ordini romani e scegliendo i vertici Smat, con la diligenza “media” della madre di famiglia.

In questi giorni poi, altri temi stanno ritornando a galla. La vicenda relativa alla seconda linea della Metropolitana, che già sommariamente istruita dalla giunta Fassino, potrebbe perdere il contributo governativo di 10 milioni di euro se gli studi sul tracciato e la varie compatibilità, non procederanno entro l’anno.

La sindaca dopo aver dato sfogo alle furie uterine uscendo dall’osservatorio TAV, precludendo a Torino ogni positiva ricaduta compensativa, ha esteso il concetto anche alla metropolitana.

Nei mesi scorsi il bucolico vice sindaco aveva addirittura annunciato un referendum sul tracciato e la destinazione finale della M2, pur sapendo la babele inconcludente che avrebbe scatenato.

Ora, incalzata dalle opposizione e dal governo, la sindaca deve correre ai ripari se non vuol figurare, soggiacendo a un presa di posizione assurda che ancora anima il sottobosco consigliare del M5S, come quella che affossa un’opera essenziale per lo sviluppo della città e la comodità dei torinesi. Staremo a vedere.

In questo periodo l’unica fase del “fare” è consistita nella pretesa di educarci, da parte della “Maestrina della penna rossa”. 

Educare i bambini con diete vegane da introdurre nelle scuole, provocando il fuggi fuggi delle iscrizione dai nidi e scuole materne.

Educare  i cittadini alla biciletta, creando scompiglio nei piani del  traffico e viabilità e, soprattutto non decidendo il destino dei trasporti pubblici, in primis GTT dopo anni di gestione allegra.

Elevare a suprema dignità il popolo gendner, con  la presentazione di vomitevoli odg e prese di posizioni in consiglio comunale.

Educare i rom al decoro e rispetto, mentre i roghi con i conseguenti fumi  in via Germagnano e strada Aeroporto, continuano ed i borseggi sulla linea 4 pure.

C’è poi lo sconcio del MOI ereditato dalla colpevole inerzia dei suoi predecessori.

Un progetto ideato dall’Arcivescovo Nosiglia e finanziato dalla Compagnia di San Paolo, dovrebbe toglierle le castagne dal fuoco. Si vedrà!

Ma verrà il giorno in cui la nostra sindaca si deciderà a governare o meglio a far sapere ai torinesi in quale direzione voler procedere?

Tra le sorprese indecorose dell’autunno, oltre alle aspettative su quel che farà la sindaca, circola voce che un consigliere di opposizione, già noto per le sue scorribande, in gruppuscoli e partitini, voglia lanciare a Chiara Appendino, la ciambella di sostegno, tanto per placare l’appetito pretenzioso di qualche sua collaboratrice e le brame di sostenitori ansiosi di cibarsi del generoso ed accogliente sottogoverno cittadino.

Chi sarà mai costui? Lo sapremo presto!

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Articolo pubblicato il 08/08/2017