Noli (SV)- Il dramma di "Pinuccia" Ghersi non si può cancellare dalla storia
Foto di repertorio (ilgiornale.it)

Sabato 30 settembre il ricordo della giovane barbaramente seviziata e uccisa da sedicenti partigiani

Riceviamo e pubblichiamo lo scritto di Giuliana Tofani Rossi al Presidente dell’ANPI  di Savona Samuele RAGO: una testimonianza dei fatti scaturita dalla ricerca e dalla consapevolezza di ciò che afferma la nostra cara ed affezionata  lettrice. 

 

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Signor  Rago, Lei si è dichiarato  assolutamente contrario all’iniziativa del Comune di Noli di dedicare  una targa in memoria di Giuseppina Ghersi.

Giuseppina era una   tredicenne che, belve feroci che  voi chiamate “partigiani”,  prima di ucciderla con un colpo alla testa,    la  violentarono  e la  picchiarono selvaggiamente.  Ai genitori fu risparmiata la vita, ma furono depredati di tutti i loro averi e  costretti ad abbandonare la città.

La  “colpa” di Giuseppina, chiamata affettuosamente Pinuccia,  fu quella di aver scritto un tema così bello da meritare un encomio firmato da  Mussolini.

Questo scellerato crimine avvenne a  guerra finita, ma,   anche se fosse avvenuto durante la guerra, sarebbe stato ugualmente esecrabile  perché i soldati non uccidono  bambine e, tantomeno, le violentano e le stordiscono a bastonate. Lei, Signor Rago vuole giustificare una simile azione? Si vergogni!!! La sua  dichiarazione  è degna dei bolscevichi.

In passato ho partecipato a fiaccolate organizzate dall’ANPI di Torino. L’ultima volta è stato nell’anno 2006.  Non conoscendo  la storia  credevo a tutte le bufale  raccontate a proposito dei partigiani. La barbara uccisione della piccola Ghersi non è che uno dei tanti esempi della ferocia di alcuni partigiani comunisti,  di cui la storia ufficiale non riferisce.

Costoro   si sono accaniti,  soprattutto a guerra finita, contro le donne.  ed, in particolare,  contro quelle del Servizio Ausiliario Femminile, le prime ad indossare una divisa dell’esercito italiano.  

Il Piemonte è la regione che ha avuto il numero maggiore di donne assassinate nelle sanguinose giornate dell’aprile - maggio 1945,  definite dai partigiani  “radiose giornate di primavera”. Ecco quanto scrive,  riferendosi  al fiume Po, Antonia Setti  Carraro, madre di Emanuela, moglie del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa:      

"L'acqua che era bassa e sembrava ferma, brulicava di cadaveri. A testa in giù, a braccia aperte, a gambe divaricate, a faccia in su, a pezzi o tutti interi, giovani, ragazzi, uomini, donne e fanciulle giacevano scomposti, aggrovigliati, ammassati, paurosi a vedersi, atroci nelle posizioni".

 

Marilena Grill,  candida  studentessa sedicenne  del liceo Massimo d’Azeglio di Torino  fu strappata  dalle braccia della mamma   e tenuta prigioniera in una caserma per cinque  giorni,  dove fu  ripetutamente violentata.  Venne   uccisa con un colpo alla nuca,   nella notte tra il due e  il  3 maggio 1945.

Assieme a lei furono  assassinate  l’ausiliaria ventenne Ernesta  Raviola e due donne che avevano lavorato alla mensa dei tedeschi. Il 24 dicembre 1947 venne ucciso anche Alberto,  padre di Ernesta. Si dava troppo da fare, chiedeva in giro, voleva sapere, poteva essere pericoloso………

Possiamo ancora  sostenere che i partigiani sono stati  portatori di libertà e di pace?

Tutto ciò non fa onore a quei partigiani che, in buona fede, combatterono con lealtà e onore. Difendere gli assassini di delitti infami porta infamia a tutto il movimento partigiano.

Possiamo ancora continuare  a ignorare  che Mussolini è stato il  più grande  statista italiano dell’età moderna ed  il più grande legislatore della Sua epoca, come disse Winston  Churchill?

Benito Mussolini si preoccupò soprattutto  di tutelare i lavoratori, ma anche i datori di lavoro e, quindi, il lavoro stesso. La Carta del Lavoro (21 aprile 1927),  che è uno dei documenti fondamentali del fascismo, esprime l’etica del sindacalismo fascista e discende dal sindacalismo rivoluzionario di Filippo Corridoni.

I popoli che non fanno i conti con la loro Storia attraverso la ricerca della verità e continuano a perseverare nella menzogna sono destinati a perire ignominosamente.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 28/09/2017