"Zerovskij - Solo Per Amore" - Il Tour

 

Tutti vorremmo fare qualcosa di speciale per un anniversario speciale, qualcosa che si ricordi, qualcosa di unico, qualcosa che rimanga nel tempo, qualcosa che si tramandi con la particolarità di essere riusciti a fare qualcosa di irripetibile...

Cinquant’anni, sono nozze d’oro, nel bene e nel male, nella gioia e nel dolore, una promessa per la vita, rinnovata in un amore che dura da sempre e per sempre.

Non è stato uno show, non è stato un musical, non è stato un recital, non è stato un concerto...ma allora, cosa abbiamo visto a Roma, a Barolo, a Lajatico, a Verona e a Taormina...?

Qualcosa avevo già scritto alla vigilia del tour (clicca qui per rileggere l'articolo) ma neanche lontanamente immaginabile, rispetto a ciò che sarebbe davvero stato.

Salite in carrozza, quando questa giostra si muoverà, sarà l’inizio di un’avventura indimenticabile

Profetiche parole.

Qualcosa che non è facile recensire in maniera analitica, con la fredda lucidità del critico musicale, perchè la sorpresa ancora prevale e lo stupore per l’originalità è ancora talmente forte da avermi impedito di scriverne prima di oggi.

Non ci si aspetta certo da un cantautore nostrano un concept album che fa da colonna sonora ad un lavoro  teatrale. Arriva da oltre Manica il primo (e unico) esperimento musicale portato in scena ancora oggi dal suo ideatore Roger Waters,  con il suo “The Wall”. Ovviamente, contesto e partiture totalmente diverse, ma affini nell’azzardo artistico.

Un' opera teatrale dove tutti sono protagonisti alla pari, senza prime donne, neanche Zerovskij, comparse di vita magistralmente interpretate e di talento indiscusso.

 

Sono  Alice Mistroni (Eva), Claudio Zanelli (Adamo), Luca Giacomelli Ferrarini (Enne Enne), Roberta Faccani (Morte), Cristian Ruiz (Amore),  Marco Stabile (Odio),  Leandro Amato (Tempo) e, ovviamente,  Renato Zero (Zerovskij), accompagnati dai  61 elementi dell’Orchestra Filarmonica della Franciacorta e 30 coristi, sotto la direzione del maestro Renato Serio, il tutto egregiamente valorizzato dalla bravura dei fonici e dalla qualità assoluta degli impianti. 


 

La Stazione da cui siamo partiti è un portale spazio-tempo che ci ha introdotti in viaggio surreale,  un viaggio introspettivo che ci ha portato nei meandri più profondi dell’anima, scorrendo attraverso le nostre stesse vene:  siamo passati nei ventricoli del cuore, per correre su e poi ancora più su, come piccoli globuli rossi, tra i circuiti più fitti dei nostri sensi, per arrivare a raggiungere, in un’esplosione di  emozioni, l’estasi  celestiale che si prova quando l’amore è puro.

 

Un capostazione al nostro servizio, Solo Per Amore.

Non si può e non si deve raccontare questo capolavoro artistico, si può capire solo vedendolo.

Forse se avessi abitato nei vostri panni  vi avrei compreso di più e perdonato di meno...credevo che quel qualcosa che mancava nell’Universo fossi proprio tu, Uomo, e tu invece sei il mio unico errore, tu il peccato, tu la mia più cocente delusione, il responsabile del  tuo insopportabile tramonto, mia scellerata creatura...”

E’ Dio a parlare.

L’ umanità errante, rappresentata ancora oggi dalla coppia per eccellenza, Adamo ed Eva.

Una coppia “scoppiata”, vittima del vortice delle difficoltà tipiche dei nostri giorni, prototipo perfetto del rapporto tecnologico, malsano, fatto di tradimenti e violenze che oramai, purtroppo, sono talmente all’ordine del giorno, da non lasciare traccia alcuna nella compassione umana.

Amore, Odio, Tempo e Morte, hanno parlato con noi, con schiettezza e con clamorosa verità, sbattendoci in faccia la cruda realtà della vita, o meglio, delle vite, che viviamo oggi.

L’amore è malandato, ridotto su una sedia a rotelle, disperato e ostinato nel non voler lasciar spazio all’Odio, che invece è sano e ben nutrito, dai sentimenti di invidia, perversione e cattiveria.

Il Tempo, dono prezioso della vita, usato male, inseguito da tutti, frainteso nel suo più recondito significato e buttato via, sprecato nella ricerca di futili obiettivi che sono tutto tranne che eternità.

E la Morte...la morte... bellissima creatura, temuta da molti e bramata da alcuni, calice amaro a cui si attinge a volte, travolti incoscentemente dai nostri errori o dalle nostre fragili ingenuità.

In tutto questo turbinio di personaggi e situazioni, il lavoro di un capostazione che faticosamente smista anime da un binario all’altro, cercando di infondere ancora speranza, coraggio, redenzione e fede.

Insomma...Putti e Cherubini s.p.a.

Compagno di questo viaggio, un ragazzo qualunque, un ragazzo come tanti altri, abbandonato a se stesso dall’egoismo di genitori impreparati o disattenti, genitori troppo occupati per capire il sacro dono della vita, quel meraviglioso miracolo che si avvera quando un nuovo cuore inizia a battere nel ventre dell’amore.

Un ragazzo, come potrebbe essere quello che dorme nella cameretta affianco alla nostra, un ragazzo che in fondo è ancora solo un bambino che con gli occhi curiosi attinge esempi dalle nostre gesta e dai nostri comportamenti.

E per amore di questa creatura l’Angelo a cui è affidata la gestione di questa stazione, rinuncia alle sue ali ed alla sua celestialità, per donarle a quel figlio perduto, Solo Per Amore.


E’ stato qualcosa di mai tentato prima da parte di un artista che ha dimostrato per l’ennesima volta la sua originalità, la sua grande crescita personale e il suo impareggiabile talento, qualità mai scisse dal suo essere uomo tra gli uomini, cuore tra i cuori.

Un uomo che non smette mai di mettersi  in gioco, un uomo che ha fatto della sua arte il suo mestiere di vita, un uomo che in un mondo come quello che viviamo oggi, osa ancora parlare di rivoluzione, stimolare quella parte recondita di noi che sa di umanità, che sa di libertà.

Chi era già così, ne è uscito ancora più arricchito, di quei valori e di quei messaggi che arrivano da cinquant’anni di carriera, cinquant’anni di vita vera, regalata a quei tanti, innumerevoli cuori che ha raggiunto con la sua semplice, tenace, caparbia convinzione che l’Amore vince sempre.

Chi non era così, ne è uscito in due modi: o rinnovato nell’anima e nello spirito, sconvolto e travolto dalle tante verità espresse con una straordinaria sensibilità, o non ha capito un cazzo e si è allontanato stizzito, pronto a sparare cazzate sui socials.

E  per  questi ultimi, più che mai sono indicati questi versi:

“Si, beati voi, voi nati cosi, sepolcri imbiancati voi, beati voi...io che tremo se, ricordo di me, quel giorno....che il mio giorno ho dato a voi...”

Stay always tuned

Un caloroso grazie a Tina "Sorcina Sessantasette" Rossi per i bellissimi click.


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Articolo pubblicato il 19/09/2017