APE Anticipo Pensionistico un riassunto per chiarirci le idee.

Fate bene i vostri conti.

La Legge di Bilancio 2017 ha introdotto la figura dell’ APE (Anticipo Pensionistico) in due modalità : APE Volontaria e APE Sociale.

Questo strumento è stato pensato per consentire a chi ha raggiunto almeno i 63 anni di età di ritirarsi anticipatamente dal mondo del lavoro per raggiungere la pensione. Una misura di flessibilità temporanea, dunque, prevista in via sperimentale fino a dicembre 2018.

Per entrambe le modalità, è bene fare un’importante precisazione preliminare: né Ape sociale né Ape volontaria possono essere considerate delle prestazioni pensionistiche vere e proprie, si tratta semmai di indennità, di “redditi ponte”, rispettivamente erogati dall’Inps o dalle banche allo scopo di accompagnare il lavoratore già vicino alla pensione fino all’effettivo pensionamento.

L’APE Volontaria viene definita come quella misura che consentirà di ritirarsi dal lavoro in anticipo percependo l’assegno INPS attraverso un finanziamento bancario fino alla maturazione dei requisiti per la pensione.

Deve essere molto chiaro che si tratta  di un prestito commisurato e garantito dalla pensione di vecchiaia, corrisposto dalla banca – esentasse - sotto forma di quote mensili per un totale di 12 mensilità.

La successiva restituzione del prestito, che includerà anche interessi e polizza assicurativa obbligatoria per il rischio di premorienza, sarà invece diluita in 260 rate in un periodo di 20 anni mediante una trattenuta effettuata direttamente dall’INPS al pagamento di ciascun rateo pensionistico (tredicesima inclusa). Prevista comunque per legge la possibilità di estinzione anticipata del prestito.

In ogni caso, poiché si tratta a tutti gli effetti di un prestito e non di una prestazione previdenziale, ovviamente le somme erogate dall'Ape Volontaria non concorrono a formare il reddito ai fini dell'Irpef.

Questo tipo di APE Può essere richiesta dai lavoratori dipendenti pubblici e privati, dai lavoratori autonomi e dagli iscritti alla Gestione Separata; sono invece esclusi i liberi professionisti iscritti alle Casse professionali.

Per accedere al prestito, sono richiesti inoltre almeno 63 anni di età (e 20 di contributi); il richiedente non dovrà poi risultare già titolare di pensione diretta o di assegno ordinario di invalidità e dovrà contare su un importo stimato della rata di ammortamento per il rimborso del prestito richiesto, pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo Inps.

L’APE Sociale è invece una cosa molto particolare e limitata, riservata solo ad alcune categorie di lavoratori, soggetti individuati che versano in condizioni di "particolare difficoltà" ma che soddisfino comunque i prerequisiti fondamentali dei 63 anni di età, dei 30 anni di contribuzione (o 36 nei casi previsti dalla legge) e della non titolarità di una pensione diretta.

l'Ape in versione Sociale si differenzia dalla volontaria per via degli oneri che, in questo caso, sono a carico dello Stato. Si tratta dunque a tutti gli effetti di un’indennità di natura assistenziale erogata dall’INPS su domanda, per una durata pari al periodo intercorrente tra la data di accesso al beneficio e il conseguimento dell'età richiesta per la pensione di vecchiaia.

Soprattutto per l’APE Volontaria, ogni soggetto dovrà farsi bene i conti sia in termini di riduzione della futura pensione che per l’onere del rimborso del prestito avuto.

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Articolo pubblicato il 17/09/2017