L’EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS – Enrico S. Laterza : Dopoguerra, capitolo (o capitolazione) 6, epilogo: il finimondo?

Sul Pianeta tira un pessimo venticello: sulle macerie materiali e morali dei conflitti globali, con lo sgradito ritorno del minaccioso spettro nucleare, grandinano le rovine dei disastri climatici

Sull’intero Pianeta – dall’Alpi alle piramidi, dal Manzanarre al Reno, da Livorno a Miami, scoppiando da Scilla al Tanai, dall’uno all’altro mar – tira un brutto-vento o straventaccio, pessimo. Almeno secondo certi catastrofisti iettatori.

 

Parafrasando Marx (Karl, non Graucho), sull’Europa – sulla Terra – si ri-aggirerebbe una fantasmino: l’indesiderata rievocazione del pericoloso spettro nucleare. Sì, in forma di giganteschi suppostoni del piuttosto ridicolo (non t’offendere, Kim!), stranichiomato dittatorello nordcoreano Jong-un, usato da Russia e Cina come spina-nel-fianco dell’America “Great again” dell’iperplatinato zietto (Mc)Donald Trump (che così pare pure non tanto amichetto dello zar Vladimiro).

 

Non bastasse, piove sul bagnato, anzi grandina sull’alluvionato, ad ogni latitudine, non solo oltreoceano. Alla faccia dell’inesistenza – sarebbe opinione dell’inquilino della Casa Bianca – del mutamento-climatico!…

 

E pensare che, invece, la situazione sembra proprio migliorata… Ne seguono esempi lampanti, desunti dai precedenti capitoli (o capitolazioni) della presente serie di articoletti.

 

Migrazione. Per mezzo di una riedizione del vituperato patto Berlusca-Gheddafi, rinegoziato con le scafate fazioni che spadroneggiano in Libia e organizzano, alimentano e sfruttano il lucrosissimo business della tratta di esseri-umani, il “neofascistizzato” nazionalrenzista ministrello Minniti, a suon di dollaroni – e in cambio dell’indegna rinuncia all’inconfessabile verità su Regeni (chissenefrega!) –, millanta vittoria e strombazza di aver arginato l’”emergenza flussi”, chiudendo il rubinetto degli approdi lampedusani (con la scontenta stagione autunno-inverno in arrivo…). La soluzione è semplice: i disperati transfughi africani rimarranno graditi ospiti sine die (se la minaccia del loro “rilascio” in massa non servirà da ricatto per ottenere un’aggiunta di “risorse” pecuniarie) negli accoglienti CIET (Campi di Concentramento, Internamento, Estorsione e Tortura) del f-ram-men-ta-rio S-ta-to magrebino. Poco c’importa se essi saranno colà ridotti in carne-da-cannone-in-scatola o paté de noir maigre da spalmare sulle tartine di cui va ghiotta la sinistra Gauche Caviar.

 

Economia. Magari al pàs ëd la fôrmìa, come diceva la nonna, o alla bavosa velocità d’un lumacone, però quel granchietto del pil riprende a crescere (con una miracolosa pozione anticalvizie?) nel Belpaese addormentato, tramortito, ad oggi rinculante o bloccato (eppur si muove… mo’!), a osservare le quote ufficiali: di zerovirgola in zerovirgola, eccoci all’1,5% nel 2017 (evviva!) e all’1,3 per la prossima annata (dati Fmi), classificandoci ultimo vagoncino del treno Ue. Debito-pubblico record, anche a causa degli esborsi per salvare le banchette (im)popolari e boscherecce d’Etruria e Veneto. E annuntio vobis in pompamagna che – a forza di cancellare i diritti dei lavoratori  è salito il numero degli occupati, insieme alla disoccupazione, giovanile e senile (fanfara in sordina): paradosso probabilmente spiegabile con la necessità di molti “inattivi” che son dovuti emergere dal "sommerso" poiché han perso quello straccio di all-black job con cui in realtà sbarcavano il lunario alla finta insaputa dei vari Boeri. La stessa incredibile disputa sull’acquisizione del cantierino di Saint-Nazaire giunge all’accordo: noi italioti, dopo aver alzato la testina e abbassato la crestina, ci mettiamo i soldi; i macronapoleonici cugini transalpini (che al supermercato Stivalelungo hanno comprato TIM, Edison, Gucci, Bulgari, Fendi, Loro Piana, GS, BNL, CariParma, Parmalat eccetera eccetera) comanderanno.

 

Armamenti. Non scherziamo. Quando il giochetto si fa nocciolo-duro, i nuclei-atomici cominciano a sballare. Brrrrrr!

 

Cultura. In ossequio alle succitate considerazioni e nonostante la momentanea archiviazione, in periodo pre-elettorale, dello ius soli, meglio non illudersi che il turbine della retrograda mentalità medievale maomettana tardi ad affermarsi nel Vecchio (in)Continente e a “correggere fraternamente” i malcostumi laici degenerati della nostra gentaglia: preparate il burka, svergognate donnacce occidentali! In tema di (in)civiltà: dalla finestra butto un’occhiata giù in strada e becco la vicina che m’innaffia coll’alano il cerchione-in-lega dell’Audi, lasciata temporaneamente nel parcheggio per gli invalidi (mio cognato è un vigile…), e nelle mani di lei non si scorge manco l’ombra di sacchetto e paletta raccoglicacca; i selciati cittadini sono disseminati di deiezioni canine, su cui si spiaccicano migliaia di suole, mentre ogni spigolo degli zoccoli esterni di eleganti palazzi storici o di umili condomini piastrellati è annerito dalle colature urinarie dei simpatici quadrupedi. Carissimi compatrioti animalisti, perché mai, sempre, tutti-i-santi-giorni, m'obbligate a lavare pneumatici e parafanghi, nonché, ad intervalli regolari, mi tocca ripulire a mie spese la pietra-di-Luserna là fuori, per consentire a voi di godervi l’affettuosa compagnia dei vostri amorevoli batuffoli di pelo?!

 

Paura. Salto-di-qualità: dall’insipida guerricciola tra poveracci nelle periferie inurbane e dai petardini home-made delle cellule dell’Isis, i finanziatori sceicchi petrolieri ingolfati e i loro complici globali nella strategia dell’orrore, festeggiando l'11 Settembre, disegnano, propugnano e sognano l’incubo di ordigni chimico-batteriologici da scagliare ed esplodere follemente nella folla, pazzamente in piazza o nei tunnel della metro. Buiopesto.

 

A scorno e venia del prolisso scrivente, leggasi l’acrostico evidenziato all’inizio dei cinque paragrafi qui sopra.

 

In conclusione, allegria, non ci crucciamo! Rammentiamo con fede manzoniana l’eternità a cui siamo forse destinati:

[…] Dov’è silenzio e tenebre/ la gloria che passò.

[…] Tu dalle stanche ceneri/ sperdi ogni ria parola.

(Da Il cinque maggio)

 

Ovvero: This is the end, my only friend”, cantavano i Doors in sottofondo ai fiammeggianti bombardamenti arancioni al napalm e al viaggio-senza-ritorno nel Vietnam di Apocalypse Now [cliccare per ascoltare].

 

Titoli-di-coda.

 

Finimondo.


Enrico S. Laterza


 

 

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Articolo pubblicato il 17/09/2017