Cos’è la Chikungunya?

La Chikungunya è una malattia virale acuta, tropicale, trasmessa attraverso punture di zanzara infetta, che si manifesta con sintomi simili a quelli dell’influenza: febbre alta, cefalea, stanchezza e, soprattutto, infiammazione delle articolazioni con importanti dolori che talora costringono il paziente ad assumere una posizione piegata nel tentativo di alleviare la sofferenza (in swahili, “chikungunya” significa "ciò che curva" o "contorce").

Il quadro è accompagnato, in un’elevata percentuale di casi, da manifestazioni cutanee maculopapulari pruriginose, che talora possono assumere caratteristiche di tipo emorragico benigno (petecchie, ecchimosi, epistassi, gengivorragie). La trasmissione del virus non avviene per contatto diretto tra persona e persona, ma è la zanzara che trasmette la malattia attraverso la sua puntura.

Numerose specie di zanzare sono coinvolte nella trasmissione e nel mantenimento del virus chikungunya (CHIKV) in natura, tuttavia i principali vettori sembrerebbero essere Aedes albopictus (conosciuta anche come ‘zanzara tigre’), Aedes polynesiensis e Aedes aegypti.

La trasmissione verticale del CHIKV (cioè la trasmissione dall’insetto-madre alla progenie) in Aedes albopictus non è stata ancora dimostrata. Tuttavia questo meccanismo di trasmissione è stato confermato per vari virus (ad esempio per i virus della dengue). Il virus Chikungunya completa il suo ciclo vitale nella ghiandole salivari dell’insetto e viene trasmesso durante la puntura nell’uomo.
Non sono stati identificati altri serbatoi, oltre le scimmie e l'uomo, e non è ben definita la possibilità di vie alternative alla trasmissione differente da quella mediante vettore.

La longevità del vettore del CHIKV è stimata tra 2 settimane e 1 mese, e il tempo di replicazione del virus nella zanzara è di circa 10 giorni. Questi dati suggeriscono la possibilità dello sviluppo di una popolazione di zanzare infette. Inoltre bisogna tener presente che le uova di Aedes albopictus possono sopravvivere disseccate per vari mesi.

La viremia nell’uomo non è ben definita; si pensa che corrisponda al periodo immediatamente precedente l’inizio dei sintomi, che durano dai 3 ai 10 giorni, fino al 5 giorno in cui il paziente è sintomatico, e che, comunque, essa sia compresa in un periodo di tempo che va da 3 ai 10 giorni.

Il virus della chikungunya non è di recente scoperta. La prima epidemia nota è stata descritta nel 1952 in Tanzania, anche se già nel 1779 venne descritta un’epidemia in Indonesia forse attribuibile allo stesso agente virale.

Dagli anni ‘50 diverse epidemie di chikungunya si sono verificate in Asia ed Africa. A partire dal 2005, sono stati riportati ampi focolai nell’area dell’Oceano Indiano (India, Malaysia, La Reunion, Madagascar, Indonesia, Mauritius, Mayotte, Seychelles), zone in cui il virus trova il suo habitat ideale. In molte zone questa malattia coesiste con la dengue e non sempre è facile fare la diagnosi differenziale fra le due malattie. L’incidenza di chikungunya potrebbe essere sottostimata sia perché la prognosi è migliore rispetto alla dengue, sia perché ci sono ancora difficoltà nel confermare la diagnosi clinica con test di laboratorio.

A partire da marzo del 2005, a La Rèunion e in altre zone dell'Oceano Indiano è scoppiata un’importante epidemia di chikungunya. A distanza di un anno (17 marzo 2006), l’Organizzazione mondiale della sanità ha stimato circa 204.000 persone infettate a La Rèunion, pari a circa un terzo della popolazione totale (705.000 abitanti). In India, tra febbraio e ottobre 2006, l’epidemia di chikungunya ha coinvolto 8 stati o province: i casi sospetti arrivano fino a 1,25 milioni.

In Europa, la possibilità di trasmettere l’infezione da parte della zanzare tigre, dipende da caratteristiche climatiche, di densità di popolazione suscettibile e densità dei flussi migratori, data da persone asintomatiche o sintomatiche che hanno contratto la malattia in altri luoghi.

Importanti aspetti da analizzare sono costituiti dallo stato d’interazione ospite/vettore, dati dallo stato immunitario dell’ospite, dalla concentrazione di virus nel sangue dell’ospite, da precedenti infezioni da ceppi virali diversi. In molti Paesi europei (Francia, Germania, Norvegia, Svizzera) la febbre chikungunya è stata diagnosticata a viaggiatori provenienti da aree epidemiche, ma la trasmissione in loco da parte delle zanzare non era mai stata riportata.

Il rischio, al momento attuale, è comunque considerato limitato a piccole aree, soprattutto nelle nazioni dell’Europa meridionale, tra cui l’Italia.

 

Cesmet.com

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 09/09/2017