Ottobre sui generis

Consigli alla visione sui film di genere: FILM D'ANIMAZIONE

Un genere sui generis per i palati di tutti è sicuramente quello dei film d'animazione, capace di unire il pubblico "familiare" dai più grandi ai più piccini; uno dei generi quindi più commerciale in assoluto.

Commerciale ma non per forza stupido o privo di profondità, come hanno dimostrato alcuni titoli anche in questi ultimi anni.

Una delle case di produzione più prolifiche in questo senso è stata sicuramente la Pixar, inizialmente una "costola" dell'impero cinematografico di George Lucas e poi acquisita dallo scomparso Steve Jobs, inizialmente per realizzare "cartoon marketing" per i suoi prodotti; infine acquisita dalla Walt Disney e impegnata a tempo pieno nei cartoni animati in grafica digitale computerizzata.

Della Pixar è infatti "Inside Out", uno dei titoli più interessanti degli ultimi anni come unione di intrattenimento puro e semplice per i più distratti ma anche come significati e molteplici livelli di letture per i più esigenti.

Molto fresca e originale l'idea di "antropomorfizzare" le emozioni di una piccola bambina, come la gioia, la rabbia o la tristezza e renderle protagoniste dell'intera storia.

Storia che intelligentemente non pone "nessuna" emozione come essenziale per il benessere e l'equilibrio psicologico della bambina; oltre che poi raffigurare in modo splendido la formazione dei ricordi e le diverse sfaccetture della sua personalità, rappresentate come "isole" in stile parco giochi a tema che fungono da cardine di crescita e fiducia dal passato rivolto al futuro.

Ancora più meraviglioso era stato poi "Wall-E", cartone animato del 2008 interpretato da questo piccolo robottino spazzino lasciato solo a sè stesso dopo una fuga di massa dovuta all'ammasso incontrollato dei rifiuti, strangolando ogni forma di vita sulla faccia della terra.

Un dolce film a tema ambientale/ecologista strutturato e composto per oltre metà come un film muto, con il piccolo Wall-E capace di far ridere senza proferire parola come un novello Charlie Chaplin, dotato della stessa ironia triste, ingenua e genuina che fa breccia nel cuore di qualsiasi spettatore.

Un cartone animato che non tralascia poi il suo cuore fantascientifico, con una malvagia intelligenza artificiale che cerca di tenere prigioniera l'umanità su un'astronave alla deriva da secoli; intelligenza artificiale dall'aspetto sinistramente simile al celebre "HAL 9000" di Kubrickiana memoria.

Parlando poi di maestri d'autore e film d'animazione è impossibile allora non citare Hayao Miyazaki e il suo ultimo "Si alza il vento", trionfo di pubblico in patria e ben accolto anche all'estero da pubblico e critica, nonostante il periodo e il numero di sale limitato in cui è stato proiettato.

Un film che come al solito per Miyazaki è un inno alla vita, l'amore, la famiglia e (in questo caso) anche all'ingegneria aereonautica.

Attraverso gli occhi di un giovane aspirante costruttore d'aerei, ripercorriamo le ristrettezze e le contraddizioni del Giappone degli anni '20; la volontà del suo popolo di essere una grande nazione contro la dura realtà di avere ancora un'economia troppo povera per confrontarsi con il mondo, anche solo con i soci/rivali delle industrie tedesche in particolare.

Un piccolo uomo tenace e intelligente che dovrà affrontare difficoltà economiche e politiche per raggiungere il suo traguardo, assistito dallo "spirito" di un ingegnere italiano che lo consiglia durante i suoi sogni; nonchè poi innamorato di una giovane ragazza affetta purtroppo da un male incurabile.

Ma veniamo ora a tre film d'animazione recenti o recentissimi che vi consigliamo nell'articolo di oggi.


IL PICCOLO PRINCIPE (2015 - Mark Osborne)
Già regista del divertente "Kung fu Panda" (rovinato in Italia dal doppiaggio penoso di Fabio Volo), Mark Osborne è stato chiamato nell'arduo compito di portare al cinema una dei racconti per l'infanzia più amati e conosciuti della cultura francese.

Il risultato probabilmente non raggiunge le vette poetiche della penna di Antoine de Saint-Exupéry, però resta un coraggioso tentativo di connubio tra stop motion e computer grafica.

Connubio separato sia visivamente che a livello narrativo per quanto riguarda la piccola protagonista e il racconto sull'aviatore errante e il suo incontro con il giovane principe proveniente da un altro pianeta.

Un racconto formativo di stampo classico, ben trasposto anche se le sfumature più introspettive dei personaggi e della storia (il finale in particolare) come detto vanno irrimediamilmente perse nella sua versione cinematografica.

Molto piacevole lo stile "gommoso" dei personaggi in carne ed ossa, contrapposto alle ambientazioni colorate e vivaci in stile "fantasy" di tutta la storia; bene accompagnate al solito dalle meravigliose musiche di Hans Zimmer.

Un film che quindi consigliamo spassionatamente, in grado di unire spettatori di tutte le età e le estrazioni; dove ognuno potrà ritrovare uno spicchio della sua infanzia, tra ingenuità e innocenza e momenti di dolore e dura delusione.


KUBO E LA SPADA MAGICA (2016 - Travis Knight)
Già autore dell'ottimo "ParaNorman", Knight colpisce ancora con questo suo cartone animato ambientato nel medioevo orientale.

La storia ci parla infatti di questo piccolo cantastorie giapponese costretto alla fuga da un'astiosa divinità che ha attaccato la sua famiglia e lo ha privato di un occhio.

Come prima anche questo è stato girato in stop motion, unendo finalmente critica e pubblico rimasti incantati dalla semplice bellezza e coinvolgimento della storia.

Azzeccate le location e le musiche, nonchè l'accompagnamento musicale e soprattutto il simpatico bestiario di animaletti di cui si circonda il protagonista nella sua avventura.

Ma la storia tocca anche temi adulti, il duro abbandono della famiglia e l'accettazione di una morte inevitabile, oltre che l'accettazione in primis della menomazione visiva da parte del protagonista.

Un altra piccola chicca da non perdere, diretta con grazia e rispetto verso una cultura lontana dalla nostra ma altrettanto antica e profonda, piena di crudeli incongruenze ma anche vecchie massime e perle di saggezza di una delle civiltà più antiche e prolifiche della storia.


IL GGG - IL GRANDE GIGANTE GENTILE (2016 - Steven Spielberg)
L'ultimo e più cocente flop ai botteghini del mago dei blockbuster all'americana, costruito su una formula consolidata e vincente (Spielberg + Disney) ma alla fine della fiera rimasto ben al di sotto dei 150 milioni di dollari spesi per produrlo e promuoverlo in giro per il mondo.

Una storia in realtà affascinante e raccontata col garbo e la grazia di una favola della buona notte, un racconto di amicizia tra una piccola orfana e un gigante mangiabambini che non vuole mangiare bambini.

Presa di posizione che gli mette contro gli altri giganti del suo mondo, bene intenzionati invece a compiere una mattanza di pupattoli senza precedenti.

Mattanza che ovviamente sarà compito del GGG e la sua piccola amica tentare di sventare, col piccolo aiuto della Regina d'Inghilterra in persona.

Superlativi al solito la computer grafica della Dreamworks, accompagnata dalle musiche del veterano John Williams, fido compositore di Spielberg e George Lucas fin dai tempi delle saghe di "Indiana Jones" e "Star Wars"; autore che da sempre coi suoi motivi esalta il montaggio fiabesco e avventuroso solito ai due registi.

Una favola simpatica, solare, ottimista e per famiglie; niente di coraggioso fuori dai canoni o sperimentale, ma anzi una formula collaudata di vecchia minestra ancora però più che saporita e cucinata con tutti i crismi da un cuoco d'eccezione come il grande Steven.

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Articolo pubblicato il 19/10/2017