Torino. Consiglio Comunale. La ballata delle mezze figure

Il M5S respinge le conclusioni della Commissione d’inchiesta sulla tragica notte del 3 giugno

Seduta da dimenticare quella di ieri del consiglio comunale, riunito per la presentazione e discussione della relazione redatta dalla Commissione Consigliare d’inchiesta, la cui istituzione era stata votata a luglio, all’unanimità, per analizzare le molteplici cause che hanno determinato i tragici eventi nella notte di sangue del 3 giugno in piazza San Carlo, mentre in uno striminzito schermo, andava in onda la  finale Champions tra Juve e Real Madrid.

I consiglieri di minoranza che avevano richiesto l’istituzione della commissione, non pretendevano verdetti di condanna, principio ribadito ripetutamente nel corso della seduta,  in quanto il giudizio finale su cause e responsabilità, lo emetterà solamente la magistratura.

La commissione alla quale il M5S ha partecipato con una nutrita delegazione, aveva esclusivamente il compito di analizzare le cause  di quanto successo, il ruolo effettivamente svolto da coloro ai quali la sindaca aveva conferito ruoli e responsabilità, oltre all’operato di questura e altre organizzazioni non dipendenti dal comune.


Dettagliate la esposizioni del capogruppo del PD Stefano Lorusso, che ha evidenziato, fatti, nomi e circostanze, a partire dal 26 maggio, giorno  dal quale, qualcuno in Comune ha iniziato a pensare all’evento.

Sono seguiti gli interventi di altri consiglieri del PD e del centro destra i quali con diverse sfumature e conclusioni, hanno deprecato il ruolo neghittoso della sindaca e l’assenza di provvedimenti conseguenti e idonei ad assumere gli opportuni provvedimenti per evitare il ripetersi di analoghe situazioni, a partire dalla burocrazia comunale, sin alle deleghe assessorili.

Non si può infatti tacere il giudizio politico e le responsabilità di sindaca e giunta, di fronte ad una vittima ed a 1526 feriti riconosciuti, senza contare i molti che non son voluti ricorrere ai nosocomi.

Hanno poi preso la parola alcuni consiglieri del M5S che, in primis la consigliera Valentina Sganga, pur deprecando l’accaduto, hanno negato responsabilità di Sindaco e macchina comunale, addossandole addirittura alle Forze dell’Ordine. Posizione che, oltre a provocare la motivata protesta dell’opposizione, è sfociata con il voto negativo al documento da  parte dei consiglieri del M5S.

Ma il momento maggiormente sconcertate si è avvertito quando ha preso la parola la sindaca Appendino che ha sostenuto "La verità va consegnata ai torinesi, ne hanno diritto. Come amministrazione stiamo lavorando e abbiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura" espressione che suona beffarda nei conforti di quanto pazientemente costruito con il concorso di tutto il consiglio comunale e la bocciatura di una relazione che attestava proprio la ricerca della verità.

La presunzione di questa maggiorana, e della sindaca in modo particolare, oltre a negare l’evidenza ed accollare la responsabilità ad altre persone o situazioni, come lo stesso notaio Morano ha avuto modo di rilevare, prendendo la parola dopo gli interventi lunari dei grillini, si sta estendendo anche nei conforti dell’opinione pubblica.

Ieri, a margine del dibattito, l’addetto stampa della sindaca ha trattato in modo sprezzante il nostro giornale, negando un’informazione gentilmente richiestagli.

Della vacuità di quest’amministrazione si è avuto un eco in serata nel corso di un dibattito pubblico al quale hanno partecipato Stefano Lo Russo, capogruppo del PD , Francesco Tresso, capogruppo di Lista Civica per Torino e Alberto Morano, capogruppo della Lista Civica Morano.


Unanimi e preoccupati gli allarmi per i problemi emergenti di Torino.

La marginalizzazione ed il declino, lo stato d’insicurezza e di degrado  delle periferie oltre all’urgenza di risanare il debito pubblico, senza le decisioni spot e di facciata, l’avvio di politiche attive nei confronti di aziende che potrebbero creare occupazione, sono alcune delle emergenze che la giunta Appendino non sta considerando.

Il PD, come sostiene Lo Russo aveva avanzato in consiglio comunale, la proposta di collaborazione per il bene della Città, a prescindere dalle divisioni partitiche. Offerta respinta in modo sdegnoso da Chiara Appendino.

Per Morano, oltre ad affrontare il problema del debito, dei giovani e del lavoro, si dovrebbero, in una specie di Stati Generali, coinvolgere le forze produttive della città, il Politecnico e l’Università, per individuare priorità e metodo di lavoro e dimenticando il pressapochismo, la superficialità e i principi di decrescita, connaturati nel M5S.

Per quanto tempo Chiara Appendino continuerà ad abusare della pazienza dei torinesi, negare il futuro ai giovani e  una qualità della vita accettabile per i residenti?

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 19/09/2017