Vizi privati e pubbliche virtù italiche.
Il Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 406, in data 28 giugno 1945 stabilì l'abolizione del termine Eccellenza con questa frase:
« Il titolo di Eccellenza, attribuito con RD 16.XII.1927, n. 2210 e successive modificazioni e integrazioni, è abolito ».
Nel 1996 uno scritto del ministro dell'Interno di allora, Giorgio Napolitano, impartì al riguardo disposizioni precise concernenti la stesura di proprie lettere: l'uso di S.E. non poteva essere rivolto a giudici e prefetti. Tuttavia, correttamente, possono essere appellati "eccellenza" gli ambasciatori titolari di ambasciate, ii vescovi, e i sommi gradi dell' Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e del Sovrano Ordine Militare di Malta. L' abolizione di questo appellativo fu una reazione al suo uso di conformità alle regole gerarchiche del regime fascista, dal quale si voleva prendere le dovute distanze, anche se ovviamente il termine ha ben più antiche origini. L'appellativo è anche utilizzato, nelle cerimonie ufficiali, per rivolgersi ad un capo di Stato o ad un ministro. Nonostante ciò, l' appellativo Eccellenza continua ad essere usato correntemente, e in maniera inappropriata, presso le più diverse istituzioni italiane nelle loro sedi nazionali e regionali.
Recentemente, ho seguito parte di una seduta consigliare della vicina Repubblica di San Marino, dove gli usi e costumi della città sono pressochè identici a quelli italiani. Ogni consigliere, prendendo la parola, si rivolgeva al presidente con “ Eccellenza” e, finiva l' intervento con “ Grazie Eccellenza”. Sarebbe bastato dire Presidente, perfino onorevole Presidente, ma nessuno lo ha fatto.
Una possibile spiegazione, da Avvocato del Diavolo ovviamente, è che il popolo italiano continua ad avere un atteggiamento servile verso ogni forma di potere, cercando di lusingarlo, per ottenerne benevolenza e forse anche benefici.
|
Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini
Articolo pubblicato il 13/09/2017