Al debutto il bonus cultura non suscita entusiasmi

Ma già stabilito per i ’99. C’è chi lo vuole strutturale

Non ha entusiasmato il “primo giro” del bonus cultura, il finanziamento di 500 € per i 18enni, voluto dal Governo Renzi. Scrive infatti La Repubblica in un articolo di fine settembre: “solo il 61% del primo giro – la classe '98 – l'ha richiesto (poco più di 351 mila ragazzi). Sono avanzati 114 milioni su 290 milioni stanziati”. E aggiunge che: “dei bonus prenotati, la metà sono ancora da spendere: circa 90 milioni di euro”.

Secondo i diretti interessati, radunati del gruppo Facebook "18app-Bonus Cultura" (14mila iscritti), sono le poche opzioni di acquisto a renderlo poco accattivante.

Riporta l’Agi: “i nati nel ’98 [i primi a potervi ricorrere] potevano usare i 500 euro […] per assistere a rappresentazioni teatrali, per andare al cinema, per acquistare libri e biglietti per musei, mostre, eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche, parchi naturali e spettacoli dal vivo”. Mentre i futuri ’99, oltre a quanto già elencato “potranno comprare anche musica registrata (su supporto fisico o digitale) – e non solo concerti – corsi di teatro, di musica e di lingue straniere”.

 

Da Palazzo Chigi, in un articolo de Il Corriere, le storture per questo “primo giro” corrispondono soltanto allo “0,01% – minimizzano, riportando alcuni dati – Il 78% degli acquisti finora è stato indirizzato verso i libri, l’11,5% speso per concerti, l’8,5% per il cinema, l’1,2% per teatro/danza, lo 0,5% per musei e monumenti”. Sotto il profilo dei libri sembra che a beneficiare maggiormente del bonus sia stato Amazon, cui gli studenti hanno fatto ricorso per acquistare soprattutto manuali e libri universitari.

 

Intanto è comparsa in Rete una petizione per stabilizzare il bonus cultura, facendolo diventare una misura strutturale con la prossima Finanziaria.

Per quanto sia apprezzabile la volontà di “donare” indiscriminatamente ai giovani diciottenni la possibilità di acculturarsi o di ridurre il costo di strumenti indispensabili alla loro formazione, verrebbe da aspettarsi che le risorse del bonus fossero indirizzate ad un alleggerimento dei costi dell’Università italiane. In tal modo si amplierebbe la platea di chi potrebbe trarne vantaggio.

L.V.C.

 

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Articolo pubblicato il 04/10/2017