Pil: l’Italia cresce più del previsto.

Ma continua ad allargarsi la forbice con i grandi stati europei.

La notizia buona è che l’economia italiana sembra aver preso un debole slancio: finalmente ai tanti annunci stanno seguendo dati incoraggianti, anche se parlare di ripresa pare azzardato.
Si parla, infatti, di un +1,5% di crescita rispetto al 2016 : è forse questa la famosa luce in fondo al tunnel vista da Monti e co. già un cinque anni fa?

La crescita si è avuta anche su base trimestrale, dove il periodo compreso tra aprile e luglio ha superato i primi tre mesi dell’anno, con un + 0,4 %.
Un balzo in avanti che in Italia non si registrava da sei anni a questa parte e che è bastato per far festeggiare Renzi e Gentilani, artefici, a loro modo di vedere, di questo piccolo miracolo italiano.
L’ex premier Matteo Renzi, commentando i dati, ha espresso grande soddisfazione, sostenendo che “la realtà ha smentito i gufi “.

Gentiloni, da sempre meno avvezzo all’egocentrismo, ha twittato “ #Istat Crescita 2017 prevista a +1,5. Meglio delle previsioni. Una buona base per rilanciare economia e posti di lavoro".

Anche il ministro dell’economia Padoan ha voluto a suo modo salire sul carro dei vincitori dichiarando “Alla crescita ha contribuito una politica economica che dal 2014 ha proceduto con coerenza lungo un sentiero stretto, ma tracciato in modo chiaro: riduzione delle tasse, incentivi agli investimenti privati, misure sociali per il contrasto alla povertà e alla disuguaglianza; gestione oculata del bilancio allo scopo di migliorare i saldi di finanza pubblica, così da stabilizzare la relazione tra debito e Pil e rimuovere cause di preoccupazione ed instabilità nei mercati, che potrebbero fare aumentare i tassi e quindi sottrarre risorse alla ripresa".

Gran parte dei meriti per questo aumento di Pil sono da ricondurre al settore dei servizi e a quello dell’industria, che hanno un “andamento omogeneo, con i servizi che mantengono un tasso di crescita importante” mentre risulta in calo l’agricoltura.

Fin qui le notizie positive, quelle con cui hanno aperto gran parte dei giornali.
Andando ad analizzare e comparare i dati italiani con quelli dei principali competitor europei, tuttavia, emerge chiaramente come l’Italia cresca poco rispetto agli altri.
Se confrontiamo i dati dei Pesi Ue sulla base dei trimestri la Penisola fa meglio solo di Gran Bretagna(+0,3%) e Portogallo (+0.2%), con la prima impegnata nei complicati negoziati Brexit.

Se invece il dato del Pil viene considerato come differenza dall’anno precedente(2016) l’Italia con il suo +1,5% di crescita si pone al di sopra del solo Belgio; la Germania ha messo a segno un +2,1%, la Francia +1,8%, la Spagna ha raggiunto il +3,1%.
 

L’Est Europa corre:+3,6% la Bulgaria ,+4,5% la Repubblica Ceca ,+4% la Lituania ,+4,1 la Lettonia.
L'Irlanda stupisce tutti e fa registrare addirittura un +6,6 per cento.

Insomma, più che di una corsa sembra si tratti di una marcia, una camminata un po’ svelta e a volte affannata, sperando di restare sulle tracce di chi questa competizione la sta conducendo agevolmente.

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Articolo pubblicato il 17/08/2017