Gustav Meyrink ricercatore del senso delle cose e genuino gnostico moderno.

Gustav Meyer, meglio noto come Gustav Meyrink, è un personaggio molto famoso nell’ambito dei ricercatori esoterici. Dobbiamo la sua fama ad alcuni romanzi, in cui, dietro a complesse trame, ha introdotto le fasi della sua ricerca interiore e le esperienze da lui  vissute.

Prima di pubblicare il primo libro, ovvero “il Golem”, Meyrink era già noto per aver scritto alcuni brevi racconti surreali sui giornali dove la sua audace fantasia al limite del grottesco e dell’orrore, si è sbizzarrita in brevi spaccati assurdi che molto piacevano ai lettori.

In realtà, la prima pubblicazione di Meyrink è stato un breve trattato dal titolo  “Ai confini dell’al di là”, in cui analizzava strani fenomeni paranormali sia  capitati a lui sia testimoniati da terzi.

Questo è un libro di difficile reperibilità ed in fondo non rispecchia lo spirito  genuino dello scrittore. Però testimonia della strana coscienza del Meyrink, poiché per tutta una vita costui ha lottato contro le forze astrali dell’al di là che hanno cercato fino all’ultimo di sviarlo dalla grande opera della rinascita interiore.

Meyrink quindi risulta attualissimo seppur vecchio di un secolo, poiché il suo tipo di coscienza al crocevia di innumerevoli influenze astrali, in realtà ai giorni d’oggi, è assai diffusa e non solo in ambito esoterico. In effetti le esperienze descritte nei suoi libri, sono sempre più simili a centinaia di persone che, a differenza di costui, non hanno però una chiara coscienza di cosa cercare, dove cercare e come cercare.

Meyrink è stato un ricercatore solitario, ed anche se ha frequentato tutti i circoli esoterici presenti nella sua epoca, in realtà ha sviluppato una via di conoscenza personale ed originalissima, unendo appunto la sua ricerca dei fenomeni nei mondi astrali, ad una chiara esposizione di quanto questa apertura sia sviante e lontana dalla meta.

Nel libro “l’angelo della finestra di occidente”, descrive magnificamente come le forze dell’abisso tentino fino all’ultimo di sviare  il candidato nella sua ricerca affannosa della pietra filosofale. Una figura importante in tale racconto è quella di Isais la nera, versione deformata e tellurica della solare Iside.

Sembra che in certi periodi storici personaggi privi di amore verso l’umanità tutta, abbiano realmente ideato un culto satanico verso questa dea ancestrale, praticamente invertendo il culto materno che, storicamente, dee quali Iside rappresentavano.

Ma tutti gli scritti di Meyrink testimoniano dell’eterna lotta tra le forze della luce assoluta con quelle delle tenebre, anche se in realtà, questa epica e classica lotta avviene solo a livello microcosmico, poiché  praticamente la luce delle luci, ovvero la divinità assoluta che brilla su tutto e tutti, non  ha  nessuna contrapposizione in se stessa.

La dualità bene e male esiste quindi solo a livello umano, ed ogni candidato sulla via dei misteri, deve risolvere questa alternanza in se stesso, unendo nelle nozze alchemiche l’anima allo spirito, ovvero la regina con il re. Nel libro citato, vero capolavoro, questa unione regale è descritta dall’autore verso la fine del romanzo, quando la forza della regina Elisabetta, si unisce  a quella del protagonista, ovvero John Dee, personaggio realmente esistito al tempo di Elisabetta.

Nel libro “il volto verde”, basato sull’antica leggenda dell’ebreo errante, lancia un messaggio singolare: nei tempi apocalittici attuali, solo chi vede in se, quindi in senso interiore, il volto verde dell’ebreo errante, sarà preservato e protetto dalla fine della civiltà attuale.

Con questo simbolo Meyrink vuole indicarci che, solo coloro che hanno in sé il germe attivo della statura spirituale e che operano per portarla alla luce del giorno, subiranno i processi cosmici in atto in modo positivo. Gli altri cadranno in una sorta di follia mistica, creando le situazioni più assurde e grottesche, descritte dall’autore nello stesso libro.

Altro concetto assai interessante è quello sviluppato ne “la notte di valpurga”. Secondo l’autore, esistono, oltre a delle notti di valpurga annuali, delle notti di valpurga cosmiche. La notte di valpurga è quel giorno in cui, secondo le credenze dei popoli nordici, l’al di là apre le sue porte e gli spiriti degli abissi hanno libera influenza sul mondo degli uomini.

Ora, secondo Meyrink, ciclicamente appaiono nel quadrante dell’universo i segni di una notte di valpurga cosmica, che a differenza di quelli annuali, non durano un solo giorno, ma indicano la fine di un ciclo per l’umanità intera, caratterizzando la fine dei tempi.

Secondo Gustav, siamo entrati in quanto collettività umana nel pieno di una di queste notti di valpurga cosmica, dove le passioni più bestiali della nostra razza hanno ibero gioco, portando tutto alla degenerazione e alla frantumazione.

Queste idee da pioniere sono oramai una cosa evidente per tutti i seri ricercatori del senso delle cose ed in fondo, testimoniano che il tanto famoso kali yuga ha raggiunto una fase molto avanzata.

Ricordiamo che queste analisi dei tempi attuali, sono fatte non per creare panico tra le genti, ma per dare un chiaro spaccato sulla transizione dall’era dei pesci a quella dell’acquario: a fianco della notte di valpurga in cui la civiltà umana attuale boccheggia negli spasimi della sua fine, è apparso nel cosmo l’influsso consolante e rigeneratore della fraternità dei liberati, rappresentati nell’angelo della finestra di occidente, dagli alchimisti in possesso della rosa d’oro.

Questa fraternità silenziosa, è l’antico ordine di Melchisedek in possesso della vera arte religiosa e custode dei misteri sublimi della rinascita. Anche il protagonista del “domenicano bianco”, dopo essere stato fuorviato innumerevoli volte dalla fraternità arcontica dell’abisso, alla fine entra in contatto con questa antichissima fraternità che testimonia il suo aiuto ai candidati alla liberazione, in tutte le epoche e in tutte le razze umane del pianeta.

Rimandiamo i gentili lettori, qualora non l’avessero ancora fatto, allo studio dell’opera di Gustav Meyrink, precursore del ricercatore spirituale odierno.

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Articolo pubblicato il 27/08/2017